San Pellegrino, le ex stazioni riapriranno: bar e b&b, spuntano due proposte

Una bella notizia per le ex stazioni di San Pellegrino: all'ultima manifestazione di interesse due le proposte ricevute ed approvate dal Comune, da due privati di Brembilla e San Pellegrino.
8 Maggio 2019

Dopo due anni di tentativi e altrettanti bandi andati deserti, finalmente per le due ex stazioni ferroviarie di San Pellegrino la notizia che tutti aspettavano: all'ultima manifestazione di interesse sono state due le proposte ricevute ed approvate dal Comune, da due privati – uno da Brembilla e uno proprio da San Pellegrino.

Un'occasione unica per le due ex stazioni ferroviarie di piazza Granelli e di piazza Rosmini, che da qualche anno erano cadute in disuso. Ora, i due candidati – come da bando – dovranno presentare dettagliatamente ognuno il proprio piano gestionale, che farà da fondamenta per il prossimo bando vero e proprio aperto a tutti, ma con riserva di prelazione da parte dei due imprenditori candidati.

Se del progetto per l'ex stazione di piazza Granelli non è trapelato nulla, per quello di piazza Rosmini si prevede un programma convincente: verrà aperto un bar che offrirà dei servizi per la pista ciclabile, fra cui noleggio bici e anche auto e moto elettriche. Nell'edificio potrà esserci spazio anche per alcune camere stile bed & breakfast. “Entro 45 giorni – ha spiegato il sindaco Vittorio Milesi a L'Eco di Bergamo – dovranno presentare un progetto dettagliato che sottoporremo alla Soprintendenza. Quindi il bando di gara e l'auspicio è di poter vedere avviati i lavori entro fine anno, con riapertura dei due edifici per l'estate 2020”.

Le due ex-stazioni ferroviarie sono due fra le più evidenti e meravigliose testimonianze dello stile liberty che padroneggia gli edifici di San Pellegrino Terme. Edificate entrambe nel 1906 dall'architetto Romolo Squadrelli (lo stesso che realizzò anche il Grand Hotel), dal 2014 fanno parte del codice dei beni culturali e del paesaggio, un corpo organico con l'obiettivo di preservare il patrimonio culturale italiano, oltre che essere il crocevia del “trenino” della Valle Brembana. Le due strutture verranno concesse ai futuri responsabili per 30 anni.


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