Scuole medie San Pellegrino Terme – Gli studenti accolgono in casa compagni stranieri: ecco i loro pensieri

Gli studenti delle scuole medie di San Pellegrino hanno ospitato diciassette ragazzi e quattordici insegnanti di Portogallo, Sloveni e Turchia. Ecco l'esperienza raccontata dai ragazzi.
4 Gennaio 2018

All’inizio di ottobre, in occasione della settimana di accoglienza prevista dal Progetto Erasmus Plus in atto nell’Istituto Comprensivo di San Pellegrino Terme, diciassette ragazzi e quattordici insegnanti delle delegazioni straniere di Portogallo, Slovenia e Turchia hanno soggiornato tra noi. I ragazzi sono stati ospitati in famiglia presso i nostri studenti delle scuole medie; di seguito alcuni pensieri sull’esperienza che hanno vissuto in prima persona.

All’inizio ero curioso e un po’ spaventato di accogliere una ragazzo turco a casa mia. Io e la mia famiglia abbiamo preparato una cameretta per lui in modo da farlo sentire a proprio agio…Solo ora posso dire che è stata un’esperienza unica vivere una settimana con Umut! Anche lui in un primo momento sembrava timoroso, ma poi ha iniziato a sorridere e a giocare sia con me sia con mio fratello. Abbiamo scoperto di avere tanti interessi e caratteristiche in comune, in particolare, dopo cena, ci piaceva sfidarci a scacchi e Clash Royale. Posso dire che Umut ha lasciato un ricordo bello e ricco di emozioni a me e alla mia famiglia. Non mi aspettavo proprio di essere tanto fortunato ad accogliere in casa mia un ragazzo così simpatico e bravo.

Francesco Tassi

 

Grazie al progetto Erasmus, io e la mia famiglia abbiamo ospitato a casa per cinque giorni un ragazzo portoghese della mia stessa età di nome Gonzalo. Insieme abbiamo svolto numerose attività: il momento di “Benvenuto” nella palestra della nostra scuola, il saluto delle autorità, le visite a Milano, a Bellagio, in Città Alta, una camminata a Cornello dei Tasso… e la memorabile serata dei saluti. Per me questa esperienza è stata molto emozionante perché mi ha dato la possibilità di conoscere culture diverse e fare nuove amicizie. La rivivrei di nuovo e continuo a mantenere con gioia i contatti con tutti i ragazzi delle delegazioni straniere.

Erik Basso

 

Questa esperienza mi ha fatto divertire molto, ho pianto, riso… me la ricorderò per sempre, io e Sofia ormai eravamo sorelle. Ora siamo ancora in contatto e spero che sarà così per sempre. Spero di andare a trovarla, con la scusa che abita al mare…

Camilla Bonaiti

 

All’inizio mi vergognavo a comunicare con Ela perché non mi sentivo brava, poi con l’aiuto di mia sorella, i gesti e quello che sapevo di Inglese, siamo riuscite a parlare, giocare e persino cucinare insieme preparando dei buonissimi pancake! Mi piaceva stare a sentirla parlare in Inglese e mi piacerebbe imparare come lei. La settimana è volata, abbiamo fatto tante cose insieme ai ragazzi dell’Erasmus, visitato posti bellissimi e conosciuto nuovi amici. Spero davvero che queste esperienze possano continuare perché per me sono molto importanti…un conto è studiare Inglese a scuola, un conto è ritrovarci a parlare facendoci capire! In questi giorni ho imparato nuovi termini, modi di dire che prima dovevo pensare come si dicevano ora mi vengono più veloci.

Martina Cavagna

Ho ospitato un ragazzo sloveno di nome Jaka Kovacic che ha 13 anni e vive a Skofia Loka-Mesto. Sono molto felice di aver trovato un nuovo amico simpatico, educato e di aver condiviso con lui momenti molto piacevoli sia durante le uscite scolastiche, sia nei momenti liberi come a casa e in oratorio. Appena ci siamo incontrati c’è stato sicuramente un po’ di imbarazzo che è subito passato grazie a due tiri al pallone la domenica al campo. Durante questa settimana abbiamo potuto conoscerci sempre più, sono molto felice di questo, tanto che ora sento la sua mancanza. Spero di avere ancora la possibilità di ospitare e magari anche di essere ospitato grazie a questo bellissimo progetto chiamato Erasmus Plus.

Alessandro Ruggeri

 

Io ho ospitato Huriye Bayik, ragazza turca di 13 anni. Mi sono trovato bene, anche se spesso ero in imbarazzo perché non ci capivamo. È stata una bella esperienza, ho legato anche con gli altri ragazzi: turchi, portoghesi e sloveni. Spesso la ragazza piangeva, non tanto secondo me per noi o perché non si trovava bene, ma tanto per la nostalgia dei genitori e di casa. Mi spiazzava, ma in qualche modo ce la cavavamo. Credo che si sia divertita perché quando tornava a casa dopo le gite era felice. Ha fatto molto shopping, soprattutto a Milano. L’ultimo giorno un po’ le dispiaceva, ma era contentissima di rivedere i suoi cari e di tornare nella cittadina nella quale viveva, Aydin. L’esperienza mi è piaciuta, ora vorrei fare la aprte dell’ospite.

Davide Zilli

 

Io ho ospitato Joao, mi è piaciuto quando abbiamo costruito con i Lego, quando siamo andati a fare le gite. Però mi è dispiaciuto quando è andato via in Portogallo.

Riccardo Monaci

 

Le emozioni che ho provato sono state bellissime, anche perché ospitare una persona straniera a casa non capita tutti i giorni e specialmente ho potuto potenziare il mio Inglese. La bambina che ho ospitato si chiama Matilde Lopes, ha 12 anni, è una ragazza dolce, simpatica e molto socievole. La prima sera siamo andate in pizzeria e lei si mise a piangere, ma poi chiamò i suoi genitori e si tranquillizzò. Arrivati alla sera d’addio si mise di nuovo a piangere perché non voleva tornare a casa. La sua migliore amica tutt’ora scrive ad un alunno di classe 2^ che lo ama e vuole tornare da lui. Insomma è stata una settimana bizzarra, anche perché ho tralasciato molte altre cose divertenti. Io sono già andata in Portogallo, è stato molto bello essere ospitati.

Maria Vittoria Mannello

 

Sono stato molto felice quando ho accolto la bambina di nome Asli. Con tutti gli altri sloveni, portoghesi, italiani e turchi mi sono divertito tantissimo, tanto che volevo che stessero anche più di un mese. Insieme abbiamo fatto molti giochi: corsa nei sacchi, giochi turchi e palla campo. Abbiamo fatto anche molte gite: a Milano, a Bergamo, a Camerata Cornello e a Bellagio. Asli la sera tornava a casa mia a dormire, ma era molto timida e parlava pochissimo. Dopo l’ultima sera che ci siamo visti mi veniva da piangere perché dovevo lasciare i miei nuovi amici. È stata comunque un’esperienza positiva perché abbiamo dato a lei la possibilità di conoscere come viviamo noi abbiamo capito che ci sono modi di vivere diversi dal nostro.

Aronne e Roberto Hagos

 

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