Un vero e proprio paradosso quello che si sta verificando in alta Valle Brembana a causa del nuovo piano di contenimento dei consumi di gas introdotto dal governo per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali. I disagi non sono pochi, soprattutto in territori non proprio omogenei come i nostri.
Due rifugi, che distano fra loro circa 500 metri (praticamente pochissimi minuti a piedi), ricadono in due zone climatiche diverse. E così il rifugio Cà San Marco, in Comune di Averara – in fascia E – non potrà accendere il riscaldamento fino al 22 ottobre, mentre il vicino rifugio Passo San Marco 2000 (foto copertina) – essendo in fascia F poiché in territorio di Mezzoldo – non ha restrizioni in tal senso.
Questo perché le quote di riferimento dell’abitato sono quelle dei Comuni: Averara 650 metri di altitudine, mentre Mezzoldo arriva a 835 metri. Ma i due rifugi si trovano praticamente alla stessa altitudine, pari a circa 1.830 metri.
Il rifugio Cà San Marco
L’alternativa è utilizzare la legna, come spiega ai microfoni di Bergamonews il titolare del rifugio Cà San Marco, Lando Rossi (anche in questo caso però, va verificata la categoria del camino).
E nel frattempo, sempre a causa di un cortocircuito simile, anche le scuole di Lenna e Olmo al Brembo sono costrette a restare al freddo, in attesa di poter accendere i termosifoni dal 22 ottobre.