La beffa del bonus Covid: assessori e sindaci devono restituirlo. Todeschini: ”Un’assurdità”

Nei giorni scorsi, l'INPS ha chiesto a consiglieri, assessori comunali e sindaci lavoratori autonomi la restituzione del bonus Covid da 600 euro percepito a marzo e ad aprile 2020 come da Decreto Cura Italia.
18 Febbraio 2021

Nei giorni scorsi, l'INPS ha chiesto a consiglieri, assessori comunali e sindaci lavoratori autonomi la restituzione del bonus Covid da 600 euro percepito a marzo e ad aprile 2020 come da Decreto Cura Italia.

Risolutrice solo per metà, poi, la lettera inviata all'INPS da Giuseppe Bronzini, capo dell'ufficio legislativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dove è stato sottolineato che “quando il consigliere comunale beneficia unicamente di gettone di presenza, non sussiste situazione di incompatibilità”. Tradotto: non deve restituire il bonus Covid da 600 euro. Nonostante ciò, alcuni consiglieri comunali hanno comunque ricevuto la richiesta da parte dell'INPS. Inoltre nella missiva di Bronzini non vengono menzionati sindaci e assessori comunali.

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Una vera e propria beffa che il consigliere provinciale Demis Todeschini non vuole lasciar passa sotto traccia: “A seguito delle rimostranze, fatte anche dal sottoscritto presso i deputati di Fratelli d'Italia, il Ministero ha dato un importante chiarimento. Dispiace che alcuni consiglieri comunali abbiano già ricevuto la lettera per la restituzione del buono. Ma siamo tranquilli sul fatto che la cosa si possa risolvere, benché la lettera parli solo di consiglieri. A mio avviso, anche a sindaci e assessori dei Comuni sotto i 5 mila abitanti non andrebbe chiesta la revoca del bonus”.

È un'assurdità che sindaci e assessori, soprattutto di piccoli Comuni e che quindi percepiscono una miseria (spesso nulla), e che sacrificano ore alla propria attività come artigiano o commerciante, a favore della comunità, ora si vedano revocare il contributo Covid-19″.

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