L’Italia dal 7 al 15 gennaio: weekend in arancione e introduzione di una ”zona bianca”

Il Governo è tornato a riunirsi per capire le prossime mosse da mettere in atto. Il prossimo weekend potrebbe diventare arancione, con due giorni di tregua (7 e 8 gennaio) in cui l'Italia potrebbe tornare gialla. Verrà introdotta poi una ''zona bianca''.
4 Gennaio 2021

Il 7 gennaio, all'indomani dell'Epifania, scadrà il DPCM che ci ha accompagnato durante tutto il mese di dicembre e nelle festività natalizie, imponendo forti restrizioni in tutta Italia. Il Governo è perciò tornato a riunirsi per capire le prossime mosse da mettere in atto e alcune indiscrezioni già iniziano a circolare: allo studio un calendario delle nuove chiusure dal 7 al 15 gennaio, regolato da un provvedimento-ponte ad hoc. Dopo quella data, tornerà il sistema a fase introdotto in autunno, con una ventata di novità a partire dai parametri di assegnazione che diventeranno più stringenti dopo il via libera del Cts e l'introduzione di una nuova “zona bianca” dedicata alle regioni con i valori migliori in cui tutto – o quasi – tornerà alla normalità.

Dal 7 al 15 gennaio: cosa aspettarsi nel provvedimento-ponte?
Il 7 e l'8 gennaio sembrerebbero essere gli unici due giorni in cui tutto il Paese potrebbe diventare giallo. La delicata decisione potrebbe essere assunta proprio in concomitanza con la riapertura delle scuole in presenza, seppure al 50%, degli studenti nelle scuole superiori. Una “battaglia” sostenuta dallo stesso premier Giuseppe Conte e dalla ministra Lucia Azzolina, ma che preoccupa gli scienziati, convinti che il ritorno sui banchi possa destabilizzare una già allarmante situazione Covid favorendone l'aumento dei contagi.

Tuttavia, nonostante si tratti di fascia gialla, non è sicuro che lo spostamento fra Regioni sia garantito: al vaglio del Governo la possibilità di prorogarne il divieto. Il 9 e il 10 gennaio, tuttavia, l'Italia potrebbe ripiombare in fascia arancione come accaduto nei giorni feriali del periodo natalizio. Una delle prime ipotesi era quella di estendere la pratica dei “weekend arancioni” fino a febbraio, ma ancora non si sa se possa avere trovato riscontro durante le lunghe riunioni politiche e tecniche. Uno speciale occhio di riguardo dovrebbe essere mantenuto per i piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti, ai cui residenti potrebbe essere concesso di spostarsi per 30 chilometri dalla propria abitazione.

Coprifuoco, parenti e amici
Come per Natale, potrebbe restare attiva la deroga che prevede le visite ad amici e parenti, in numero di due persone – esclusi figli minori di 14 anni – una volta al giorno, ed entro i limiti di coprifuoco. Coprifuoco che, appunto, dovrebbe restare dalle 22 di sera alle 5 del mattino: una proposta di alcuni scienziati avrebbe voluto anticiparne l'orario alle 20, ma secondo i ministri la misura non influirebbe in maniera determinante sui contagi.

Nuovi valori, più stringenti, per determinare le fasce a colori
Una temuta terza ondata ha spinto scienziati e governo a rivalutare gli indicatori che posizionano le regioni in una fascia più o meno severa. Così, in zona arancione entreranno le regioni con un Rt pari a 1 (attualmente la soglia è di 1,25), mentre in quella rossa rientrerà chi ha un Rt pari o superiore a 1,25 (ora è 1,50). Misure più stringenti, dunque, che metterebbero in pericolo anche la zona gialla lombarda, il cui Rt è risultato essere pari a 1 nell'ultimo monitoraggio settimanale. L'8 gennaio, in ogni caso, con l'arrivo di quello nuovo sarà possibile stabilire l'assegnazione precisa delle fasce di rischio.

La novità della “zona bianca”
Una quarta fascia di rischio, al cui interno potrebbero trovarsi solamente le regioni con gli indicatori migliori. A proporla il ministro Dario Franceschini, “per dare una nuova speranza ai cittadini” ha ribadito. Qui, infatti, potrebbero riaprire tutti i luoghi di cultura – vale a dire musei, teatri, sale da concerto e cinema –, i bar ed i ristoranti potrebbero lavorare senza limiti di orario e piscine e palestre tornerebbero a funzionare. Ad un passo dalla normalità, mantenendo però le regole base di contenimento quali mascherina, distanziamento e divieto di assembramento. La proposta dovrebbe diventare già norma di legge nel prossimo Dpcm, ma ancora non è possibile sapere né chi vi farà parte, né quali saranno i criteri necessari.

(Fonte: Il Corriere)

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