Nell’alta Val Brembana, sopra Carona, il team guidato da Stefania Casini, direttrice del Civico Museo Archeologico di Bergamo, sta proseguendo nella scoperta di tracce di incisioni rupestri camune.
Tra queste, vi è la roccia Camisana 1: un grande masso di 16 metri quadrati interamente coperto da disegni e scritte. Le incisioni indicano la presenza, in tempi antichi, di pratiche rituali legate al dio Pennino, divinità celtica delle montagne e dei valichi.
Le iscrizioni sono state realizzate con un alfabeto che deriva da quello etrusco, ma adattato ai suoni locali. Si tratta della prima testimonianza diretta del nome di Pennino in una forma non latina. Alcune scritte, invece, sono in alfabeto camuno, ancora oggi non decifrabile, ma sono scritte in lingua celtica, che gli studiosi sono riusciti ad interpretare. Questo spiega il collegamento con le popolazioni euganee che abitavano la Val Seriana e la Val Bondione, le quali, pur parlando una lingua non indoeuropea, utilizzavano questo antico sistema di scrittura.
Vicino alle iscrizioni sono state trovate anche immagini di divinità scolpite nella pietra. Una di queste raffigura probabilmente Tharanis, dio del tuono molto simile a Pennino, noto anche in altre zone celtiche come il Galles e l’Irlanda. Il lavoro di studio è iniziato nel 2005 grazie alla segnalazione di Francesco Dordoni e Felice Riceputi, ma solo nel 2014, con l’autorizzazione del Ministero, ha assunto il carattere ufficiale di ricerca archeologica.
Ogni estate, il gruppo di Casini ha lavorato nei pascoli dell’Armentarga, nella zona di Camisana e dei Piani di Sasso, studiando e mappando oltre 200 rocce con incisioni. Le immagini mostrano che la zona è stata frequentata per molto tempo e presentano soggetti diversi, tra cui scene di caccia con lance e cani, considerate tra le più antiche.
La datazione di molte incisioni e oggetti ritrovati risale al V-IV secolo a.C.. Con l’aiuto di un esperto di metal detector, sono stati trovati manufatti in rame, tra cui aes rude: piccoli pezzi di rame usati come moneta scambio o offerta votiva. Secondo Casini, questi ritrovamenti confermano l’esistenza di un santuario dedicato al dio Pennino.
I risultati della ricerca sono stati presentati mercoledì 7 maggio, in sala Galmozzi a Bergamo, da Stefania Casini durante il primo incontro del “Maggio Archeologico 2025”: una rassegna organizzata dall’Associazione Amici del Museo Archeologico. Il presidente Claudio Alebardi ha introdotto l’edizione di quest’anno, dedicata al tema “Storie intrecciate nel tempo alle sorgenti del Brembo“. La conferenza sarà pubblicata online nelle prossime settimane sul sito dell’associazione.