Andrea Bolognini, l’amore per la politica ereditato dal nonno: “Oggi i giovani sono distanti, dobbiamo coinvolgerli”

Andrea Bolognini, protagonista della nuova puntata di Sotto la fascia tricolore: "C’è disinteresse diffuso, cerchiamo di coinvolgere i giovani in qualsiasi cosa, ma soffrono anche le associazioni, non c’è ricambio generazionale".
25 Giugno 2022

Se si pensa al sindaco di un piccolo comune, l’idea tipica è quella di qualcuno nato e cresciuto in loco, una persona che ha le proprie radici nel luogo che sarà poi chiamato ad amministrare. Ebbene, non è il caso del primo cittadino protagonista della rubrica di oggi: Andrea Bolognini, sindaco di Palazzago, è arrivato in paese poco meno di due decenni fa. “Sono del ‘75, farò 47 anni a settembre: sono originario di Villa D’Adda e mi sono trasferito a Palazzago quando mi sono sposato, nel 2004. Mi sono diplomato nel ’95 in ragioneria, ho fatto due o tra anni in fabbrica e poi ho iniziato a lavorare in una ditta in Brianza: sono cresciuto lì dentro, diventando responsabile amministrativo, nel 2016 sono andato in CMS a Zogno, dove lavoro tuttora”.

Accanto all’attività lavorativa c’è sempre l’attenzione per la politica. “Mio nonno è stato sindaco a Villa d’Adda, dal 1970 al 1980. Viveva con mamma, papà, due sorelle e uno zio: aveva un negozio di vendita e riparazione scarpe dove i cittadini si fermavano anche a parlare del paese. La politica un po’ si viveva in casa”. Un impegno che si è trasmesso. “Quando ho compiuto 18 anni c’era già la Lega Nord, ho partecipato alla sezione di Villa d’Adda, quando ero ventenne, senza però entrare nella lista locale (che poi ha perso). Dopo che mi sono trasferito a Palazzago, nel 2011, mi hanno contattato: quell’anno c’è stata una scissione della Lega a livello locale e così ho iniziato l’attività amministrativa”.

10 anni al servizio del Comune di Palazzago. “Ho fatto due mandati, prima come consigliere delegato e poi nel 2013 come assessore allo sport e alle associazioni: diciamo che è la delega che ti fa conoscere in paese e da noi ci sono oltre 20 associazioni, venendo da fuori questa cosa serve, ti introduce nella società. Io non sto fermo, sono entrato da subito nelle dinamiche del paese, mi do da fare e mi faccio coinvolgere, ho partecipato anche al palio correndo per la mia frazione perché mi piace essere parte della comunità”.

L’impegno amministrativo arriva al culmine lo scorso ottobre. “L’elezione dello scorso ottobre è stata un percorso naturale, ci eravamo già strutturati con l’Amministrazione precedente: ci ho pensato un po’, soprattutto per il lavoro e la famiglia, ho valutato il tempo e ho deciso di accettare. È impegnativo e lo sapevo, ma è una cosa che mi piace fare: abbiamo formato la lista ed è andata abbastanza bene, ma male per Palazzago” confessa Bolognini, sottolineando la disaffezione al momento elettorale: “L’affluenza è stata bassa, in paese non si era formata una lista avversaria, la percentuale di votanti mi ha lasciato deluso. C’è disinteresse diffuso e si cerca di recuperare, cerchiamo di coinvolgere i giovani in qualsiasi cosa, ma soffrono anche le associazioni, non c’è ricambio generazionale, è una cosa su cui lavorare costantemente. Credo valga ovunque, si è visto che anche alle comunali: se si arriva al 50% di affluenza è tanto, anche se il Sindaco è l’amministratore più vicino e la cosa mi preoccupa”.

Come detto, occorre trovare un equilibrio tra lavoro, amministrazione e famiglia: quella di Andrea è anche numerosa. “Mi sono sposato con Noemi, che abitava già a Palazzago, e abbiamo 3 bambini. Sono tutti inseriti molto bene tra oratorio e scuola, hanno le loro esigenze: ci si deve ritagliare la sera per avere tempo per loro, purtroppo il lavoro è impegnativo, a tempo pieno tutto il giorno, anche con lo smartworking, che però faccio dal Comune e mi impegna sempre”. Le giornate sono molto piene. “Ho le riunioni, sia ammnistrative che col partito, poi il sindaco ha tanti impegni, la domenica mi muovo tra parrocchia e associazioni: io cerco di portare anche i bambini dove riesco, come sul monte Linzone all’evento degli Alpini”.

Andrea sa di non essere solo e di poter contare su un grande appoggio.Mia moglie mi aiuta molto, porta avanti la famiglia, d’estate magari la serata è più lunga e stiamo insieme: il lavoro purtroppo non si può delegare, il ruolo di sindaco richiede di seguire le richieste in prima persona, il cittadino vuole parlare col sindaco, c’è poco da fare, serve il contatto diretto”.

Un contatto che priva il nostro primo cittadino del tempo per dedicarsi a sé. “In questi ultimi otto mesi ci siamo riusciti a gestire. Non ho spazio per me, a me piace molto la musica italiana, seguo lo sport ma ormai in casa non ho più il controllo nemmeno della tv (ride), mi piace il calcio, non pratico nulla perché non ho il tempo, anche se sarebbe utile trovare uno spazio da dedicare a me stesso: in genere tutti gli sport mi piacciono e so che dovrei farne, ma fisicamente mi manca il tempo”.

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