Marco Milesi, sindaco S.Giovanni Bianco: ”In Val Brembana test sierologico a tutti”

L'appello del sindaco di San Giovanni Bianco, Marco Milesi: ''Potrebbe essere d'aiuto per la Valle Brembana essere coinvolta in un test sierologico, sottoponendo tutti gli abitanti ed operatori del territorio''.
8 Aprile 2020

Per non lasciare che la Valle Brembana debba rincorrere ancora di più per poter, faticando, cercare di tenere il passo, potrebbe sicuramente essere d’aiuto per questo territorio essere coinvolto in un test sierologico, sottoponendo tutti gli abitanti ed operatori del territorio”: è questo l'appello di Marco Milesi, sindaco di San Giovanni Bianco, espresso in una missiva indirizzata al premier Conte, al Ministro della Salute Speranza, al presidente di Regione Lombardia Fontana, all'assessore Gallera, al presidente della Comunità Montana Vale Brembana e a tutti i sindaci della valle.

La proposta avanzata dal primo cittadino coinvolgerebbe tutta la valle, “geograficamente e socialmente adatta ad un simile test nazionale: una popolazione relativamente modesta, circa 40.000 persone. Un territorio delimitato dalle Prealpi ed Alpi Orobie e con poche vie d’ingresso e di uscita – si legge nel documento – Una popolazione che rispecchia, accentuandola, la caratteristica di invecchiamento e denatalità della nazione Italia; la presenza di medie industrie, di molte piccole imprese commerciali ed artigianali, di un ospedale vallare e di varie RSA. Quindi con tutte le caratteristiche per fare un’indagine veloce ma attendibile che potrà essere utile per l’Italia”.

Valle Brembana che vuole essere pioniere, nonostante le gravi difficoltà e le numerose perdite registrate a causa del coronavirus: quasi 400 decessi nel solo mese di marzo, “straziante, ma che rende l'idea di quanto questa valle abbia e stia soffrendo” ha commentato il sindaco Milesi, precisando: “un aumento del 2.000% dei decessi rispetto allo stesso mese dell'anno precedente”. Un modo quindi per aiutare tutti, per aiutare l'economia e la società a rimettersi in moto sottoponendo tutti i cittadini ad un'analisi accurata e standardizzata.

Chi ha già avuto il contagio e non è più portatore sano potrà contribuire a riavviare i contatti sociali, la cura delle persone, la scuola, la sanità, il lavoro – spiega Milesi – a chi ha in corso il contagio sarà richiesta una quarantena stretta ed isolata, ma continuamente monitorato nella salute e accudito per quanto possibile nei bisogni per tempi certi e non come un “fine pena mai”; a chi non ha avuto contatto con il virus Covid-19 si forniranno specifiche indicazioni e le opportune protezioni e ognuno deciderà responsabilmente cosa fare: ci sarà chi preferirà continuare a restare in casa, chi vorrà affrontare un rischio ormai ridotto”.

Un test sì, ma al tempo stesso agire e reagire. “Prepariamo l’ospedale con una organizzazione completamente diversa; cerchiamo di risolvere il problema delle RSA; prepariamo la ripartenza delle scuole: abbiamo nei nostri paesi scuole piccole e di medie dimensioni, scuole di montagna che sono state chiuse per mancanza di alunni – è l'idea di Milesi – Le riapriamo man mano con gli insegnanti e gli studenti del territorio che hanno avuto il test negativo e non sono portatori del virus. Anche i negozianti, i piccoli commercianti sono stati nostri eroi in questa occasione: consentiamo loro più flessibilità nel gestire le aperture, riconosciamo quanto hanno fatto con la spesa a casa alle famiglie, diamogli un incentivo”.

Una proposta per definire “una strategia, per affrontare le prossime settimane”: “Apriremo i nostri cimiteri, perché i morti vanno onorati, la nostra pista ciclabile, percorsa con maturità e responsabilità, apriremo i sentieri e le nostre montagne, che sono un sollievo per il corpo e per la mente. Sembrano quasi bestemmie. Ma se guardiamo sempre in basso vedremo e assaggeremo solo polvere”.

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