Atalanta-Udinese 2-0, De Roon e Pasalic per il quarto posto in solitaria

Sembrava essere un’altra partita stregata, invece, dopo 80 minuti di fatiche, l’Atalanta piega l’Udinese e celebra al meglio l’ultima partita allo stadio Atleti Azzurri d’Italia: da domani inizieranno il lavori per il rifacimento della curva Nord.
30 Aprile 2019

Sembrava essere un’altra partita stregata, invece, dopo 80 minuti di fatiche, l’Atalanta piega l’Udinese e celebra al meglio l’ultima partita allo stadio Atleti Azzurri d’Italia: da oggi 30 aprile inizieranno il lavori per il rifacimento della curva Nord. Dopo aver battuto Napoli e Fiorentina, la Dea si presenta all’appuntamento con i friulani orfana di Ilicic, nemmeno convocato. Al posto dello sloveno ecco Pasalic, dopo la squalifica in Coppa Italia si rivede anche Hateboer, titolare sulla fascia. L’Udinese risponde con un 3-5-2 teso ad infoltire il centrocampo, il jolly De Paul supporta Lasagna e Pussetto.

La tattica dei friulani funziona, il match fatica a sbloccarsi, gli spazi sono molto chiusi da entrambe le parti. Il primo squillo arriva al minuto 17, Gosens prova di testa ma Musso è reattivo. La Dea fatica a creare gioco, sia per l’atteggiamento difensivista degli ospiti, sia per l’assenza di una pedina fondamentale nello sviluppo dell’azione: Ilicic. Pasalic, infatti, non ha nelle proprie corde i movimenti e le giocate del numero 72, anzi tende ad arretrare, occupando il centro del campo. Il risultato è un sovraffollamento della zona mediana e, al contempo, la mancanza di sbocchi sulla fascia.

In queste situazioni, la Dea cerca anche il goal da fuori: De Roon prova un gran destro al volo dal limite, Musso ancora una volta si fa trovare pronto. L’Udinese sfrutta soprattutto le ripartenze, grazie a giocatori come D’Alessandro, ex atalantino, e Lasagna. Proprio quest’ultimo, a due dal 45’ ha l’occasione migliore, ma il suo lob finisce a lato. Nel cuore dell’unico minuto di recupero concesso da Giacomelli, Pasalic prolunga un corner e Zapata manca il tocco vincente. All’intervallo, Gasperini prepara la mossa a sorpresa e inserisce Piccoli, classe 2001, al posto di Mancini. De Roon diventa il terzo centrale, in una difesa completamente inedita. La mossa funziona, il giovane attaccante si muove bene e offre più soluzioni alla propria squadra. Con il passare dei minuti, l’Udinese si rintana sempre più nella propria area di rigore, concedendo spazi per le prolungate azioni atalantine. È proprio una fitta rete di passaggi a mandare al tiro Gomez, il suo tiro viene respinto da Larsen. Due minuti più tardi, Hateboer svetta di testa sul secondo palo, ma non inquadra la porta. Come detto, i friulani giocano in ripartenza e una di esse rischia di costare una beffa amarissima alla Dea. Pussetto semina il panico tra i difensori orobici e serve De Paul, il 10 rientra sul destro e calcia, palo pieno.

Gasperini ripristina la classica difesa a tre inserendo Djimsiti, anche i difensori orobici spingono per trovare la rete. A 10 minuti dalla fine, Masiello raccoglie un pallone che vaga nell’aria friulana e se lo allunga, Sandro abbatte il numero 5 orobico e Giacomelli indica il dischetto. La battuta è affidata a De Roon, lucidissimo nello spiazzare Musso: 1 a 0. Passano 4 minuti e la Dea raddoppia. Zapata riceve al limite e scarica per Pasalic, il suo tiro (deviato) si insacca per il 2-0 definitivo. Lo stesso croato avrebbe l’opportunità di ripetersi ma, solo davanti al portiere, sbaglia il controllo e spreca tutto.

Anche Zapata potrebbe finire nel tabellino dei marcatori, la sua conclusione, al termine di un’azione personale in area friulana, viene murata da Musso. Al triplice fischio, dunque, i padroni di casa possono esultare: nono risultato utile consecutivo, arrivato al termine di una prestazione nel complesso ottima. Reduce da due impegni nel giro di sette giorni, l’Atalanta ha saputo dare il massimo, mostrando un’eccezionale condizione fisica. Emblematico, per dedizione e spirito di sacrificio, il recupero del Papu Gomez al 90’, dopo una corsa, l’ennesima, lungo tutto il campo. Eccellente anche la prova di Masiello, uomo-ovunque capace di materializzarsi in area all’occorrenza. Partita dal doppio volto per Mario Pasalic, fuori ruolo come trequartista, decisamente meglio come centrocampista puro.

A 360 minuti dalla fine del campionato, la Dea è più che mai fautrice del proprio destino. Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 5, si va in scena all’Olimpico contro la Lazio. Sarà il gustoso antipasto della finale di Coppa Italia in programma mercoledì 15: un altro appuntamento, sì, ma con la Storia.

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