In piena emergenza coronavirus, le scuole ed i suoi studenti sono fra chi ha incassato maggiormente il colpo delle direttive: lezioni sospese, migliaia di alunni a casa da quasi due settimane. Fra chi è felice di avere una piccola “vacanza” e chi, invece, è preoccupato perché prossimo all'esame di maturità, diversi istituti si sono organizzati per percorrere la via “smart”, sfruttando al meglio le tecnologie che tutti abbiamo a disposizione. Un esempio è il Liceo Linguistico dell'Istituto Turoldo, a Zogno, che – come tanti altri plessi della provincia – hanno organizzato i propri metodi di studio a distanza, creando delle vere e proprie classi virtuali.
Un'idea accolta con entusiasmo dai ragazzi. Lo sa bene la professoressa Giancarla Spurio, 61 anni, laureata in Lingue ed un master in Media Education Managment, insegnante di francese al Liceo Linguistico di Zogno che ieri ha “incontrato” schermo-a-schermo i propri studenti della prima superiore. “Erano eccitatissimi di rivedersi, anche se a distanza, dopo dieci giorni – ha spiegato la professoressa a Il Corriere – si sistemavano i capelli, chiacchieravano tra di loro, ho dovuto zittirli per iniziare a fare lezione”.
Le lezioni virtuali con G suite for education, una serie di strumenti creata da Google per supportare le attività via web, hanno già preso il via dalla scorsa settimana. A beneficiarne professori e studenti, in particolar modo quelli che provengono da posti lontani come l'alta Valle Brembana o addirittura da valli vicine. “Siamo in Val Brembana – ha spiegato la professoressa – per cui molti ragazzi abitano in piccoli paesi e non riescono a vedersi facilmente. Per loro la scuola è tutto: luogo di relazione, apprendimento, rete sociale. È chiaro che poi per gli studenti di prima superiore avere un contatto tra loro e con me è la cosa più importante: mi hanno chiesto informazioni sulla riapertura delle scuole, informato sui casi, mandato link di giornali online. Ma tornata la calma, ho condiviso le pagine del libro digitale, dato degli esercizi, caricato un video”.
Preoccupati per gli imminenti esami di maturità, invece, i colleghi della quinta superiore che temono di restare indietro con il programma. “Sono responsabili, ci tengono a sfruttare tutta l'ora di lezione, mi scrivono via chat se non hanno capito qualcosa, scaricano i documenti che condivido, fanno i compiti regolarmente. Incredibili!”. La conferma di un metodo che, per la situazione in cui si trova, funziona. E anche bene. Irene Zannella, 18enne e residente in Valle Imagna, ha raccontato la sua giornata tipo nella nuova classe virtuale.
“Dobbiamo rimboccarci le maniche, non possiamo perderci niente – ha spiegato – Noi siamo già una classe digitale e quindi questa modalità non ci è nuova: ognuno di noi ha l'iPad, sa usare microfono e webcam, sa interagire con la classe. E siamo tutti motivati a proseguire e studiare bene nonostante la chiusura da coronavirus. È stata una piacevole scoperta: invece di alzarmi alle 6:30 mi alzo alle 8. Posso seguire le lezioni dal mio letto in pigiama o alla scrivania, guardando le montagne. Mentre la prof spiega posso prendere appunti con Pages. E ci sono prof, come quella di filosofia, che caricano video lezioni che possiamo rivedere con calma. Quasi quasi potremmo fare sempre così… Il divertimento con i compagni manca, certo. Ma ora va bene così”.
(Fonte immagine in evidenza: bergamo.corriere.it)