Niente mostre bovine alla Fiera di Sant'Alessandro (dedicata al mondo agricolo) in programma da venerdì 6 a domenica 8 settembre alla Fiera di Bergamo.
L'allevamento orobico sta infatti facendo i conti con la Lingua Blu, una malattia infettiva (non contagiosa per l'uomo) dei ruminanti, in particolare bovini e ovini, partita da un allevamento di Varzi, nel Pavese, con altri casi registrati nel lecchese. Migliaia i capi interessati in tutta Europa e, al momento, l'allarme resta alto.
ATS Bergamo - per evitare il diffondersi di questa febbre catarrale - ha quindi emanato il divieto agli organizzatori di Promoberg, come da indicazioni di Regione Lombardia del 26 agosto: "Non consentire mostre, esposizioni, fiere e mercati di animali delle specie sensibili a BT (Blue Tongue, lingua blue in inglese ndr) nelle provincie interessate da focolai confermati di BT e in quelle comprese nelle zone infette (alla data del provvedimento: Lecco, Como, Bergamo, Monza e Brianza e Pavia)”.
Ora, se le cose non dovessero cambiare, sono in dubbio anche le fiere bovine in programma in Val Brembana e Val Seriana a settembre, che potrebbero essere spostate o addirittura cancellate: il 14 settembre a Valtorta, il 25 a Serina, a Branzi il 28, Albino il 14 e 15 settembre, a Clusone il 28 e 30 settembre. Tanti anche gli appuntamenti ad ottobre. QUA tutte fiere zootecniche di quest'anno.
"Stiamo monitorando la situazione informando tutti gli operatori della situazione in essere – afferma il direttore di Coldiretti Bergamo, Carlo Loffreda -. Tutti gli allevatori devono sottostare alle restrizioni, tenendo presente che il virus non è contagioso per l’uomo e si trasmette da animale ad animale tramite puntura di insetto. Latte e carne non presentano alcun rischio per i consumatori e siamo convinti che rispettando le restrizioni ne usciremo più forti di prima".