La Coppa Quarenghi non è soltanto un torneo: è un punto d'incontro fra squadre e realtà diverse, fra ragazzi che oltre alla competizione trovano anche i primi contatti con altri team, a prescindere dal proprio livello o provenienza. E quest'anno, alla Coppa, c'è anche una prima volta storica: quella di 17 ragazzi, la Nazionale Under 14 del Congo, che per la prima volta lascia il proprio paese d'origine per competere in un evento calcistico. Una squadra che è anche un po' una “sfida”, un progetto portato avanti dal Coordinatore Tecnico Fabrizio Cesana (nella foto con la maglia gialla) ed il suo staff tecnico, con il supporto del Ministro allo sport del Congo per portare un'organizzazione nel calcio giovanile del paese.
“Sei anni fa sono arrivato in Congo – spiega Cesana – Seguivo i giocatori Under 17 e Under 20, ma c'era una difficoltà: dove trovare i giocatori? Il Ministro ha quindi deciso di far partire questo progetto, due anni e mezzo fa, con la filosofia di realizzare una base partendo dai più piccoli e istituendo un Centro di Formazione a Brazzaville, la capitale della Repubblica del Congo. Qui, i ragazzi dai 13 anni in su, si incontrano e si allenano”.
La squadra che partecipa alla Coppa Quarenghi, è di fatto la prima nazionale Under 14, giovane non solo d'età ma anche di formazione perché creata da soli sei mesi. “Il calcio giovanile organizzato, in Congo, non esiste – continua Cesana – ma se tu vieni in Congo, vedrai ragazzi giocare dappertutto: il fatto di aver organizzato qualcosa è molto importante perché fino a quel momento, fino al 1 gennaio 2016, non esisteva niente. È tutto qualcosa di nuovo e partecipando a questo torneo cominciamo a valutare se il lavoro che abbiamo fatto è sulla strada giusta. E quello che abbiamo visto giovedì sera nel match inaugurale contro il Milan mi dice che lo siamo”.
La sfida con i campioni in carica svoltasi il 22 agosto ha visto la nazionale del Congo perdere per 1 – 0, ma i ragazzi ed il coordinatore non si sono persi d'animo, considerando il risultato non una sconfitta, ma una soddisfazione per aver giocato alla pari con gli avversari del Milan. “Noi siamo venuti qui per valutare il nostro lavoro – spiega Cesana – Qualcuno dice che l'arbitro avrebbe fatto un errore non assegnandoci un rigore, ma a noi non importa: non siamo qui per valutare la bravura degli altri, ma se il nostro lavoro sta dando i suoi frutti, per questo mi sento estremamente soddisfatto”.
“È stata una partita difficile soprattutto nel primo tempo perché noi non eravamo preparati a trovare così tanta gente, siamo rimasti sorpresi – sono le impressioni del giovanissimo calciatore Vignow Mbeh (in foto, ultimo a destra) sul match contro il Milan – Poi nel secondo tempo abbiamo giocato una grande partita e, se non fosse stato per l'errore dell'arbitro, probabilmente saremmo qua a parlare di un altro tipo di risultato. Il desiderio era quello di dimostrare che malgrado fossimo una squadra che arrivava da lontano e dal Congo eravamo in grado di combattere anche contro le grandi realtà italiane. La cosa più importante è di aver rappresentato bene il Paese, nonostante la sconfitta”.
È della stessa opinione anche il compagno di squadra Joseph Ndzokou (in foto, primo da sinistra), che ha commentato: “Nel secondo tempo abbiamo annullato praticamente il Milan, non è più uscito dalla sua metà campo. Abbiamo fatto degli sbagli in fase di conclusione e anche io penso che l'arbitro abbia fatto un errore”.
Vignow e Joseph sono rispettivamente difensore centrale, nonché capitano della nazionale, e trequartista, entrambi hanno 13 anni. Dopo aver visitato a Zingonia il Centro dell'Atalanta, in terra brembana hanno visitato San Pellegrino e incontrato gli alpini in baita, dove sono stati accolti con bevande e cibo. Nuove esperienze, prima volta in Europa e in una città italiana: tutto è nuovo per questi ragazzi, che hanno visto il centro liberty brembano con gli occhi illuminati dalla sorpresa di chi visita per la prima volta un posto nuovo. “Noi siamo contenti di essere venuti a San Pellegrino – raccontano – siamo veramente colpiti dall'accoglienza che abbiamo avuto e sarà veramente un grandissimo ricordo che porteremo nel nostro cuore”.
“Per i ragazzi è un'esperienza molto positiva, perché loro non sono mai usciti non solo dal paese, ma forse proprio da Brazzaville, la capitale: per loro è un qualcosa di fantastico, a cui speriamo di dare un seguito, magari l'anno prossimo” aggiunge il Coordinatore.
Fra una partita e l'altra hanno inoltre avuto l'occasione di incontrare e confrontarsi con coetanei delle altre squadre partecipanti, fra cui anche la Juventus.“C'è un po' un problema di lingua (i ragazzi parlano francese, ndr), però la presenza dei giocatori della Juventus per noi è sicuramente uno stimolo, perché abbiamo tutto da imparare da loro – spiega Vignow – Lo scambio culturale è una cosa molto importante”.
Il sogno nel cassetto di questi giovani atleti è quello di prendere parte, un giorno, anche in un campionato europeo come la nostra serie A o la Premier League, emulando le gesta dei loro campioni preferiti, fra cui Mbappé che mette d'accordo sia Vignow che Joseph. “Io amo i giocatori della Juve – racconta il capitano – il mio calciatore preferito italiano è Moise Kean (ex Juve, ora all'Everton ndr), che ha origini africane”. Un po' diversa l'opinione di Joseph “Il mio preferito italiano, invece, è Gattuso”.
Partecipare ad un campionato europeo è un sogno proiettato nel futuro; l'obiettivo imminente di questo grande progetto è invece la Coppa d'Africa del 2021, che si svolgerà in Camerun. “Devo dire che noi siamo stati accolti a San Pellegrino in una maniera fantastica e devo dire grazie a nome dello Stato congolese – conclude Cesana – Noi stiamo cercando di migliorarci sempre di più, anche se il mio compito, da tre anni, è quello di cambiare il trend del calcio congolese cercando di elevarne il livello. Questa squadra Under 14 è stata costruita per andare a giocare la Coppa d'Africa nel 2021: quello è il nostro obiettivo. Questo torneo è un punto di partenza e non di arrivo, stiamo andando in direzione 2021 e speriamo di farlo nel migliore dei modi”.