La Baita del Diavolo, quando il maligno è stato ad Ornica

La leggenda che diede il nome alla Baita del Diavolo, in Val d'Inferno, a Ornica.
2 Ottobre 2019

Molto tempo fa, due giovani pastorelli di Ornica, in alta Val Brembana, erano saliti come erano soliti fare ogni giorno in Val d’Inferno, per portare il loro gregge al pascolo. Mentre le pecore brucavano con tranquillità l’erba, i due ragazzi si misero a giocare per ammazzare il tempo e non si resero conto che gli animali si erano allontanati dal pascolo ed erano risaliti per la valle, alla ricerca di erba più verde e fresca. Si era fatto ormai tardi, e i pastorelli si accorsero dell’errore commesso.

Si misero così in marcia per ritrovare le pecore, risalendo verso la “sfinge” – la caratteristica roccia dalle sembianze umane che governa tutta la valle. Camminarono per un bel tratto, fino a quando videro in lontananza il gregge bianco che mangiava con ingordigia l’erba appena trovata. Rincuorati dal ritrovamento, che gli avrebbe risparmiato una lavata di capo da parte dei genitori per non aver vigilato con attenzione gli animali, si fermarono un attimo per riprendere fiato.

Fu così che videro sul versante opposto della valle una piccola baita diroccata, dal cui camino usciva un filo di fumo grigiastro. Meravigliati dal fatto che fosse abitata e affamati, i due giovani pastorelli si avvicinarono così all’edificio, nella speranza di racimolare qualcosa da mangiare, magari due fette di polenta con un po’ di formaggio per preparare un chishöl da abbrustolire.

Ma quando giunsero nei pressi della baita, scorsero da una finestrella una scena che raggelò loro il sangue nelle vene: al suo interno si trovava un uomo magrolino, con una lunga barba bianca e calvo, accanto al camino in cui scoppiettava il fuoco. Appeso al camino c’era un paiolo di rame, ma al suo interno non vi era la tanto agognata polenta, bensì innumerevoli marenghi – un’antica moneta – d’oro. Il vecchietto, con un ghigno, mescolava le monete come se stesse preparando qualcosa da mangiare.

Ogni tanto si allontanava dal fuoco e raccoglieva un fascio di vergella, dal quale tagliava piccoli pezzetti con un paio di enormi tenaglie e li aggiungeva alle monete nel paiolo. Che il vecchio stesse trasformando il ferro in oro? Questo si chiesero i due pastorelli, che ben presto fecero un’altra, terrificante, scoperta: al posto dei piedi, l’omino aveva due grossi zoccoli bovini. Non vi era più alcun dubbio: quello doveva essere il diavolo in persona.

Corsero a valle con tutta la forza che avevano in corpo per avvisare gli abitanti dell’incredibile e spaventosa scoperta. Un gruppo di uomini coraggiosi costituì un gruppo per andare ad indagare ed accertarsi del racconto. Una volta giunti sul posto, non vi trovarono più nessuno ma erano evidenti i segni del passaggio di qualcuno nell’edificio diroccato. Da allora, quella divenne per tutti la Baita del Diavolo.

(Fonte immagine in evidenza: sorisoleinmontagna.it)

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