Giovanni Milesi, maestro degli azzurrini del karate: "Sogno un percorso comune tra scuola e sport"

Da atleta a maestro, una vita sul tatami nel segno dei valori delle arti marziali. Giovanni Milesi, originario di San Pellegrino Terme, ha fatto del karate la propria essenza, una passione iniziata quasi cinquant’anni fa.
29 Dicembre 2022

Da atleta a maestro, una vita sul tatami nel segno dei valori delle arti marziali. Giovanni Milesi, originario di San Pellegrino Terme, ha fatto del karate la propria essenza, una passione iniziata quasi cinquant’anni fa: “Ho 55 anni e a 6 ho iniziato a praticare karate presso la palestra di San Pellegrino Terme: il maestro era Giuseppe Ghisalberti, ancora adesso, dopo tanti anni, il suo insegnamento me lo porto ancora dentro, è un faro nella mia attività”.

La strada è tracciata e Giovanni la percorre da quasi 5 decenni, lunghi e ricchi di esperienze: “Dopo aver iniziato sono stato indirizzato sull’agonismo, già da bambino. Da ragazzo ho avuto buoni risultati, ho vinto due volte i campionati italiani nei Kata, un combattimento immaginario in cui si eseguono forme e tecniche assegnate in base al tuo grado di cintura. Ne ho vinte altrettante nel combattimento reale, il Kumite”. Il percorso sportivo è ricco di traguardi: “Ho fatto presenza per due anni in Nazionale, anche lì con la squadra sono arrivate soddisfazioni. Il percorso era già importante, con stage che comunque dimostrano una capacità notevole. Ho cominciato con l’insegnamento nel 2006. Ovviamente, prima ho dovuto frequentare dei corsi, prima ho fatto quello per allenatore e istruttore, poi sono diventato maestro, hanno tutti mansioni diverse, il maestro è quello che ha maggiore libertà, gli altri sono più subordinati”. L’attività sportiva, però, deve continuare lontano dalla Valle: “Mi sono spostato da San Pellegrino per motivi di famiglia, ho conosciuto la mia compagna, è di Arcene, dove mi sono trasferito e qua ho aperto la mia palestra. È il mio lavoro, la sede principale è qui, poi abbiamo una palestra a Canonica e una a Verdello”.

Si tratta di attività che coinvolgono numeri importanti: “Abbiamo 80 allievi in totale, ho iniziato l’attività nelle palestre dal 2006 ed è sempre cresciuta, con gli allievi cerco di far vivere quello che ho fatto io, dunque ho iniziato con l’agonismo: consiglio sempre di fare le gare, chiaramente non a tutti, un po’ di selezione c’è sempre. Questo mi ha portato ad avere l’incarico di direttore Tecnico della Nazionale Giovanile e poi sono diventato Presidente della sezione lombarda dell’Associazione Nazionale, l’incarico inizierà il primo gennaio del 2023”. Un incarico prestigioso per Giovanni, che non si lascia spaventare. “Ho tantissime idee da mettere in campo, tra stage, gare a livello regionale. Il mio vero sogno è quello di unire scuola e karate. I ragazzi più grandi, in Nazionale, dovrebbero avere un rapporto tra queste due realtà, i risultati scolastici devono sempre esserci: se vai male a scuola non ti posso portare alle gare. Vedo tanta confusione nei giovani, dunque dobbiamo cercare di tenere un percorso. Troppo facile dire che noi non eravamo così, noi siamo diversi ma loro hanno altri mezzi che dobbiamo potenziare”.

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È proprio sui giovani che si concentra il lavoro di Milesi. “La Federazione per cui lavoro è la Word Karate Association e le altre discipline associate, la conosco da molto e puntiamo tanto al discorso giovanile, già da bambini iniziamo a formare gli azzurrini. Chi ha una marcia in più si allena in un certo modo, grazie a un sistema di stage e rating per avere tutto sotto controllo. Dietro la Nazionale maggiore deve sempre esserci una componente giovanile, la Federazione è molto attenta a lavorare sul futuro, per avere un ricambio sempre costante”.

Gli impegni dietro tre palestre non sono pochi, ma a Giovanni il proprio lavoro non pesa. “Non lo penso tanto come un lavoro, è la passione che muove tutto” spiega “non penso all’impegno, che è sempre tanto, anche la parte burocratica. Per fortuna è come se fossi ancora alle prime armi, quell’entusiasmo non manca mai, dal primo giorno ad oggi, ma non è facile. Tutti i lavori devono piacere, io ho la fortuna di avere questa passione. Collaboro con le scuole la mattina e con i professori di educazione fisica presentiamo i nostri progetti. Mi chiamano le scuole a cui interessa e, per qualche mese, presento la disciplina, non come semplice corso, ma si tratta di momenti più basati sul bullismo e sull’autodifesa. Oltre ai corsi, con gli allievi facciamo Karate in Acqua, li faccio allenare come in palestra, ma in piscina, per allenare la potenza e lo sforzo. Abbiamo il corso gioca Karate - aggiunge - per i bambini più piccoli, dai 4 ai 6 anni, i miei collaboratori danno una grandissima mano”. Non conta solo lo sport, c‘è anche un lato umano altrettanto importante.

“Per quanto riguarda gli allievi, la gestione è ovviamente legata a doppio filo con la famiglia, soprattutto con i piccoli. I nostri atleti vanno dai sei anni ai trent'anni, con i ragazzi si cerca di instaurare un rapporto di amicizia. I genitori ti raccontano della scuola, della crescita, ci sono anche questi aspetti da affrontare e io sono sempre disponibile a cercare di tenere i miei ragazzi sulla retta via”.

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