Pietro Sonzogni: dal calcio all’atletica, di corsa. “In questo sport posso dare il massimo”

La svolta può arrivare in qualunque momento: un cambiamento che porta ad abbandonare la vecchia via per la nuova, trovando una passione fino a quel momento nascosta.
29 Marzo 2023

La svolta può arrivare in qualunque momento: un cambiamento che porta ad abbandonare la vecchia via per la nuova, trovando una passione fino a quel momento nascosta. È così per Pietro Sonzogni, l’atleta protagonista della rubrica di oggi: fino a 8 anni fa nel tempo libero era un calciatore, poi qualcosa è cambiato.

“Io ora faccio atletica: ho iniziato nel 2015 se non sbaglio, ero un po’ stanco del calcio e mi sono detto di provarci”. L’inizio è totalmente al buio: “Prima, non sapevo niente di questo sport, ho iniziato con dei gruppi un po’ amatoriali, mi sono legato ai vari ragazzi della Valle Brembana e il livello è salito col tempo. Diciamo che ho iniziato tardi, ho sempre giocato a calcio e mi dedicavo alla palestra, ho iniziato a correre per gioco e per quella volontà di migliorare sempre, con cui ho cercato di arrivare ai risultati che ho oggi, a 28 anni”.

Risultati possibili solo grazie all’impegno, che ha portato Pietro da un gruppo di amatori ad una delle migliori squadre di atletica, con tutti i cambiamenti che questo comporta: “Dopo un periodo da amatore mi sono unito all’Atletica Valle Brembana, soprattutto per migliorarmi. Inizialmente, potevo scegliere quali gare fare, poi sono stato seguito dal padre di un mio compagno, Franco Togni, ora invece sono seguito dal presidente Ferrari. Prima mi regolavo in base alla comodità delle gare, ora cerchiamo di mediare tra il lavoro e quello che serve a me e alla squadra”.

pietro sonzogni - La Voce delle Valli
Pietro Sonzogni (Credit Vittorio Pasta)

A proposito di specialità, “io faccio mezzo fondo prolungato, la mia specialità è strada e cross, in pista faccio più fatica, preferisco 10km e mezza maratona”. Per arrivare a correre certe distanze, l’allenamento è fondamentale e Pietro cerca di dare sempre il meglio. “Attualmente lavoro a Ponteranica in uno studio di ingegneria, quando posso mi alleno due volte al giorno: mi alzo vero le sei, corsa, lavoro e quando finisco faccio un altro allenamento. Ho un orario un po’ flessibile che mi permette di allenarmi bene, ma sono comunque 40 ore di lavoro e la difficoltà è trovare la quadra, non è facile: solo la passione e la volontà di migliorare ti fanno fare queste cose”.

Anche l’ambiente dell’atletica aiuta, specie dal punto di vista mentale: “Rispetto al calcio, è difficile paragonare gli sport, avendo raggiunto comunque un livello buono posso dire che nella corsa ci sono meno pressioni per piccole cose, nel calcio c’è un’estremizzazione forte, io ho giocato in Seconda categoria e c’è molta più pressione rispetto ad un campionato italiano di atletica. Nel calcio è molta di più e non la trovavo nemmeno tanto giustificata, dunque anche per quello ho cambiato”.

Un ambiente che aiuta a dare il meglio di sé. “Il ricordo più bello? Nel 2019, ho corso per la prima volta i 10mila metri sotto i 30 minuti. Quando ho iniziato facevo 38 minuti e mi sembrava impensabile migliorare tanto. Mi ha fatto capire che potevo giocarmela, meglio vai più voglia avresti di correre e di fare bene”. A proposito di gare, spiega Pietro “Durante le stagioni, il focus è sugli Italiani di cross e i 10mila metri: bene o male si punta sempre ai primi 10 e 15 posti” anche se le difficoltà non mancano, perché bisogna vedersela con i professionisti “si corre anche scontro gente che lo fa di mestiere: l’altro giorno ai 10 mila in pista sono arrivato 11esimo, ma la maggior parte di chi mi è arrivato davanti era professionista. Il mio è stato un percorso alternativo, vedendo la nostra società direi che per diventare pro bisogna partire dalle giovanili, specializzarsi su una disciplina e poi si diventa davvero competitivi”.

In ogni caso, le soddisfazioni non mancano, anche perché sono molte le occasioni per mettersi in mostra. “La stagione inizia nel periodo invernale con le gare cross – racconta – che sono andate bene tranne gli Italiani: ho avuto una prestazione scadente perché al via avevo 39 di febbre e non potevo fare di più, spero che sia stato solo un incidente di percorso”. Con la sfortuna non si può mai sapere, ma le aspettative per il 2023 sono ottime, non solo nell’agonismo, perché Pietro è pronto a provare nuove esperienze. “Ho in mente di fare diverse gare in pista per migliorare la velocità, poi il focus sarà a settembre con gli Italiani dei dieci chilometri e di tutte le gare su strada. Forse in inverno proverò una maratona, anche solo per divertimento, per saggiare la distanza, non so ancora dove di preciso. L’intenzione c’è, purtroppo più si allungano le distanze più bisogna allenarsi, già avere i miei tempi sulla mezza vuol dire allenarsi tanto, ma non posso correre 200 km la settimana e intanto lavorare, dunque la maratona sarà un test personale”.

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