Informatica, roba da maschi? Macché, alle scuole di Cepino laboratori contro gli stereotipi di genere

Per troppo tempo, settori come l’informatica, la fisica o l’ingegneria sono stati percepiti come “maschili”, lasciando al mondo femminile gli ambiti più umanistici. Alle scuole di Cepino il progetto per un cambio culturale.
6 Maggio 2025

In un mondo ancora segnato da profonde disparità di genere, le discipline STEAM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica – possono rappresentare una potente leva per il cambiamento culturale. Promuovere l’accesso equo alle STEAM significa agire alla radice degli stereotipi che, fin dall’infanzia, condizionano le aspirazioni di bambine e bambini.

Per troppo tempo, settori come l’informatica, la fisica o l’ingegneria sono stati percepiti come “maschili”, lasciando al mondo femminile gli ambiti più umanistici. Questo pensiero continua a riflettersi nelle scelte scolastiche e professionali e quindi l’obiettivo della scuola è quello di contrastare questi pregiudizi con interventi mirati e un cambiamento di visione: ed è proprio qui che l’approccio STEAM può fare la differenza.

Investire in un’educazione STEAM inclusiva è fondamentale per il progresso collettivo della società e della Valle Imagna, dando occasioni agli studenti di crescere liberi coltivando i propri talenti senza stereotipi di genere. Questo pensiero sta alla base del progetto ideato dall’IMC Scuola di Cepino che, grazie ai contributi del Bando Futura per il potenziamento delle competenze STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Mathematics), ha avviato un ricco programma di attività laboratoriali volte ad avvicinare studenti e studentesse alle discipline scientifiche e tecnologiche.

Il progetto, dal titolo “In valle contro gli stereotipi di genere”, ha posto l’accento sull’inclusività e sull’abbattimento delle barriere culturali che ancora oggi influenzano l’accesso alle carriere scientifiche, in particolare per le ragazze. I percorsi proposti, integrati nella didattica curricolare, spaziano in numerosi ambiti: dal coding all’agricoltura 4.0, dalla microscopia all’intelligenza artificiale, fino alla progettazione grafica e alla serigrafia. Complessivamente, il programma prevede 144 ore di attività, condotte con il supporto di professionisti esterni e coordinate dalla professoressa Locatelli Elena, per garantire un alto livello di competenza e innovazione.

Proprio la professoressa Locatelli ha commentato l’andamento di queste prime settimane di laboratori: “Questi percorsi si stanno rivelando un’esperienza estremamente formativa e coinvolgente con uno sguardo rivolto al loro futuro; i ragazzi e le ragazze si stanno impegnando in proposte pratiche e concrete favorendo così l’inclusività e la collaborazione. Anche per noi docenti è stata un’occasione interessante per avvicinarci ad attività alternative come l’utilizzo delle serre idroponiche, la scoperta di microscopi avanzati e l’uso consapevole dell’IA“.

L’obiettivo è duplice: fornire agli alunni strumenti concreti per affrontare il mondo che cambia e costruire una scuola sempre più aperta, inclusiva e orientata al futuro. Un vero esempio di “scuola sconfinata”, capace di superare i limiti dell’aula per abbracciare le sfide del domani.

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