Il calcio come mezzo per essere felici, non attraverso la competizione, ma ritrovando il piacere di giocare con una palla tra i piedi. È la filosofia dietro JV Camp, le attività estive per ragazzi promosse da JV Academy, fondata cinque anni fa dagli ex calciatori professionisti Joelson Inacio e Vinicio Espinal e recentemente approdata in Valle Imagna (precisamente a S.Omobono) grazie alla collaborazione con la neonata Accademia Sport Imagna, una regia unica per il calcio giovanile (e non solo) in Valle Imagna.
Saranno tre le settimane disponibili, per ragazzi e ragazze fra i 5 e i 14 anni, presso il campo sportivo comunale di S.Omobono Terme, in via alle Fonti n.2: dal 14 al 18 giugno, dal 21 al 25 giugno e dal 26 giugno al 2 luglio. Il costo è di 225 euro a settimana, ma scontato a 100 euro per i ragazzi tesserati con le società sportive che entreranno a far parte dell'Accademia Sport Imagna (US Capizzone, Polisportiva Berbenno, Virtus Cepino, Pontegiurinese, Selino Alto, Corna Imagna, Polisportiva Mazzoleni, GS Strozza, Atletico Costa, Polisportiva Valsecca e US Roncola).
La quota comprende: pranzo e merenda, assicurazione RC, Kit di abbigliamento, servizio lavanderia. Per info e iscrizioni contattare i numeri 340.9825489 o scrivere a info@jvacademy.it. A questo link maggiori dettagli.
La filosofia JV Academy
Quale migliore occasione, dunque, per un incontro con i due ideatori dell’Academy? La prima domanda verte sulle origini della stessa.
“Gestiamo 28 camp in totale, è un bell’impegno. L’idea nasce nel 2016 quando Vinicio ha avuto l’idea – ricorda Inacio – mi ha chiesto di provare a fare un camp con il nostro approccio, qualcosa di unico. Il primo anno abbiamo avuto 27 ragazzi, l’anno dopo 60 e poi sempre di più. Ci siamo allargati ad Alzano, collaborando con la Virtus Bergamo che non faceva un proprio camp. Abbiamo rilanciato con 4 l’anno scorso, era un periodo complicato ma sono andati davvero bene!”.
Un successo che ha spinto gli organizzatori di JV Academy a investire sempre più tempo nei camp estivi. “Da lì siamo passati a fare le cose in grande, proponendo attività in paesi in cui magari non c’è un’offerta di questo tipo. La domanda è altissima, in tanti voglio partecipare”, spiega Jeolson. La concorrenza non manca di certo, ma Inacio ci spiega perché JV camp è diverso dagli altri. “Non insegniamo calcio in 5 giorni, non si può proprio fare. Cerchiamo di dare input ai ragazzi, non per allenarsi sulla tecnica ma per farne crescere l’autostima. I bambini devono sentirsi liberi di provare e soprattutto di sbagliare, non importa se qualcuno è più o meno bravo, l’importante è che si diverta”.
Un approccio che richiede “tanta sensibilità verso i bambini, puntiamo sul rapporto tra noi e loro. In un gruppo di 60 serve anche quello, l’attenzione a tutti perché provino e si mettano in gioco. Non è un CRE perché ovviamente siamo improntati al calcio. Tante società organizzano camp estivi, ma spesso si propongono di far diventare i ragazzi dei campioni, non va bene. Spesso sono i genitori a credere a queste cose, non è giusto, magari bastasse una settimana per imparare: sarebbe come andare a scuola un anno ed essere a posto per tutta la vita”.
Con l’arrivo dell’estate, dunque, si prova anche a fare una previsione sulla ripresa delle attività con i ragazzi. “Non sarà facile riprendere, l’assenza è stata lunga, i bambini hanno voglia ma sono diventati pigri, è normale. Il camp è fatto apposta per vivere la giornata, senza fretta di essere pronti per giocare la partita. Ritornare ai nostri ritmi di vita e allenamento sarà difficile, ma stimolante, occorrerà riabituarsi alla fatica. Se non si ha sensibilità nell’approccio ai ragazzi si arriva allo scontro, sono fasce di età delicate”.
Lo sforzo organizzativo è notevole, fortunatamente Joelson ed Espinal possono collaborare su una vasta rete di conoscenze. “Gli organizzatori siamo io e Vinicio, poi ci sono molti ex professionisti che collaborano con noi. Mio fratello Pià (ex di Atalanta e Napoli ndr) collabora spesso con noi, soprattutto sui camp in zona Brembate. Cerchiamo sempre di coinvolgere qualche ospite, non lo diciamo prima ai ragazzi perché questo è periodo di vacanze e organizzare un incontro è difficile, quando ci riusciamo è sempre una bella sorpresa”. Oltre a loro, spiega Joelson, ci sono tantissimi collaboratori che hanno sposato il progetto JV Academy e i suoi valori.
L’obiettivo principale è sempre il divertimento del bambino, fargli vivere un’estate diversa con la sua voglia di migliorarsi come persona. È naturale, dunque, che il camp non faccia distinzioni tra ragazzi e ragazze. “Siamo contenti di ospitare ragazze e ragazzi, il calcio è di tutti, una passione trasversale, da altre parti si vede meglio, il calcio si gioca misto, noi abbiamo sempre pensato così” chiarisce Vinicio Espinal. “Quest’anno abbiamo un camp solo al femminile a Monterosso: così le bambine sono meno timide e più libere di avvicinarsi allo sport, si sentono a loro agio. Crediamo sia una tema attuale, lo dimostra la cronaca recente. Come JV Academy ci schieriamo con certi valori che ci appartengono, avere al centro la persona vuole dire tanto, si guarda ad essa e alla sua felicità: occorre partire dai bambini, se si vuole cambiare qualcosa”.
Joelson rincara la dose. “Il pallone non ha colore, è per tutti. Si parte dai più piccoli per far capire che non è il sesso che conta, il calcio va bene per chiunque, noi andiamo oltre questa distinzione. Utilizziamo tre colori per le divise e uno è il rosa, non è un colore che determina chi è la persona e le sue qualità. Per noi è importante avere figure femminili nello staff, ai bambini piace molto, con loro si aprono davvero tanto”.
L'approdo in Valle Imagna in collaborazione con l'Accademia
Una filosofia che ha premiato: come detto, il successo dei camp targati JV li stessi in vari angoli della bergamasca. Recentemente, proprio JV Academy ha inaugurato una collaborazione con l’Accademia Sport Imagna ASD, nuova realtà sportiva valdimagnina che si propone di unire sotto un’unica società sportiva i giovani calciatori della Valle. “Volevamo arrivare anche in valle – dice Inacio – e siamo entrati in contatto con loro. Gli abbiamo spiegato la nostra filosofia, che si sposa perfettamente con loro. Il problema dei camp odierni – sottolinea – è la competizione. Ogni società sportiva offre la propria attività d’estate, se un bambino decide di cambiare squadra è visto come un tradimento. È sbagliato, nessuno cerca di “rubare” un ragazzino a qualcun altro”.
Vinicio è d’accordo. “Siamo noi ad essere valutati dal ragazzo, che poi può decidere di venire da noi. Se succede siamo contenti, altrimenti va bene comunque, nessuno è obbligato a scegliere un camp piuttosto che un altro. Le società devono capire che un bambino non è obbligato a restare lì, non può esistere un ricatto morale. Lui sceglie di andare dove sta bene e trova persone competenti: se sta bene, resta”.
Indubbiamente, il loro passato da calciatori ha aiutato Espinal e Inacio a capire meglio a quale tipo di pressione sono sottoposti i giovani giocatori. “La nostra esperienza ci ha sicuramente aiutati, il periodo nelle giovanili dell’Atalanta con i suoi sacrifici – ricorda Vinicio. – lì il fine è diventare tra i pochi che ce la fanno, la responsabilità è grande, così come il peso dell’errore. Se vogliamo, nel camp è l’opposto: cerchiamo l’aspetto intimo, umano, quello che spinge il bambino a prendere la palla e giocare, senza conoscere il gioco. Il pallone fa divertire e trasmette emozioni, vorremmo far risaltare il piacere di vivere il gioco”. “Da professionista devi controllare l’emozione – aggiunge Inacio – Nel camp non vogliamo questo, ma che i bambini si sentano sé stessi“.
Vinicio condivide un aneddoto: “Io ho cambiato casa diverse volte, mi sono spostato spesso. Quando posso, torno a Taormina, dove vivevo da ragazzo. Quello è il mio rifugio, dove ritorno alle emozioni vere. L’idea del camp è la stessa, un luogo in cui, dopo un anno di scuola e campionato, i bambini possano ritrovarsi per ricaricarsi: un porto sicuro in cui esprimersi”.
L’ultimo appunto della nostra chiacchierata non può non riguardare gli ultimi, eccellenti anni della stessa Atalanta che ha cresciuto Espinal e Inacio. “Sta vivendo risultati incredibili – dicono entrambi – non solo la società ma tutto un popolo, ora come ora è impossibile non essere tifosi dell’Atalanta, sta facendo qualcosa di fantastico”.
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