Una favola di nome Scuola Pesca Valle Imagna, dal laghetto dei cigni al tetto del mondo

Il 2 luglio il Club Scuola Pesca Valle Imagna ha vinto il campionato mondiale di pesca alla trota con esche naturali in Francia. Il segretario Piraino: ''Eravamo la Cenerentola. Il futuro? Una sede vicino al laghetto dei cigni a Sant'Omobono''
14 Luglio 2017

Il 2 luglio il Club ASD Scuola Pesca Valle Imagna ha vinto il campionato mondiale di pesca alla trota con esche naturali nella finale tenutasi ad Arreau, in Francia. La squadra di campioni è composta da cinque ragazzi provenienti da diverse località, accomunati dalla passione per la pesca cresciuta grazie agli allenamenti e alle gare nel club valdimagnino: Andrea Giganti da Torino, che ha ottenuto anche il primo posto individuale, Nicola Prando dalla Val Brembana, Matteo Sigralli da Ponte San Pietro, Giordano Ducoli e Diego Galli da Brescia.

Questo gran risultato è stato accolto con entusiasmo dai membri del club, ancora increduli per aver raggiunto questo grande traguardo, come ci racconta il segretario dell’associazione Guglielmo Piraino.

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Guglielmo Piraino, segretario Scuola Pesca Valle Imagna

La nostra squadra era un po’ la Cenerentola tra tutte le partecipanti alla finale. Siamo partiti con la speranza di ottenere un buon risultato, ma di certo non ci aspettavamo di arrivare sul primo gradino del podio come squadra, e sul primo e secondo gradino a livello individuale. La competizione si è svolta in due giornate, eravamo emozionatissimi e fino all’ultimo momento la tensione è rimasta molto alta perché la differenza di punti con le altre squadre era veramente minima. Abbiamo vinto con grande sorpresa nostra, e magari anche di qualcun altro!

Ha detto che la vostra era un po’ la Cenerentola delle squadre: perché?

Intendo dire che ci siamo dovuti autofinanziare per partecipare alla gara, cercando di non far pesare tutto il costo della trasferta sulle famiglie di questi giovani; questo non è uno sport ricco. Abbiamo un solo grande sponsor, Artico: è un’azienda che costruisce canne da pesca, ed ha fornito l’attrezzatura alla squadra migliore della nostra associazione, quella che poi ha vinto. Però non abbiamo altri finanziamenti significativi. Si sopravvive comunque, non ci lamentiamo, però certo aiuterebbe avere qualche sponsorizzazione in più così da poter regalare una canna da pesca ai pescatori più giovani, o pagar loro l’iscrizione a una gara di pesca, che può arrivare a costare tra le 35 e le 40 euro.

La squadra campione del mondo è cresciuta nelle file della Scuola di Pesca Valle Imagna: com’è nata questa associazione?

Il nostro presidente è Leone Morlotti di Almenno San Bartolomeo, un pescatore storico nella bergamasca che è stato più volte campione italiano – e che compie 70 anni proprio quest’anno. La scuola pesca esiste perché lui l’ha voluta, circa 15 anni fa; tra i ragazzi della scuola sono emersi davvero molti campioni, nazionali, provinciali e regionali. E l’attività di formazione continua, infatti da tre anni organizziamo un corso di pesca per ragazzini dai 6 ai 16 anni a cui partecipano in media 40 ragazzi all’anno. Proprio come le squadre di calcio, cerchiamo di creare un bacino di giovani appassionati di pesca che se avranno voglia – senza forzare la mano! – potranno intraprendere la carriera agonistica. Il comune di Sant’Omobono si è sempre interessato alle nostre attività maifestando entusiasmo e solidarietà, in occasione della vittoria mondiale ma non solo.

La pesca sembra essere uno sport poco seguito: com’è la situazione vista dalla vostra associazione?

Se ci si pensa, prima o poi tutte le famiglie hanno avuto in casa una canna da pesca, o del papà, o del fratello, o del nonno. E’ uno sport minore certamente, ma nonostante tutto ha un seguito, magari anche perché è visto come un momento di relax – anche se durante le gare è tutto fuorchè rilassante, si possono arrivare a prendere 150 trote in tre ore! Comunque in Valle Imagna tantissima gente si dedica a questo sport: il laghetto dei cigni dell’associazione a Sant’Omobono Terme l’anno scorso ha superato i 400 soci, provenienti non solo dalla Valle ma anche da Milano, Lecco, Brescia e da tutta la Pianura Padana.

Come vedete il futuro della vostra associazione e dei vostri piccoli pescatori?

Ci piacerebbe davvero che questa disciplina diventasse più comune e popolare tra la gente. A volte c’è qualche pregiudizio, ma non molti sanno che per esempio la nostra associazione è una convinta sostenitrice della pesca no-kill, cioè della pratica di pescare e poi rilasciare il pesce. In futuro ci piacerebbe costruire una nostra sede nella zona del laghetto dei cigni di Sant’Omobono, magari grazie all’aiuto di qualche sponsor, così da poter anche sostenere i più giovani che vogliono approciarsi a questo sport.

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