La ex-cava di Strozza è area agricola per la Provincia: accolta la richiesta di Facchinetti e Todeschini

Una vittoria per Strozza e la sua ex-cava: in seguito all'osservazione della Comunità Montana Valle Imagna datata al dicembre scorso, la Provincia ha deciso di togliere l'ex cava nella “zona grigia” per inserirla invece nella zona agricola.
29 Aprile 2020

Una vittoria per Strozza e la sua ex-cava: in seguito all'osservazione della Comunità Montana Valle Imagna datata al dicembre scorso, supportata dalla lettera del consigliere provinciale e vicesindaco di Sant'Omobono Terme Demis Todeschini, la Provincia ha deciso di togliere l'ex cava nella “zona grigia” della rappresentazione cartografica (e quindi destinabile a zona produttiva) per inserirla invece nella zona agricola.

Questo purtroppo non limita le previsioni di legge in merito al procedimento di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) in corso – precisa Todeschini – ma sicuramente prende consapevolezza che quell'area non ha vocazione produttiva, come peraltro già indicato nei strumenti urbanistici del comune di Strozza”. Il Comune, infatti, ha già riclassificato da tempo la zona ad area di destinazione verde, con il fine di contrastare il progetto di insediamento di una discarica in Valle Imagna.

L'ex-cava di Strozza è stata difatti protagonista, nel corso degli anni, di un'inchiesta: l'intera area doveva essere oggetto di un recupero ambientale, dopo 70 anni di escavazioni, ma la bonifica – nei fatti – non c'è mai stata. Anzi, vi furono scaricati rifiuti speciali per un totale di oltre 100 mila metri cubi di materiale di scarto provenienti dall'esterni. Sei amministratori della ditta proprietaria, di conseguenza, finirono sotto indagine.

Alla luce del procedimento di VIA ancora in corso (che produrrà specifiche determinazioni) e del rapporto tra PTCP (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) e le determinazioni di atti urbanistici e di programmazione vigenti e in fase di definizione – si legge nel documentosi ritiene improprio introdurre, per tramite del PTCP, una ulteriore disciplina per l’area in oggetto, disciplina che sarebbe superata, nei fatti, sia da quanto già ora definito nello strumento urbanistico comunale vigente sia delle conclusioni del procedimento di VIA in corso. Al contempo, nelle rappresentazioni cartografiche si riconosce il fatto che l’area non è interessata da urbanizzazione”.

Un altro punto toccato dall'osservazione della Comunità Montana Valle Imagna riguarda il collegamento (un ponte, in realtà) est-ovest fra la nuova Villa d'Almè – Dalmine e l'area che comprende i Comuni di Almenno San Salvatore e Almenno San Bartolomeo, a cui si collega poi il resto della Valle Imagna, già presente nel PTCP della Provincia ma “declassato” in termini di progettazione.

Si condividono le motivazioni poste dai Comuni in merito alle criticità evidenziate, le sue motivazioni e l’opportunità del trasporto collettivo come leva per diminuire i carichi ambientali della mobilità dell’area occidentale del sistema bergamasco – si legge nel documento della ProvinciaCoerentemente con il complessivo scenario di potenziamento del trasporto collettivo che la proposta di PTCP in oggetto persegue […] individuando, attraverso un percorso concertativo tra gli Enti co-interessati, la fattibilità (anche in termini di alternative) di un corridoio dedicato a percorsi di qualità del trasporto collettivo in sede pro-tetta, propedeutico agli approfondimenti progettuali del caso”.

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