A Mazzoleni piccoli judoka crescono con il passaggio di cinture: “Ora testa alle gare”

Mercoledì 6 aprile una ventina di giovanissimi judoka agli esami per il passaggio di cinture presso il dojo della Polisportiva Mazzoleni a Sant'Omobono Terme, la prima volta per la realtà valdimagnina nata solo nel 2019 (in collaborazione con la ASD Shentao), ma capace di resistere alla "tabula rasa" sportiva della pandemia.
13 Aprile 2022

Mercoledì 6 aprile una ventina di giovanissimi judoka agli esami per il passaggio di cinture presso il dojo della Polisportiva Mazzoleni a Sant’Omobono Terme, la prima volta per la realtà valdimagnina nata solo nel 2019 (in collaborazione con la ASD Shentao), ma capace di resistere alla “tabula rasa” sportiva della pandemia.

A mettere alla prova i piccoli atleti – con prove sia pratiche che teoriche – il presidente della ASD Shentao Scuola di Arti Marziali, Gabriele Calafati, maestro cintura nera 5° dan. Sul tatami per gli esami ovviamente anche il maestro della scuola judo di Mazzoleni Edoardo Graniti e la giovane Elisa Scanzi di Almenno, bronzo agli ultimi campionati italiani categoria esordienti, tra i fiori all’occhiello della Shentao.

Portare il judo sotto il cappello di una storica realtà calcistica come la Polisportiva Mazzoleni non è per nulla semplice e scontato: è il risultato di una dirigenza lungimirante e aperta, che vuole portare in Valle Imagna alternative al calcio o alla pallavolo, come spiega il presidente Marco Dolci: “Sono felice per questa adesione e anche per la partecipazione dei genitori all’esame. Il judo è arrivato di recente da noi, ma sta prendendo piede anche grazie alla professionalità del maestro Graniti. Come suggerisce il nome stesso di ‘Polisportiva’ è bene che ci siano anche altre attività oltre al calcio, che resta ovviamente importante per noi. Io sono stato presidente per 22 anni e la Polisportiva è come una grande famiglia, dove ognuno di noi si sente parte attiva e quando può dà una mano. Purtroppo il Covid ha bloccato molte nostre iniziative, ma contiamo di riprenderle”.

Gran parte del merito di aver portato tanti piccoli valdimagnini nel dojo di Mazzoleni – ottimamente ricavato nel secondo piano della sede della Polisportiva – va al maestro Edoardo Graniti, originario di Bergamo ma a Berbenno per amore da 22 anni. “Ho cominciato a fare Judo quando avevo 6 anni; in quegli anni andava di moda Bruce Lee. – racconta il maestro Graniti –. Erano gli anni ’70 e mi iscrisse mio padre credendo di vedere quello che faceva Bruce Lee nei suoi film – ride il maestro –. La passione è sbocciata subito, anche se per quattro anni non ho vinto un incontro. Ma non mi pesava, anche perché fa parte dello spirito del judo: cadi e ti rialzi, cadi e ti rialzi. Poi però sono arrivati i primi risultati: ho fatto medaglie nazionali a livello Juniores, poi ho deciso di smettere. Ho fatto una giovinezza da atleta, ma ad un certo punto ho detto basta. Ho giocato un po’ a calcio con gli amici. Poi però ho incontrato un mio vecchio compagno e amico (Gabriele Calafati ndr) e sono tornato sul tatami”.

Poi l’avventura come sensei a Mazzoleni: “Ho provato a organizzare qualcosa con l’oratorio di Berbenno poi una sera d’estate del 2019 abbiamo fatto una manifestazione di Judo a Mazzoleni per farci conoscere. Andò bene. A quel punto, anche grazie al vicepresidente della polisportiva Nicola Cortinovis, che voleva portare in Valle Imagna un’alternativa a calcio o alla pallavolo abbiamo aperto un dojo, in collaborazione con la ASD Shentao. Siamo partiti molto bene, con quasi 30 ragazzi. Nonostante la pandemia siamo riusciti a restare in una ventina. A gennaio 2020 siamo riusciti a fare una gara regionale, con anche buoni risultati, ma purtroppo ci siamo dovuti fermare di nuovo. Ora l’idea è di fare allenamenti specifici per cominciare a partecipare alle prime gare. Ma sempre un passo alla volta, cercando di dare fiducia ai ragazzi”.

Come già detto, il judo a Mazzoleni è stato possibile grazie alla collaborazione con la ASD Shentao Scuola di Arti Marziali (con diverse sedi sparse in tutta la Bergamasca) di Gabriele Calafati, uno che ha passato oltre 40 anni con indosso il judogi e ancora non ha perso la voglia di lottare sul tatami e mettersi in gioco: “Nel Judo non smetti mai di imparare, non è un’arte marziale ma una disciplina educativa. Avevo ripreso a fare gare di categoria Master nel 2019 con un terzo posto in Coppa Italia a gennaio 2020, poi purtroppo è arrivato il Covid. Ora però quello che mi interessa è seguire i ragazzi. A livello giovanile ho conquistato tante vittorie ai campionati regionali, ottimi piazzamenti a livello nazionale, sempre tra i primi 9, un Europeo con la Ficep con la rappresentativa nazionale CSI, tante gare internazionali”.

A margine del passaggio di cinture Michael Paris, assessore allo Sport del Comune di Sant’Omobono Terme: “Porto i saluti dall’Amministrazione, i nostri ragazzi dopo gli anni della pandemia hanno bisogno di momenti come questi e di tornare a fare sport. Speriamo di esserci messi alle spalle la pandemia e di tornare alla normalità, anche nello sport. Ne approfitto per ricordare a tutti che il 2 giugno si terrà a Sant’Omobono la “Festa della Sport”, una giornata interamente dedicato allo sport durante la quale si potranno provare diverse discipline, dal Judo appunto alla pallavolo passando per tiro con l’arco e tanto altro”.

Per chi fosse interessato a provare questo sport, il dojo a Mazzoleni è aperto tutti i martedì, dalle 17.00 alle 19.00, e le prime due lezioni sono gratuite. Prima di presentarsi al dojo contattare il maestro Edoardo Graniti al 346.0945182.

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