La forza di chi crede nella montagna: Ilario e il suo ”regno” caprino

Fra gli impervi terreni della frazione Grumello di Val Brembilla, si trova l'Azienda Agricola di Ilario Rota, giovane 35 enne che ha fatto dell'allevamento caprino la propria vita.
19 Febbraio 2021

Fra gli impervi terreni della frazione Grumello di Val Brembilla, si trova l’Azienda Agricola di Ilario Rota, giovane 35 enne che ha fatto dell’allevamento caprino la propria vita. La sua è una passione che si porta dentro fin da bambino, di quelle che sembrano scritte nel DNA alla nascita. “C’è un po’ anche lo zampino di mio papà – confessa Ilario – A casa trafficava sempre un po’ con il trattore, oppure lavorava la legna per conto suo il sabato e la domenica. Io lo seguivo, per aiutarlo”. Ma ad attrarre la sua giovane curiosità è l’attività agricola in generale: dallo sfalcio dei prati alla pulizia dei boschi. E poi c’è la zootecnia, una strada intrapresa quasi per caso ma che, nel tempo, ha saputo offrire numerosi e soddisfacenti frutti.

Ilario cresce e frequenta la scuola di agraria a Bergamo. Nel frattempo, in estate, si reca in Svizzera da uno zio per imparare da lui la vita d’alpeggio e osservare un po’ più da vicino quel mondo che lo affascinava fin da bambino. “Quando poi mi sono diplomato ho raggiunto un importante bivio della mia vita: seguire l’ambizione scolastica e proseguire gli studi, oppure mettere in pratica quelle conoscenze che avevo, ed infonderle in una realtà agricola tutta mia? – racconta il giovane – Avevo voglia di intraprendere qualcosa da solo. E così la decisione è venuta da sé”. Il primo pensiero di un allevamento nasce proprio in quel frangente, tanto da spingerlo ad avvicinarsi alle realtà locali.

Suo mentore un allevatore di San Pellegrino Terme, tale Gianmario Mosca, che lo ha aiutato a muovere i primi passi in un mondo tanto affascinante, quanto immensamente complesso. “Da lui ho imparato molto, è stato in grado di trasmettermi una forte passione – spiega Ilario – Grazie a lui ho deciso di intraprendere anche io quella strada che mi aveva insegnato, sommandola alle conoscenze che già avevo acquisito. È cominciato tutto un po’ per caso, in realtà. Poi da cosa nasce cosa e mi ha fatto conoscere un tecnico grazie al quale sono entrato in contatto con un allevatore di Mantova, che mi ha venduto il mio primo gregge di 16 capre”.

È il 2005 e Ilario sistema la stalletta di proprietà del nonno, vuota e in disuso da diversi anni, e lì inizia la propria attività, mettendo in pratica ciò che aveva imparato nel corso del tempo. Gli anni passano e la sua azienda agricola, da piccola che era, cresce sempre di più. Raddoppia il proprio gregge, frequenta corsi di aggiornamento e mette in piedi il suo primo, piccolo caseificio con autorizzazione. La passione diventa man mano un lavoro sempre più impegnativo e appagante, che lo spinge nel 2011 a compiere il “grande passo”: ristrutturare ed ampliare il fabbricato esistente, realizzando una vera e propria stalla a due corsie.

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Ora, nella sua azienda agricola, Ilario possiede una novantina di capre razza Saanen (ovvero le “classiche” capre bianche) che si nutrono di fresco foraggio locale, falciato da Ilario in persona. Oltre a qualche maiale e bovino da carne. “Abbiamo fatto un grande lavoro di miglioramento genetico, che ci ha permesso di aumentare le produzioni e la qualità del prodotto finale – spiega il giovane – Ne siamo molto soddisfatti”. I prodotti caseari, però, sono il vero fiore all’occhiello dell’azienda. Dai caprini freschi a quelli stagionati, stracchinelli freschi di 15/20 giorni, caciotte a pasta semicotta, formaggelle stagionate 3 mesi e più, ricotte.

E poi ancora yogurt, panne cotte e, più recentemente, l’erborinato di capra, un prodotto molto laborioso dal sapore intenso. “Siamo partiti con prodotti molto elementari – spiega Ilario – Poi, pian piano, quando si presentava la necessità di introdurre qualcosa di nuovo ci siamo rimboccati le maniche, informandoci sulla tecnologia di produzione e seguendo aggiornamenti e corsi”. Quello dell’allevatore è un lavoro complesso, che non conosce ferie o fine settimana. Ma per fortuna Ilario può contare sul grande supporto della sua famiglia: la mamma lo aiuta seguendo la stagionatura e i formaggi, mentre il papà – dopo la pensione – si è dedicato al lato pratico, occupandosi della manutenzione di macchinari e strutture. E poi c’è l’appoggio della moglie, anche lei appassionata del settore, che segue tutto il lato “burocratico” e tecnologico dell’azienda, mentre le sue bimbe di 4 e 2 anni già mostrano i primi segni di interesse verso l’attività di famiglia.

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Senza il loro aiuto, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente – racconta il 35enne – Poi ci sono le mie bambine, che ogni volta che vengono in stalla mostrano un grande interesse e vogliono sempre fare qualcosa, ad esempio pulire. Io permetto loro di fare le proprie esperienze, non so se da grandi avranno passione ma da quello che vedo sembra di sì. E, magari, può essere che fra qualche anno potrò contare anche su di loro”.

Una squadra affiatata, insomma, che porta avanti il buon nome di un’azienda agricola che può vantare una nicchia di fedeli clienti anche fuori provincia, a cui Ilario consegna personalmente i propri prodotti. “Quando hanno aperto altre realtà sul territorio, mi sono reso conto che noi, da soli, non riusciamo ad arrivare dappertutto – spiega – Lo spazio c’è ed è giusto che ad andare avanti siano anche gli altri. Io, dal canto mio, ho scelto di ampliare i miei orizzonti e spazi di mercato perché credo che limitandosi al solo mercato locale si corra il rischio di morire, oltre che di competere con gli altri”.

Sono gli inevitabili limiti di una realtà nata e cresciuta in montagna, su quei terreni impervi dove scegliere di restare è una scommessa per il futuro. Forse azzardata, sì, ma per Ilario certamente vincente. “Siamo nati qui e andiamo avanti qui – afferma – Certo, in passato ho avuto il rammarico di non essermi trasferito in pianura, dove forse avrei potuto esprimermi al meglio con la mia attività. Però è chiaro che anche lì esistono dei limiti. E così ho scelto di restare ed investire qui, in Val Brembilla. Sono scelte che, una volta fatte, ti condizionano la vita. Perché non puoi più tornare indietro”.

E allora si guarda al futuro con la speranza di un anno migliore, che possa compensare anche solo un poco quello difficile appena trascorso. “Mi piacerebbe realizzare uno spazio di assaggio dei miei prodotti, magari organizzando delle serate o eventi qui, in Azienda – conclude Ilario – Sarebbe un modo per valorizzare i nostri prodotti attraverso degli abbinamenti e delle degustazioni fatte in casa. È un’idea che, attualmente, non è ancora fattibile. Ma che sono certo prenderà vita con il tempo”.

Per maggiori informazioni sull’Azienda Agricola di Ilario Rota, visitare il sito web www.ilarioallevamentocapre.it.

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