Le Torri medioevali di Averara: ne esisteva una terza, ora perduta?

Nel territorio di Averara sono visibili, ancora oggi, i resti di due torri medioevali: la Torre della Fontana e la Torre sopra la Corna. Alcune testimonianze storiche vedrebbero anche la presenza di una terza torre e di un Castello, ormai perduti.
8 Marzo 2021

Di quell'antico sistema fortificatorio non è rimasto altro che pochi ruderi, spettro di un sanguinoso periodo storico che ha visto forze ghibelline scontrarsi con le nemiche guelfe. Il territorio dell'alta Valle Brembana, dove gli assedi e gli attacchi in forze erano assai rari, fu nei secoli antichi un fiorire di fortificazioni, organizzati in pochi siti insediativi e molti punti di avvistamento e difesa.

La zona di Averara, in particolare, ricopriva un importante ruolo per le terre d'Oltre Goggia poiché al confine fra Repubblica di Venezia e i nemici Grigioni. Proprio qui sono visibili ancora oggi i resti di due fondamentali osservatori del tempo: la Torre della Fontana e la Torre sopra la Corna, silenti testimoni di un conflitto che vive ora soltanto nella memoria storica del luogo.

La Torre della Fontana si trovava lungo la Via Mercatorum, sul versante sinistro della Val Mora: alta circa 30 metri, la sua datazione si colloca fra il XIII ed il XIV secolo. La sua funzione, tuttavia, non era d'avvistamento – questo compito era assolto dalla torre sul lato opposto, con cui era in contatto visivo –, ma di tutelare la sottostante contrada della Fontana contro gli attacchi e controllare la strada che portava al Castello.

Sulla sommità di uno sperone roccioso, in posizione particolarmente dominante, si ergeva invece la Torre sopra la Corna: alta poco più di 10 metri, si trattava di un importante osservatorio che permetteva un ampio controllo di tutta la vallata, in particolare sulla strada che saliva verso il territorio di Santa Brigida e sulle fortificazioni di Piazza Brembana.

Almeno fino al Settecento, queste due torri rimasero attive sul territorio. Lo dimostra un dipinto seicentesco conservato nella Chiesa Parrocchiale di Averara, dove la Torre della Fontana viene raffigurata integra e coperta da un tetto a spioventi, una porta sul lato ovest e delle aperture ai piani superiori.

Alcune testimonianze storiche riportano la presenza della Torre della Fontana ancora in buono stato nel 1895, mentre una foto del 1959 pubblicata nella II edizione della Storia di Bergamo, a cura di Bortolo Belotti, conferma una sua parziale ricostruzione. Verso la fine del Novecento, il Comune ha infine provveduto al consolidamento e messa in sicurezza di quanto restava delle antiche torri, provvedendo alla loro illuminazione ed inserendole in un percorso culturale.

- La Voce delle Valli

Una terza torre dominava Averara?

Sebbene siano giunte fino ai giorni nostri testimonianze di due torri, alcune ricerche vedrebbero invece la presenza di una terza torre e addirittura di un Castello. Ma andiamo con ordine: poco più a Sud della Torre della Fontana, posto in un promontorio sulla valle di Roncale in località “Castello” sarebbero stati ritrovati i resti di un edificio risalente al XIII secolo, collegato attraverso passaggi sotterranei con la vicina torre. A prova della sua effettiva esistenza, la struttura compare anche nello sfondo del dipinto seicentesco nella Parrocchiale di Averara, lo stesso in cui è raffigurata la Torre della Fontana.

Oltre all'ormai perduto Castello, pare esistesse anche una terza torre nel territorio di Averara: nonostante la sua memoria, con il passare del tempo, sia andava via via affievolendosi – complice la mancanza di effettive prove della sua esistenza –, ci sono alcune testimonianze storiche che confermerebbero la sua presenza in tempi antichi. Nel 1767, tale abate Mazzoleni, ricordava infatti tre torri – due ancora in piedi e una distrutta da poco. Dove quest'ultima si trovasse però non è chiaro, forse a Sud del Castello o di una struttura posta sulla riva sinistra della Valmora, fra Averara e Olmo al Bembo.

Pare che qui vi siano i resti di un fabbricato in disuso da molti anni, denominato ancora oggi “La Tòr”, ovvero “La Torre”, forse correlata alla vicenda. Nonostante non presenti caratteristiche costruttive o materiali tipici medioevali non si può escludere un rifacimento nel tempo, così come è possibile che la gente del posto abbia assegnato alla struttura tale appellativo come estensione del toponimo di un edificio sovrastante. Forse la perduta torre di Averara.

(Fonti: altobrembo.it | Quaderni Brembani 3, Gabriele Medolago | Fonte immagine in evidenza: altobrembo.it)

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