Ospedale Fiera, dal Papa Giovanni raggiunti i 24 posti di terapia intensiva: ”la pressione resta forte”

In base al quadro del 19 novembre, ricoverati 27 pazienti: 19 nei due moduli gestiti dal Papa Giovanni (settori A e B) e 8 nel modulo affidato agli Spedali Civili di Brescia (settore C).
20 Novembre 2020

E’ tempo di primi bilanci per il Presidio medico avanzato alla Fiera di Bergamo. A giovedì 19 novembre, sono 27 i pazienti ricoverati di età media intorno ai 71 anni: 19 nei due moduli gestiti dal Papa Giovanni (settori A e B) e 8 nel modulo affidato agli Spedali Civili di Brescia (settore C). 9 pazienti provengono dalla provincia di Bergamo, 9 dalla provincia di Milano, 5 dalla provincia di Brescia, 3 dalla provincia di Varese e 1 dalla provincia di Lecco. Dal 2 novembre ad oggi sono stati trasferiti 13 pazienti in HPG23 di cui 1 per aggravamento e 12 per miglioramento delle condizioni cliniche. 

Significativi i numeri di personale messi a disposizione, nei primi tre moduli attivi, due gestiti dal Papa Giovanni XXIII di Bergamo in sinergia con altri ospedali pubblici e privati del sud-est della Lombardia e il terzo dall’ASST Spedali Civili di Brescia, in uno sforzo corale. Tutto il personale, medico, infermieristico effettua turni 24 ore su 24, 7 giorni su 7. C’è poi il resto del personale, con funzioni di supporto al pari importanti. L’ASST Papa Giovanni mette infatti a disposizione nel presidio medico avanzato della Fiera anche operatori socio sanitari, tecnici di radiologia, fisioterapisti, farmacisti. L’ospedale in Fiera si avvale poi della collaborazione degli alpini dell’ANA volontari per gli aspetti di sicurezza e di logistica. 

La Direzione sanitaria del presidio ospedaliero in Fiera è affidata all’ASST Papa Giovanni XXIII nella persona diOliviero Valoti. Al suo fianco ilcoordinatore infermieristico Luigi Daleffe. Nei due soli moduli seguiti dal Papa Giovanni, per un totale di 19 pazienti seguiti al 19 novembre, sono 21 i medici al lavoro, con il coordinamento medico di Francesco Ferri(8 dal Papa Giovanni; 3 ciascuno dalle ASST Bergamo Est e Bergamo Ovest; 4 dalla Poliambulanza di Brescia; 2 provengono dagli IOB – Istituti Ospedalieri Bergamaschi del Gruppo San Donato – cioè dal Policlinico San Pietro di Ponte san Pietro e dal Policlinico San Marco di Zingonia; 1 dalla Casa di Cura San Francesco di Bergamo). 

Gli infermieri sono 63 e sono coordinati daGiuliana Vitali(24 dal Papa Giovanni; 9 ciascuno dalle ASST Bergamo Est e Bergamo Ovest e dalla Poliambulanza Brescia; 6 ciascuno dagli IOB – Istituti Ospedalieri Bergamaschi e dalla Casa di Cura San Francesco di Bergamo).Fondamentaleè stata laformazione, attivata daMonica Casati, dirigente Ricerca Formazione Sviluppo della Direzione professioni sanitarie e sociali, per permettere a questo personale proveniente da diverse strutture diallineare protocolli e proceduredell’Papa Giovanni. Tutti gli aspetti assistenziali e organizzativi sono seguiti sotto la supervisione diSimonetta Cesa, direttore della Direzione professioni sanitarie e sociali dell’ASST Papa Giovanni XXIII. 

L’operazione ha permesso diarginare il peso– che pure resta importante –sulle terapie intensivein Ospedale a Bergamo. Sono ad oggi 31 i pazienti Covid-19 nell’area critica dell’Ospedale. Con quelli presenti in Fiera,sale a 58 il totale dei pazientigravi e gravissimiattualmente gestiti nelle strutture che fanno capo all’ASST Papa Giovanni. Questa strategia ha permesso disalvaguardare il ruolo di ospedale hub per il Covid e per tutte le patologie tempo dipendenti, per le quali il fattore tempo è determinante per la vita del paziente:infarti, ictus,interventi urgenti dineurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia vascolare e traumidell’età adulta e pediatrica. Settori di intervento che, come previsto da Regione Lombardia, restano in capo al Papa Giovanni. 

Con ulteriore sforzo organizzativo, medico e infermieristico, il Papa Giovanni ha aderito alla richiesta di Regione Lombardia di mettere a disposizioneulteriori posti letto, questa volta per pazienti a bassa e media gravità. Sono30 i nuovi posti letto in Fierache, a partire da lunedì 23 novembre, saranno attivabili gradualmente in base alle necessità, fino ad arrivare a un massimo di 50 posti ulteriori, portando così a225 il numero dei posti lettoordinari di area medica messi a disposizione complessivamente dal Papa Giovanni di Bergamo. 

La Direzione medica di questi letti aggiuntivi è affidata aMarco Rizzi, direttore delle Malattie infettive del Papa Giovanni. La direzione infermieristica e il personale delle professioni sanitarie sono in via di definizione e reclutamento sotto la supervisione diSimonetta Cesa. Ancora una volta si rivela preziosa la collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpiniche in queste ore è impegnata a reclutare alcune unità di personale medico e infermieristico tra i suoi volontari che non siano già impegnati in altre strutture ospedaliere lombarde e nazionali. 

Scatta così la‘seconda fase’ per i padiglioni della Fiera. Non più solo hub per i pazienti Covid-19 gravi, ma ora anchepresidio medicoper i contagiati di tutte learee più colpite della Regionee che necessitano dimedio-bassa intensitàdi cura. Il personale tecnico ed informatico del Papa Giovanni è già al lavoro per essere pronti in vista dell’arrivo dei primi pazienti. 

Soddisfatta per il contributo che l’ospedale sta dando alla rete ospedaliera regionale e per la risposta al fabbisogno del Paese il direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII,Maria Beatrice Stasi:La pressione sulle terapie intensive è forte e l’ospedale è oggi a pieno carico con pazienti che provengono da tutta la regione. Due pazienti su tre attualmente ricoverati in Fiera vengono da fuori provincia, dalle aree più colpite dal contagio. Oggi insieme a tanti professionisti di altre strutture del sistema sanitario regionale pubbliche e private il nostro impegno rimane quello di avanzare un passo davanti al virus. Il nostro contributo e la nostra solidarietà concreta non stanno mancando perché abbiamo già vissuto in prima persona questa primavera l’escalation del contagio con le sue conseguenze drammatiche per i pazienti e le famiglie e con i pesanti effetti sulle strutture e sul personale sanitario. Questo non fa venire meno, pur nelle difficoltà aggiuntive, il ruolo di hub per le patologie tempo dipendenti su un bacino di circa un milione di utenti residenti in provincia e, nel caso dei traumi pediatrici, in tutta la Regione. Sono interventi effettuati in emergenza e che spesso salvano vite umane. Il presidio in Fiera oggi ci permette di garantire anche tutto questo”. 

In altre aree della Fiera proseguono intanto anche le attività vaccinali e relative ai tamponi in capo al Papa Giovanni con la supervisione generale del Direttore di Presidio e delle Attività AmbulatorialiGiulia Bombardieri

  IL CONTRIBUTO DEL PAPA GIOVANNI XXIII ALLA LOTTA AL COVID-19 

Nota esplicativa: Il grafico è relativo al solo mese di novembre (la riapertura della Fiera è del 2 novembre). I dati dei ricoveri di ottobre non sono riportati.Le altre sedi di ricovero (l’Ospedale Civile di San Giovanni Bianco, la Riabilitazione funzionale di Mozzo e l’Hospice “Kika Mamoli” di via Borgo Palazzo, 130 a Bergamo) restano “COVID-free”. 

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