Corna Imagna, l’antica contrada di Canito rinasce (e si ripopola): domani l’inaugurazione

In barba a chi parla di spopolamento della montagna e di giovani che se ne vanno dai piccoli paesi, il Comune di Corna Imagna inaugura domani i lavori di riqualificazione del nucleo storico della contrada di Canito.
29 Giugno 2018

In barba a chi parla di spopolamento della montagna e di giovani che se ne vanno dai piccoli paesi della valle, il Comune di Corna Imagna inaugura domani, sabato 30 giugno alle 16.00, i lavori di riqualificazione del nucleo storico della contrada di Canito, risultato del più ampio progetto “Contrade” raggiunto anche grazie all'impegno di diversi privati che hanno contribuito concretamente al rilancio del piccolo borgo storico.

I lavori sono cominciati lo scorso anno con l'ammodernamento di tutti i sottoservizi (acqua, metano, elettricità) della contrada e l'installazione di una nuova illuminazione a led con lanterne ad hoc. In questi giorni è stata infine rimessa a nuovo la pavimentazione della parte pubblica che va a completare l'intervento comunale. Il progetto, cominciato sulla carta circa tre anni fa, ha visto anche la stretta collaborazione di alcuni cittadini proprietari delle abitazioni del nucleo storico della piccola contrada, ormai disabitate da tempo.

Un impegno economico da parte del Comune di circa 50 mila euro, cifra raggiunta anche grazie al contributo di UBI Banca e della Comunità Montana Valle Imagna. Circa 20 mila euro la cifra messa invece sul piatto dai proprietari degli edifici del nucleo storico, che hanno quindi contributo anche economicamente al progetto di rilancio di Canito. 

“Le nostre contrade hanno subito negli anni un processo di spopolamento e di abbandono  – spiega Giacomo Invernizzi, sindaco di Corna Imagna –. Canito è tra l'altro una delle più vecchie contrade della Valle Imagna, forse addirittura l'unica dove i tetti sono ancora tutti in piode. Con questo intervento vogliamo dare uno stimolo ai privati, in modo che le case del centro storico della contrada, al momento tutte disabitate ad eccezione di una, vengano nuovamente vissute. Non però come dormitori, ma rivitalizzando la località anche dal punto di vista sociale ed economico. Ad esempio, la speranza è di creare terreno fertile per la nascita di piccoli esercizi commerciali o forme di accoglienza o ristorazione come B&B e piccoli ristori, che possano generare poi piccole forme di economia locale”.

E qualcuno – giovane – che ha intenzione di tornare nella parte più antica della contrada già c'è: Valentina Pellegrini, 26enne già residente nella parte più “moderna” della contrada e che in questi anni ha fatto da trait d'union fra gli abitanti e il Comune, si vuole trasferire insieme al compagno Paolo. I due giovani hanno infatti deciso di ristrutturare una delle case disabitate del nucleo storico di Canito.

Importante anche l'impegno della Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè (ente che gestisce gli interventi sociali nell'Ambito territoriale di riferimento), che da diversi anni sostiene e supporta il progetto Contrade del Comune di Corna Imagna all’interno della sua progettualità “Piccoli comuni”. “La finalità di tale progetto – spiega Marina Milesi, operatrice di ASC Imagna-Villa – è quella di favorire e promuove momenti aggregativi all’interno delle contrade storiche, coinvolgendo e attivando come risorsa gli abitanti del territorio. È importante nei piccoli comuni mantenere e promuovere il senso di comunità, di appartenenza e del prendersi cura del proprio paese. Attraverso questi momenti infatti si riscopre il piacere dello stare insieme, della condivisione e si tramandano alle nuove generazioni le tradizioni. È un progetto di cittadinanza attiva che ha importanti finalità anche per la promozione del territorio e del benessere di comunità”.

Durante l'inaugurazione verrà presentata la ricerca “Archeologia dell'edilizia storica in Provincia di Bergamo” a cura di Federica Matteoni, Giovanna Pedrali, Riccardo Valente, che ha visto anche l'analisi della genesi architettonica di Canito. Lo studio è stato finanziato da Fondazione Lemine e Università Cattolica di Milano,e il Comune di Corna Imagna ha partecipato (grazie ad un contributo del BIM), insieme ad altri nove Comuni della bergamasca. 

 

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