Per far fronte ai contraccolpi economici dell’emergenza sanitaria, quasi 5 milioni e 200mila euro sono destinati dal Fondo di Solidarietà della Bilateralità Artigiana a 11.228 lavoratori di quasi 5mila imprese artigiane della provincia di Bergamo che hanno presentato domanda di ammortizzazione sociale.
Da alcune settimane è stato avviato il pagamento dei bonifici a sostegno del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori di aziende artigiane, sospesi momentaneamente dal lavoro per la chiusura delle attività produttive a seguito della pandemia da Covid-19.
Il Fondo di Solidarietà della Bilateralità Artigiana, nato nel 2016 – dunque di recente costituzione - è finanziato dalle aziende e dai lavoratori tramite una contribuzione mensile, per consentire alle piccole aziende artigiane di affrontare momentanee situazioni di crisi (non certo una pandemia) senza licenziare i lavoratori.
“Questo strumento della bilateralità si è puntualmente attivato e ha erogato il sostegno a migliaia di persone, ma, essendo un fondo nato e finanziato da pochi anni, ha già utilizzato tutte le risorse disponibili, compresi i 60 milioni stanziati in un primo momento dal Governo” ha spiegato Angelo Chiari della segreteria della CGIL di Bergamo, responsabile del Dipartimento Artigiani.
“In tutt’Italia il ricorso a FSBA è stato massiccio, per questo ora che non ci sono più soldi occorrono risorse governative aggiuntive per completare l’erogazione delle prime nove settimane di cassa. Anche i dipendenti di aziende artigiane devono poter vedere garantiti periodo di copertura temporale e quantità economiche pari a quelli dei colleghi dell’industria. Per questo, chiediamo che il Governo impegni risorse non inferiori a 2,5 miliardi di euro, a fronte di una platea di richiedenti di quasi un milione di unità”.
Nella provincia di Bergamo sono oltre 26mila le persone al lavoro in 6.500 imprese artigiane: nel settore metalmeccanico 17mila in 3.630 aziende, in quello tessile e dell’abbigliamento circa 2.750 persone in 464 imprese. Ci sono 2.000 lavoratori nel settore del legno e dell’arredamento e 2.000 nei quasi mille fra negozi e centri di acconciatura ed estetica. Sono circa 1.150 gli artigiani alimentaristi e oltre 1.180 quelli che lavorano in imprese artigiane chimiche, della gomma-plastica.