Cesare Ravasio: il colore che scorre nelle vene

Cesare inizia fin da giovanissimo la sua attività di pittore, formandosi con lo studio dei pittori italiani e spagnoli dell’800 e della scapigliatura lombarda
16 Febbraio 2021

“Se non avessi fatto l’artista, avrei fatto l’artista”, così si presenta Cesare Ravasio, pittore nato nella Bergamasca, sul confine con la Valle Brembana. Cesare inizia fin da giovanissimo la sua attività di pittore, formandosi con lo studio dei pittori italiani e spagnoli dell’800 e della scapigliatura lombarda. “Già da piccolo osservavo mio zio dipingere, e da lì ho appreso le prime nozioni e l’amore per la pittura. Fin da piccolo amavo i tramonti; più che guardare osservavo, ero un ribelle e fuori dal coro”, ci racconta nostalgico.

La sua passione per la tela e i colori nasce fin da fanciullo: “Mi ricordo che a 9/10 anni dipingevo e vendevo i miei piccoli dipinti a 50 lire”, ci spiega. Inizia i suoi studi d’arte frequentando l’Accademia Carrara di Bergamo, sotto la guida del maestro Trento Longaretti. Fece solo due anni di corso però, per poi continuare lo studio nel laboratorio del maestro Gilberto Peruta.

“Porto avanti questa mia vocazione, sì, vocazione perché ogni volta che dipingo un’opera, per me è come pregare, una liturgia del colore. Andrò avanti con la pittura finché avrò qualcosa da dire, da raccontare con i colori”, afferma orgoglioso.

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Nel corso della sua professione Cesare ha avuto modo di conoscere moltissimi personaggi del mondo dell’arte, della musica e della letteratura, condividendo con loro periodi di intenso lavoro artistico. Una figura che ama ricordare col sorriso è l’amicizia con Filippo Alcaini, pittore originario di Dossena: “Ho conosciuto il pittore Alcaini ai tempi dell'Accademia Carrara di Belle Arti a Bergamo. Con lui condividevamo l'amore per la Vera pittura, quella che ti viene dal cuore e ti lascia incantato davanti all’immenso colore. Con Alcaini parlavamo di arte, di ragazze e di musica, era sempre un piacere incontrare il suo sorriso, anche se a volte quel suo sorriso era segnato da eventi spiacevoli”.

Con la Valle Brembana e Valle Imagna Cesare ha un particolare rapporto: “Con la Valle Brembana ho dei legami affettivi, amici e collezionisti delle mie opere. I soggiorni a Dossena dove a fine anni ‘70 lasciai una testimonianza di una mia opera dipinta, dedicata ad una ragazza, su di una porta di un cascinale nel paese. Ho diversi acquirenti delle Valli Imagna, Brembana e Seriana”, ci racconta.

Il suo impegno artistico lo ha portato a commissioni di opere per musei , come il Museo Pittore Pellizza da Volpedo, oppure altri musei italiani, sia a commissioni private. Dal 1996 al 2005 ha tenuto a Bergamo dei corsi di disegno e di pittura. Ha poi organizzato innumerevoli mostre personali e ha partecipato a molte collettive.

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La maggior parte dei suoi capolavori è però custodita nel suo Atelier che ha aperto nel 2014 in Liguria: ospite d’onore all’inaugurazione l’amico Bruno Lauzi. Oltre a dipingere, Cesare ama anche viaggiare e collezionare cose antiche (libri, dipinti, mobili,…).

“I miei sogni nel cassetto, devo dire che li ho realizzati con la mia arte, svolgendo questo lavoro che mi ha dato e mi da tutt’ora tanto, anche se fare l'artista al giorno d'oggi è una vittoria si, ma anche un'impresa non facile: ci vuole costanza, determinazione, pazienza, amore e anche un po’ di fortuna”, ci racconta, per poi proseguire, “Se non avessi fatto l'artista, avrei fatto l'artista. Oppure il musicista, è un mio innato modo di vivere, “sono diventato quello che dovevo essere e non quello che volevo essere””.

Conclude poi l’intervista condividendo un dolce pensiero: “Voglio condividere con gli attenti lettori di questo giornale la gioia, la luce, e tutto il buon gusto del bello, condividere la speranza di un futuro colmo di colori e d’amore!”.

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