Incidenti in montagna, Lobati: ”Può capitare a tutti, servono regole per fare prevenzione”

Il presidente della Comunità Montana Valle Brembana e sindaco di Lenna, Jonatan Lobati, lancia una interessante riflessione su Facebook
3 Settembre 2021

Il presidente della Comunità Montana Valle Brembana e sindaco di Lenna, Jonathan Lobati, lancia una interessante riflessione su Facebook legata al tema degli incidenti in montagna e all'assenza di un vero e proprio sistema di regole che possa aiutare nella prevenzione.

Di seguito il lungo post di Lobati.

“Ogni anno ne parliamo, lo commentiamo, lo critichiamo ma il problema si ripresenta puntuale quando ricomincia la stagione delle camminate in montagna, per poi esplodere con il periodo della raccolta funghi. Non è solo un problema della Valle Brembana, anche se la morfologia del nostro territorio contribuisce a inasprirlo, ma è un problema di tutto l'arco alpino ed è il problema degli incidenti in montagna”, scrive Lobati. 

“Va riconosciuto – prosegue l'amministratore –, la macchina dei soccorsi, tra Areu, Soccorso Alpino Speleologico, Servizio Saf dei Vigili del Fuoco e la Protezione Civile più in generale, ha fatto passi da gigante e le risorse per poter fare dei buoni interventi di ricerca e soccorso sono effettivamente notevoli e tempestive.  Pensate che solo in Lombardia sono disponibili ben 5 elicotteri con team sanitario a bordo, due di questi disponibili anche di notte oltre a quelli delle altre forze, ci sono droni, ci sono i cani da ricerca ma più di tutto conta il ruolo del personale a terra che oltre a essere attrezzato e preparato devo conoscere bene la zona di ricerca e le stazioni del Soccorso Alpino svolgono un ruolo fondamentale in questo.

 

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Ecco fatte le dovute premesse – prosegue Lobati nel suo lungo post – e volutamente senza soffermarmi sui costi di queste operazioni ( la vita di una persona anche se imprudente non ha prezzo), devo però rilevare che siamo completamente carenti sulla prevenzione e sulla riduzione del rischio, perché al netto del buonsenso che ognuno lo interpreta a suo modo, servono regole e riferimenti da rispettare, perché va detto, non siamo supereroi e la svista, lo scivolone può succedere a tutti, a maggior ragione quando per la raccolta funghi ci si allontana dai sentieri per cercare quelle meraviglie che il bosco regala.

Io non sono tra quelli che vogliono chiudere la montagna, anzi, credo che l'approccio graduale sia una palestra di vita che andrebbe insegnata nelle scuole, però penso sia giunto il momento per fare quel passo in più, come l'obbligo di indossare parte degli indumenti ad alta visibilità ( come viene chiesto ai cacciatori) e il dotarsi di sistemi elettronici di ricerca come quelli che si richiedono agli scialpinisti.
Non lo so quale sia lo strumento più adeguato, chi deve fare le leggi, ci pensi, ci provi a trovare una soluzione perché di morti e dispersi ce ne sono troppi per far finta di nulla.  Del resto anche il casco e le cinture di sicurezza sono presidi salvavita, ma è servita una legge per farli usare a tutti. Pensiamoci..”.

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