Vaccino anti-Covid, in arrivo 3,4 milioni di dosi a fine gennaio: prima ospedali e RSA

Saranno 3,4 milioni le dosi di vaccino anti-Covid che verranno distribuite, a fine gennaio, in ospedali e Rsa italiane prima e ai soggetti più fragili, attraverso una campagna su larga scala, poi.
19 Novembre 2020

Saranno 3,4 milioni le dosi di vaccino anti-Covid che verranno distribuite, a fine gennaio, in ospedali e Rsa italiane prima e ai soggetti più fragili, attraverso una campagna su larga scala, poi. È quanto contenuto nella comunicazione visionata e riportata da Adnkronos e inviata dal commissario Domenico Arcuri alle Regioni per la predisposizione del piano vaccinazioni per contrastare la pandemia da Covid.

Come noto – si legge nella comunicazione – l'Italia ha aderito all'iniziativa dell'Ue per l'acquisto del più ampio portafoglio possibile di vaccini. I primi potrebbero essere disponibili già a partire dai primi mesi del prossimo anno”. In particolare, ad arrivare nel nostro Paese sarebbe il vaccino Pfizer, il cui iter di validazione pare essere il più avanzato (e dall'efficacia più alta rispetto agli altri candidati, pari a più del 90%), che permetterebbe “di disporre già da fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 milioni di persone – come ha riportato dal commissario Arcuri –. È necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili”.

Priorità a ospedali e RSA, su questo il commissario non ha dubbi: “dobbiamo salvaguardare quei luoghi che nel corso della pandemia hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus, a partire da ospedali e i presidi residenziali per anziani”. Dopo toccherebbe a tutte le altre categorie di cittadini, per i quali sono previste modalità differenti di somministrazione in linea con l'ordinaria gestione vaccinale, attraverso una campagna su larga scala (ad esempio i drive-through, ovvero senza dover scendere dall'auto) a partire da quelle persone che presentano un elevato livello di fragilità.

Come deve essere conservato e somministrato il nuovo vaccino? Per garantire la sua integrità, si prevede che venga consegnato esclusivamente dal fornitore direttamente ai punti di somministrazione, in borse contenenti al massimo 5 scatole da 975 dosi ciascuna. Le caratteristiche di conservazione prevedono che il vaccino possa essere mantenuto per 15 giorni dalla consegna nelle borse del fornitore e 6 mesi in caso si disponga di celle frigorifere idonee, a temperatura -75°C+-15°C. Una volta estratto dalle borse o dalle celle, il vaccino – ogni fiala contiene 5 dosi – deve essere utilizzato entro 6 ore.

L'obiettivo del commissario Arcuri è quello di iniziare già a lavorare con le Regioni sul piano vaccino, individuando le strutture idonee. Entro il 23 novembre le stesse dovranno comunicare per ogni provincia il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri in cui si ritiene utile la consegna e somministrazione del vaccino.

Tale presidio – si legge nella comunicazione – dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone o più ma con multipli di 1.000 in 15 giorni”. “Al fine di definire il piano di fattibilità di questa prima fase di somministrazione – si legge infine nel testo, rivolgendosi ai governatori – è necessario che le regioni da Voi presiedute individuino, in ogni provincia, idonee strutture capaci di rispettare i vincoli sovraesposti quanto alle caratteristiche di consegna, di conservazione e di somministrazione”.

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