Orco o custode del bosco? I misteri dell’uomo selvatico in Val Brembana nel libro di Belotti

La presentazione del libro si terrà sabato 31 maggio ad Averara, nell’ambito della rassegna “Erbe del Casaro”.
28 Maggio 2025

Dopo il primo libro pubblicato nel 2023, “Le vere historie inventate del Selvadego Homo”, l’autrice Elena Giulia Belotti, 58 anni di San Giovanni Bianco, torna con una nuova raccolta di racconti dedicati all’uomo selvatico, figura antichissima e misteriosa che popolava le storie narrate attorno al fuoco già mille anni fa. La presentazione del libro si terrà sabato 31 maggio 2025, alle ore 15:00, presso Soluna Italia Srl in Via Valtomasa 1/B ad Averara, nell’ambito della rassegna “Erbe del Casaro”.

Il nuovo volume si intitola “Di dentro e de fora dal bosco con il Selvadego Homo” e approfondisce la figura dell’uomo selvatico, personaggio noto in tutto l’arco alpino: dal centro della Germania ai Pirenei, dall’Appennino tosco-emiliano fino alle nostre valli, dove ancora oggi resistono affreschi che lo ritraggono, anche se la sua memoria è andata in parte perduta.

Le prime testimonianze scritte dell’uomo selvatico risalgono al 1200, in miniature e citazioni medievali. In tutti questi secoli, la sua figura si è evoluta: a volte è diventato orco o “uomo cattivo”, altre volte è stato visto come entità custode del bosco e delle montagne. “È un personaggio che porta agli uomini la conoscenza – spiega l’autrice – Insegna a fare il formaggio, a lavorare i metalli, a coltivare i campi, a curarsi con le erbe”. Una creatura rozza all’apparenza, ma profondamente connessa con la natura e con il sapere.

A differenza del primo libro, cui storie erano più semplici e asciutte, questo secondo libro si distingue per l’uso di un linguaggio più elaborato e ricercato. L’autrice utilizza termini in antico lombardo e bergamasco, insieme a parole che derivano del celtico e dal gallico. “Si tratta di una scrittura molto creativa: è un linguaggio particolare che va letto lentamente. É una sua particolarità”.

La raccolta comprende dodici racconti, ognuno dei quali esplora un aspetto dell’uomo selvatico. In uno insegna a fare il formaggio, in un altro a tingere i tessuti con le erbe. Parla con gli animali, medita, compone. È anche giustiziere e paladino della giustizia, sempre armato del suo randello: un bastone che usa per difendersi dagli animali feroci, per farsi strada nel bosco, o per ristabilire l’equilibrio. “Ho rispettato ciò che la tradizione ci ha trasmesso – sottolinea l’autrice – non ho aggiunto nulla di mio. Ho solo scritto storie in cui lui possa esprimere tutte le sue particolarità”.

Nonostante inizialmente il Selvadego Homo, appare come un uomo rozzo che vive nel bosco, in realtà per certi secoli è entrato nella commedia dell’arte come maschera che cantava e suonava in rima. Alcuni racconti si concludono proprio con versi poetici, a sottolineare questo lato più artistico del personaggio.

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