Ospedale San Giovanni, la denuncia di sindaci e Comunità Montana: ‘no ad un ospedale part-time’

L'Ospedale di San Giovanni Bianco ancora nell'occhio del ciclone di denunce da parte degli Amministratori brembani, che denunciano la carenza di servizi e di personale della struttura.
13 Febbraio 2020

L'Ospedale di San Giovanni Bianco ancora nell'occhio del ciclone di denunce da parte degli amministratori brembani. In Comunità Montana Valle Brembana, qualche sera fa, si è parlato delle condizioni della struttura ospedaliera, a partire dalla carenza di servizi a cui è necessario un adeguamento. A prendere parola, in particolare, il sindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi, che si è detto portavoce delle segnalazioni dei cittadini e dei medici dell'ospedale e di base, ed il presidente della Comunità Monana e sindaco di Lenna Jonathan Lobati, che ha sottolineato come non sia “accettabile avere un ospedale part-time”.

Part-time”, secondo Lobati e Milesi, sono soprattutto gli orari, ridotti, dei servizi offerti dall'Ospedale – che fa riferimento all'Asst Papa Giovanni XXIII: se ortopedico, chirurgo, pediatra ed anestesista sono presenti da lunedì a venerdì fino alle 17:30, come sottolineano i due Amministratori, non è confermato per il resto dei servizi, che fanno affidamento solo alla reperibilità degli specialisti in questione all'Ospedale Papa Giovanni.

Ma un ospedale, secondo la normativa citata anche nelle risposte di Asst, deve avere servizi che, invece, San Giovanni Bianco non ha – ha aggiunto Milesi – Ci dicono che se il servizio non c'è a San Giovanni Bianco, c'è reperibile il medico a Bergamo. La conseguenza è che la gente che arriva al pronto soccorso viene rinviata, a seconda della gravità, al giorno dopo oppure mandata a Bergamo. Così si prende in giro la nostra gente”.

Milesi punta il dito anche contro gli ambulatori e gli orari “fantasma”: “Li elencano, anche sul sito dell'Ospedale, ma senza gli orari. Perché se l'ambulatorio funziona un'ora al mese non è un servizio degno. Così capita, notizie uscite dall'Ospedale, che siccome nevica in Valle, la specialista che da Bergamo deve salire per l'ambulatorio scrive di annullare gli appuntamenti fino a febbraio, perché non ha un'auto adeguata. Ma ci rendiamo conto di come ci trattano?”

Nel 2017, come ha sottolineato Milesi, il piano di rilancio per l'Ospedale prevedeva un finanziamento ogni anno di 1 milione e 500 mila euro, di cui circa 1 milione per il personale della struttura. “La dirigenza mi ha confermato che quei fondi sono finiti nel calderone – afferma Milesi – e da allora al 2019, come ribadito dall'assessore Gallera in un'interrogazione, hanno assunto un solo medico. Ne erano previsti sette, tra cui un pediatra per l'alta Valle, oltre a sei infermieri e sei Oss. Quei soldi dovevano servire a pagare queste figure: non è la Regione inadempiente, ma la Asst. E la colpa è nostra che non ne controlliamo l'operato”.

Un'altra preoccupazione è quella per il pronto soccorso e per gli screening mammografici: le donne che abitano da Zogno in giù, infatti, sono mandate direttamente a Ponte San Pietro invece che a San Giovanni Bianco. Il presidente Lobati, a proposito del pronto soccorso, ha evidenziato gli incontri con la dirigenza e le richieste avanzate dalla giunta circa il ripristino di un'ortopedia, la ripresa degli interventi di ginecologia e di chirurgia pediatrica minore, oltre che la riattivazione della Pediatria come degenza sulle 24 ore. “La Valle Brembana – ha concluso Lobati – Non può accettare il progressivo depotenziamento dei servizi, a partire dal suo Ospedale”.

(Fonte: L'Eco di Bergamo)

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