Le opere di Pietro Arnoldi in mostra a Vedeseta: dal 27 luglio un viaggio con lo scultore brembano

Lo scultore brembano, originario di Taleggio, inaugura con il Centro biblioteca di Vedeseta “Tracce di vita, emozioni di arte”.
9 Luglio 2025

A Vedeseta arriva una mostra monografica di Pietro Arnoldi. Lo scultore brembano, originario di Taleggio, inaugura con il Centro biblioteca di Vedeseta “Tracce di vita, emozioni di arte”: l’inaugurazione è fissata alle ore 11.30 del 27 luglio e la mostra terminerà il 23 agosto. Orari mostra: lunedì a venerdì 16:00 – 18:00 – sabato 10:00 – 12:00 e 16:00 – 18:00 – domenica 11:00 – 12:30 e 16:00 – 18:00.

Lo spunto, racconta Arnoldi, è nato da una richiesta locale. “Alcune persone del posto, che io stimo molto,  mi hanno suggerito di organizzare una mostra. È stata una cosa inaspettata perché ne avevo organizzata una nell’83 qui in zona e poi sono sempre stato in giro per il mondo. Quest’anno è arrivata la proposta, per me sarà come portare una prospettiva dei miei lavori, ce ne saranno di vecchi ma anche di inediti: la mostra mi coinvolgerà parecchio, durante la stessa farò una dimostrazione con la motosega e verrà proiettato un video sul mio parco di Pinocchio a Peghera”.

Arnoldi è entusiasta dell’opportunità: “Per me è molto coinvolgente, si tratta di tornare a un paese che ho lasciato quando ero piccolo, mi fa molto piacere che chi mi ha conosciuto mi abbia contattato direttamente. Può essere anche un’occasione di valorizzare il territorio, ci saranno tante iniziative legate alla Valle, è un modo per parlare della mia infanzia e del mio stare qui. Proviamo a portare l’attenzione su ciò che è ed è stato vivere in Valle. Saranno presenti quadri che illustrano l’attività del contadino, la favola di Pinocchio viene ricondotta al mestiere che si praticava nelle zone, anche per distrarre i locali con una storia che di per sé non è mai stata molto seguita, invece Pinocchio coinvolge perché riguarda tutti noi”.

La figura nata dalla penna di Collodi è un punto di riferimento per lo scultore, che ne fa un po’ il simbolo della propria arte. “L’ho reso la voce che collabora con lo studio, lui diventa una specie di unione tra la scultura e il legno, perché in quanto materia conosce meglio degli altri il legno stesso, dunque lui può parlare e presentare da sé la propria scultura. A proposito di ciò ho scritto un libro, in cui è proprio Pinocchio a parlare”.

Un’operazione anche concettuale, se si vuole, ma sempre legata alla realtà locale, nonostante Arnoldi si sposti molto per lavoro. “Io ora espongo in Trentino e a Milano, giro per il Nord Italia, ma conto di continuare a lavorare al parco di Pinocchio per aggiungere altre figure, certo, ci vuole tempo come per tutte le cose manuali.

Io ho voluto dare al podere che era di mio padre, a Peghera, l’attenzione che gli veniva data dai nostri nonni, un omaggio alla nostra eredità innanzitutto prendendomene cura: credo la scultura possa aiutare a raggiungere qualcosa che nella nostra società sfugge sempre più. Il riscontro è stato ottimo, si cerca sempre di coinvolgere le persone, perché voglio dare qualcosa in più agli altri, ovviamente nel mio ambito di scultore”.

opera arnoldi - La Voce delle Valli

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