Aveva solo 36 anni Emiliano Perani, conosciuto da tutti come “Perro”, la più giovane vittima bergamasca. È stato stroncato dal coronavirus dopo una lunga degenza all'ospedale di Piario prima e al San Gerardo di Monza poi. Abitava a Casnigo, ma la sua casa era il mondo: grafico, con la passione per i viaggi e la fotografia. “Godeva di ottima salute – hanno commentato i genitori, scossi dal dolore, a L'Eco di Bergamo - stava bene”.
Era stato sul Monte Pora il 7 marzo, visita a cui era seguito un lungo sfogo pubblicato sulla sua pagina Facebook, il suo ultimo post. Qualche giorno dopo, il 13 marzo, i primi sintomi e poi la conferma di positività al virus. Le sue condizioni, seppur gravi, sembravano stabilizzate recentemente ma purtroppo nella giornata di ieri, 8 aprile, Emiliano non ce l'ha fatta. Lascia nel dolore il papà Adriano, la mamma Lucia, la sorella Stefania e la nipotina Francesca.
Spirito libero e grande creativo, sono in molti a ricordare Emiliano sul web con messaggi di cordoglio. Nato nel 1983, nel 2003 si era diplomato in Grafica Pubblicitaria, lavorando per anni nel settore come grafico progettista, illustratore, fotografo e videomaker, Sempre disposto a dare una mano in paese, mettendo a disposizione il suo talento per spettacoli o per aiutare il Circolo Fratellanza.
Nel 2018 il viaggio della vita in Sudamerica, in compagnia di Nadia Rossi: 17mila chilometri a bordo di mezzi pubblici, otto i paesi visitati – fra cui Argentina, Cile, Bolovia, Perù ed Ecuador. Qui aveva incontrato le realtà associative locali e aveva svolto attività di volontariato, perché per lui quel viaggio non era solo turismo, ma soprattutto condivisione e scoperta.
Da questa esperienza ne era nato anche un libro, “Un viaggio per due” colmo di scatti fotografici realizzati da lui e anche un filmato, che ora restano una preziosa eredità. La fotografia era una grande passione del 36enne, condivisa anche con il padre, presidente del Photoclub Sömeanza, che ha sede proprio a Casnigo. La sua filosofia di vita era evidenziata con orgoglio nel suo curriculum: “Nel futuro prossimo della comunicazione non verbale, l’immagine è un piacere creativo e un dovere etico costante”.