AAA bocia cercansi: l’edilizia bergamasca invecchia e punta a diventare più attrattiva

Sempre meno "bocia" sui cantieri. Alloni FILCA CISL: "Incentivare il ricambio generazionale, per superare l’invecchiamento degli ultimi anni".
7 Dicembre 2021

“Qui si rischia l’estinzione del bocia”. Figura mitologica dell’edilizia bergamasca, al pari del magut, il lavoro giovane nella ripresa delle costruzioni orobiche pesa per la sua scarsa presenza: “nel volgere di qualche anno, si creerà un “buco generazionale” che minaccia di mettere in grossa crisi il sistema edilizio bergamasco”.

L’allarme lo lancia dal palco del congresso della FILCA CISL il segretario uscente Simone Alloni, che nella sua relazione, tra le altre cose, punta il dito sull’invecchiamento della popolazione dei cantieri ed il rallentato turnover, “troppo spesso al centro di infortuni anche molto gravi, sempre più legati all’età del lavoratore”.

Quello dell’edilizia è un mondo in invecchiamento costante e veloce che oggi si somma alla carenza di manodopera qualificata. Secondo i dati emersi in una ricerca fatta da Cassa Edile nel 2018, negli ultimi quindici anni l’età media dei lavoratori iscritti nella bilateralità industriale si è alzata di 8 anni; i lavoratori under 30 iscritti nel 2018 sono un quinto di quelli iscritti nel 2003; in quello stesso anno, i lavoratori under 40 erano i due terzi del totale degli iscritti, mentre quindici anni dopo sono un terzo sul totale. Se guardiamo i dati del triennio 2019-2021, aggregando il mondo edile artigiano a quello industriale, il trend segnala una leggera inversione di tendenza, comunque non sufficiente ad un marcato ringiovanimento del settore, problema che impatterà ancor di più nei prossimi anni, quando una parte importante dei lavoratori oggi attivi andrà in pensione.

“Per questo dobbiamo pensare adesso a ridare nuova forza attrattiva al lavoro in edilizia – sostiene Alloni -. Il sindacato ha favorito e appoggiato un percorso di sensibilizzazione e promozione nei confronti del lavoro edile verso i ragazzi all’uscita della scuola media, con il percorso triennale di Istruzione e Formazione Professionale della Scuola Edile. La forte necessità di contrastare l’abbandono scolastico e le difficoltà di inserimento lavorativo dei giovani nella nostra provincia ci ha spinto a ridisegnare nuovo appeal verso il lavoro del muratore, accostando tecnologie innovative a un’offerta formativa d’eccellenza. Il lavoro del muratore per attrarre deve veder riconosciuto un giusto inquadramento professionale e, possibilmente garantiti percorsi di crescita. Il dinamismo che percepiamo dopo gli investimenti pubblici, va governato da tutti gli attori, con l’unico obiettivo di consolidare un’edilizia bergamasca sana e di qualità, altrimenti sarà l’ennesimo fuoco di paglia”.

Nelle intenzioni di FILCA CISL e degli altri sindacati dell’edilizia, tutto questo assume un valore centrale. “Ma anche ridefinire i contorni dell’ambiente lavorativo deve essere un punto forte della proposta. Promuovere la sostenibilità sociale del lavoro edilizio vuol dire mettere al centro del lavoro le persone puntando sulla formazione, sulla professionalità degli addetti, rafforzando la sicurezza nei cantieri e combattendo il fenomeno del dumping contrattuale. Sono questi i presupposti perché si abbia una transizione “giusta” e con benefici per tutti, e perché si assegni davvero un nuovo ruolo all’edilizia. Il settore non deve essere mai più associato alla cementificazione spregiudicata e al deturpamento, ma alla cura dell’ambiente e alla rigenerazione, con un occhio attento ai nuovi materiali da costruzione e alla digitalizzazione. In questo modo l’edilizia potrà tornare alle origini, quando era giustamente considerata un’arte nobile, e così coniugare il bisogni e le aspettative dei giovani con la necessità di reperire personale qualificato delle imprese del settore per ripristinare un graduale ricambio generazionale”.

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