CFP San Giovanni Bianco – Alberi da Favola: l’abete bianco, tra leggende e proprietà curative

Primo appuntamento della nuova rubrica dedicata agli alberi dei nostri boschi, curata dai ragazzi del CFP di San Giovanni Bianco. Partiamo con l'abete bianco.
27 Aprile 2018

Testo scritto dalla studentessa Giada Capelli

L’abete nelle tradizioni Celtiche e Germaniche

L’abete viene considerato fra le popolazioni dell’Asia settentrionale un Albero cosmico che si erge al centro dell’universo. Secondo gli Altaici dall’ombelico della Terra spunta l’albero più alto, un gigantesco abete i cui rami s’innalzano fino alla dimora di Bai-Ulgän, la divinità protettrice, collegando le tre zone del cosmo: cielo, terra, inferi.

Secondo gli Ostìachi-Vasjugan la sua cima penetra nel cielo mentre le radici affondano negli inferi. I Tatari siberiani ritengono che l’Albero celeste si trovi nell’inferno: un abete con nove radici si erge davanti al palazzo di Irle Khan, il re dei morti. Fra gli sciamani yakuti si favoleggia che nel Nord cresca un abete gigantesco che porta dei nidi sui suoi rami, dove si trovano gli sciamani, i maggiori sui più alti, i medi su quelli di mezzo e i minori sui più bassi. L’Uccello Madre da Preda, che ha testa d’aquila e piume di ferro, si posa sull’Albero dove depone le uova per poi covarle: lo schiudersi di quelle che contengono i grandi sciamani richiede tre anni d’incubazione, due quello dei medi e uno quello dei minori.

Nel calendario celtico l’abete era consacrato al giorno della nascita del Fanciullo divino: giornata supplementare che seguiva al solstizio d’inverno. Il legame fra l’albero e il solstizio è documentato anche nei Paesi scandinavi e germanici, dove nel Medioevo ci si recava poco prima delle feste solstiziali nel bosco a tagliare un abete che, portato a casa, veniva decorato con ghirlande, uova dipinte e dolciumi. Intorno all’albero si trascorreva la notte allegramente: un’usanza radicata, se nel XV secolo Geiger von Kayserberg, un predicatore della cattedrale di Strasburgo, condannava gli eccessi orgiastici di quella notte passata intorno all’abete.

L’abete nei paesi latini

Nei paesi latini l’abete natalizio, forse presente in epoca barbarica nei territori invasi dalle popolazioni germaniche e poi scomparso dopo la loro evangelizzazione, penetrò molto più tardi. Solo nel 1840 la principessa Elena di Mecklenburg, che aveva sposato il duca di Orlèans, figlio di Luigi Filippo, introdusse l’albero di Natale alle Tuileries, suscitando la sorpresa generale della Corte.

Fu così che l’uso di decorare per Natale l’abete bianco e quello rosso si diffuse a poco a poco anche nei paesi latini, a simboleggiare la nascita del Cristo, anzi a trasformarsi in un simbolo del Cristo come Albero della vita per una curiosa analogia con le tradizioni siberiane. Ad Assisi, nella cappella del monastero di Santa Croce, dove vivono le suore cappuccine tedesche, nella notte di Natale campeggia un abete sotto il Crocifisso dell’altar maggiore, mentre altri alberi decorati con striscioline di carta e candeline sono disposti lungo la navata.

Anche gli addobbi dell’albero sono stati interpretati cristianamente: i lumini simboleggiano la Luce che il Cristo dispensa all’umanità, i frutti dorati insieme con i regalini e i dolciumi appesi ai suoi rami o raccolti ai suoi piedi sono rispettivamente il simbolo della Vita spirituale e dell’Amore che Egli ci offre. Radunarsi, la notte di Natale, intorno all’albero significa dunque essere illuminati dalla sua luce, godere della sua linfa, essere pervasi dal suo amore.(informazioni tratte da Florario – A. Cattabiani)

 

Nome latino: Abies alba

Nome italiano: Abete bianco

Nome dialettale: Laès

Nome inglese: Silver fir

Nome tedesco: Weißtanne, Fichte baum

 

Dimensioni altezza e chioma

Mediamente raggiunge i 40-50 m di altezza ma sono stati misurati abeti di 60 m e più; il diametro del tronco a 1,30 m può raggiungere i 2 m ma, in alcuni casi può arrivare anche a 3 m. Ha chioma densa e di colore verde scuro con dei riflessi argentei dovuti al colore degli aghi nella pagina inferiore, nelle piante isolate porta rami fin dalla base anche da adulto ma, in bosco, si spoglia presto fino a più di ¾ del suo fusto lasciando il tronco pulito e il legno senza nodi.

Origine

Sono collocati sui rilievi della Germania centro-meridionale, nei Carpazi, sulle catene montuose della penisola balcanica centro settentrionale e lungo la catena alpino-appenninica.

Habitat

L'abete di montagna vegeta in zone montane, ad altitudini comprese tra i 500 e i 2100 m, trovando il suo clima ideale nelle zone a piovosità e umidità atmosferica medio-alte comprese tra i 900 e i 1800 m.

Tipo di terreno

Luce, buio: Può vivere in zone d’ombra, ma allo stato adulto ha bisogno di vivere in piena luce.

Zone asciutte, umide: Diversamente dalle altre piante, l’ abete bianco ama l’ umidità e i terreni molto profondi e freschi.

Si associa a quali piante

 Può formare estese foreste associandosi al faggio (Fagus sylvatica), albero con il quale condivide esigenze climatiche e pedologiche, mentre a quote subalpine si può trovare associato al larice (Larix decidua) e all'abete rosso (Picea abies).

Peso specifico legno verde /secco 

Essiccato da 370 a 750 kg/m3  – Verde da 770 a 1230 kg/m3

Usi tecnologici

L‘Abete bianco è un legno da lavorare con tutti gli utensili senza alcuna difficoltà. Esso si può tranciare e sfogliare facilmente; può essere intagliato e tornito molto agevolmente. Viene impiegato molto spesso per le costruzioni di interni, nelle industrie del mobile. Quelli dei paniforti lo usano come listelli o blocchetti per le anime interne dei paniforti stessi.

Usi farmaceutici/alimentari/altro

Salute:
Affezioni delle vie respiratorie, asma, bronchite, catarro nei bronchi e nei polmoni, enfisema, mal di gola, raffreddore, tosse: con azione balsamica ed espettorante, assumere all’occorrenza durante il corso della giornata 1-2 tazze (pari a 250-350 g circa) di decotto di gemme per uso interno, se il gusto è troppo sgradevole, è possibile dolcificare con un cucchiaino di miele di Acacia. In caso di catarro, con azione anticatarrale e fluidificante, assumere il macerato preparato nel seguente modo: fare macerare, per 10-12 giorni, 30 g circa di foglie e rametti di abete bianco in un litro di birra chiara, trascorso il tempo di macerazione, colare e conservare in un luogo fresco e asciutto, la dose consigliata è 2-3 bicchierini il giorno. Se i sintomi e i disturbi persistono, consultare il medico per evitare che la situazione peggiori.

Bellezza:
Bagno rivitalizzante, balsamico e deodorante: adatto anche per i bambini e soprattutto dopo un’intensa giornata sportiva. Avvolgere in una garza alcune gemme e rametti di abete bianco, metterli nell’acqua del bagno e lasciarli in infusione, quindi immergersi come di consueto per venti minuti.

Ultime Notizie

X
X
linkcross