Ravioli fatti in casa…ma per davvero, la sfida del micro-raviolificio di Valeria Offredi

La sua avventura inizia nel 2020, durante il lockdown, consegnando ravioli ai clienti quando ancora gestiva la bibliosteria di Cà Berizzi. Poi la decisione di farne la sua attività principale ad aprile di quest'anno.
10 Agosto 2022

Uno dei concetti con cui abbiamo preso confidenza durante gli ultimi due anni è quello di “smart working”, il termine tutto italiano che descrive il lavoro da casa. Ebbene, c’è chi ha approfittato di questa opportunità per dare una svolta alla propria professione e alla propria vita. Conosciamo allora Valeria Offredi, titolare di un’attività molto particolare.

“Vengo da Berbenno e ho 35 anni” si presenta lei. “nell’ultimo periodo, ho gestito la BibliOsteria di Cà Berizzi: sono stati quasi 4 anni, da maggio 2018 fino a gennaio 2022, inclusi gli ultimi due di Covid; perciò, gli anni effettivi sono un po’ meno”. È proprio durante quel periodo così particolare che Valeria cambia lentamente il proprio percorso. “A gennaio 2022 ho deciso di cambiare, mantenendo un’attività che avevo iniziato durante il Covid. Già qualche anno fa avevo preso lezioni da una signora delle mie parti che faceva i migliori casoncelli della zona: ho imparato a prepararli e li ho proposti al ristorante. Durante il lockdown di novembre 2020 la maggior parte dei ristoranti faceva consegne a domicilio, ma non aveva molto senso in Valle, così ho pensato di iniziare a vendere i ravioli a domicilio, i clienti li avrebbero poi cucinati a casa”.

Inizia dunque una nuova avventura, che ad aprile vede la nascita di “Quanto Pasta”, l’attività di Valeria. “Sono partita con scaprpinocc e casoncelli, mantenendo la logica che avevo al ristorante, usando prodotti locali e stagionali. Anche adesso cerco di usare le eccellenze del territorio, che unite all’artigianalità del prodotto fanno la differenza rispetto agli altri: nella bergamasca ci sono molte attività di questo tipo, ma la mia è diversa per il modo in cui faccio le cose”.

Non si tratta nemmeno di un raviolificio, come spiega Valeria.  “È una microimpresa domestica, che rispetta tutti i doveri che le imprese alimentare hanno, ma utilizzo uno spazio mio, ho una cucina all’interno della casa che è adibita solo a quello”. Una scelta particolare, ma vincente. “Mi conveniva questa formula, in questo modo posso essere più flessibile, posso personalizzare i ravioli che faccio in relazione alle intolleranze del cliente: sono celiaca e dunque so quanto siano importanti i prodotti senza glutine, alcuni clienti magari hanno allergie più particolari o chiedono un ripieno ad hoc, dunque posso soddisfarli tutti”.

valeria offredi 2 - La Voce delle Valli

Questo, unito alla ricercatezza dei prodotti usati, come lo strachitunt o il prosciutto crudo locale, rende Valeria qualcosa di più di una cuoca. “Sono decisamente più un artigiano, poi devo dire che un altro vantaggio del lavoro da casa è la flessibilità. Ho scelto questa strada anche perché sono mamma di un bambino e un altro è in arrivo, dunque riesco a gestire la vita privata. In più c’è l’artigianalità, il cliente sa che i ravioli sono fatti da me: partendo dalla scelta di ingredienti fino al confezionamento e alla consegna, perché non ho un punto vendita e porto i prodotti a casa, è anche un buon momento di confronto, per dare un consiglio su come condirli, è una differenza rispetto a tutte le altre imprese”.

Valeria può così aggiungere un tocco personale al proprio lavoro, diventando una one-woman-show che, per forza di cosa, deve fare tutto da sola. “Non riesco sempre a seguire tutto, specialmente dal punto di vista della comunicazione, che oggi è importante, i social sono impegnativi, qualche volta non ho tempo per fare foto e video. Si deve considerare anche il tempo di seguire la spesa, che faccio io. Questo porta ad avere un rapporto molto personale col cliente: chiamano me o mi scrivono, le domande e gli ordini sono per me, c’è sempre la relazione”.

Dopo 4 mesi di attività, si può allora tracciare un bilancio della strada fino a qui percorsa, che la nostra chef/artigiana giudica molto positiva. “Non è comunque una cosa partita da zero, avendo iniziato a vendere ravioli nel 2020, ma da lì i clienti mi hanno seguita e si sono ampliati. Certo, avevo un certo timore di iniziare una cosa nuova” racconta “ma sono molto contenta della risposta dei clienti, ne ho acquisiti di nuovo in fretta, io mi riprometto sempre di fare ricerca sulle ricette, produttori e prodotti, è un modo per vedere lo sviluppo dell’azienda per il futuro”. Una parola che non deve affatto spaventare: “Vedo che c’è l’interesse verso questo prodotto e verso come è realizzato e con quali materie prime: per come sono io, penso che non vorrei diventare troppo grande, questa dimensione molto personale tra me e il prodotto e il cliente è quella giusta, mi piacerebbe che restasse comunque una realtà molto basata sulla persona”.

Se volete seguire Valeria o siete interessati ai suoi prodotti, a questo link trovate il sito ufficiale, qua la pagina Facebook.

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