Sono circa 60 i volontari della Protezione Civile coordinati da Francesco Diana, ex carabiniere 56enne di Almenno San Bartolomeo (originario di Oristano – nella foto, in piedi con la divisa della Protezione Civile di fronte a Papa Francesco), mentre il Covid lo costringeva a letto nell’ospedale di Ponte San Pietro, dove è stato ricoverato per 40 giorni. Un’azione che gli è valsa l’incontro con Papa Francesco.
Ormai conclusasi la carriera da carabiniere, Francesco Diana è impegnato dal 2016 come volontario della Protezione Civile. Si occupa della direzione della Sezione Bergamo Ovest che riunisce i centri operativi comunali di Almenno, Barzana e Ponte San Pietro.
“Non potevo telefonare perché non riuscivo a parlare. Ho fatto 20 giorni con il casco Cpap, mi mancava l’ossigeno. Ho lavorato tramite messaggi sul cellulare”, ha raccontato Diana a Bergamo News, “I primi tre giorni in cui mi hanno ricoverato mi sono fermato. Poi, al terzo giorno, quando il tampone è risultato negativo, ho ripreso a lavorare”.
Francesco viene vinto dall’emozione mentre ricorda i drammatici momenti vissuti, prima come volontario della Protezione Civile costretto, a causa dell’impreparazione generale, a fronteggiare gli inizi della pandemia senza i mezzi protettivi necessari, e poi come testimone diretto degli effetti del virus stesso.
La sofferenza che trapela dalle parole di Francesco viene interrotta da un ricordo commovente, quello degli incontri casuali, avvenuti mentre era al volante della macchina di servizio, con persone alla disperata ricerca di qualcuno con cui poter fare una chiacchierata, per sopperire alla solitudine scaturita dal periodo difficile.
Nei loro confronti Francesco si rendeva subito disponibile, lui che la solitudine non l’ha patita nemmeno dopo 40 giorni nella stessa stanza, avvolto però dall’affetto dei colleghi volontari: “Quando ero in ospedale, anche se non potevano entrare, venivano a lasciarmi i ricambi di vestiti e un giorno si sono organizzati per salutarmi tutti dalla finestra. E appena mi hanno dimesso mia moglie mi ha portato subito al coc di Barzana. Mi hanno accolto con gli striscioni”.
Rivolge anche un pensiero alla moglie, ringraziandola per aver tempestivamente chiamato l’ambulanza, pur contrariamente al volere del marito e conclude la narrazione della sua drammatica storia a lieto fine raccontando di quando, nel giugno del 2020 a conclusione del ciclo di cure, ha ricevuto una chiamata che lo esortava a recarsi a Roma per incontrare il Papa, insieme alla delegazione di Regione Lombardia, come rappresentante dei volontari.
“È stata un’esperienza da brividi. A uno a uno è venuto a salutarci e a regalarci un pensiero. Ci ha ringraziato per tutto quello che abbiamo fatto come Protezione Civile. Una persona buona e semplice, come se fosse un parroco di paese, che ci ha promesso di venire un giorno a Bergamo”.
Francesco ora può proseguire l’attività di volontariato insieme ai colleghi, animato ancora più di prima da un forte desiderio di aiutare gli altri a superare momenti difficili, come è stato concesso a lui; con la divisa che indossa da 36 anni, spera di trasmettere nei giovani la passione che da sempre lo ha spronato a sacrificarsi per i più bisognosi, fino a diventare una missione di vita.