Una carenza di medici di medicina generale, un costante "impoverimento" che si attua specialmente nelle zone disagiate di montagna: è questo il quadro generale che si prospetta nella bergamasca, specialmente nelle nostre valli, a cui Regione e Ats hanno deciso di dare uno stop. L'obiettivo è aumentare i medici tirocinanti che diventeranno medici di base dopo tre anni di formazione.
Una situazione, quella medica, che negli ultimi tempi si sta complicando sempre di più. Come spiega a L'Eco di Bergamo Orazio Amboni di Cgil Welfare di Bergamo, a fare i conti con la costante carenza di medici e di efficienza sono le zone maggiormente disagiate, come la montagna, ad esempio le nostre valli Brembana e Imagna. Ats ha rilevato, infatti, per il secondo trimestre del 2018 ed in previsione 2019 44 posti vacanti, fra cui 7 in Ambiti di montagna o alta montagna. I disagi colpiscono in particolar modo le persone anziane, impossibilitate a spostarsi, e che si vedono costrette a muoversi dai piccoli paesini ai centri più grossi per ricevere le cure che spettano loro. “Un errore di programmazione” - spiega Amboni - “che non riguarderà solo gli anziani, ma ci saranno ricadute anche sui progetti per i malati cronici”.
Ats Bergamo, guidata dal direttore generale Massimo Giupponi, si sta già attrezzando per affrontare il problema: aumentare il numero di medici tirocinanti che dopo i tre anni di formazione verranno disposti sui territori in qualità di nuovi medici di base. Dei corsi dunque, che partiranno martedì 2 aprile per formare nuovi medici, incrementando i posti stabiliti a 61 grazie all'inserimento di tre classi di tirocinanti, una per Asst.
Lo scorso anno, i posti oscillavano dai 12 ai 24: un aumento, dunque, che sarà effettivamente visibile fra tre anni, ma in linea con l'aumento del numero di tirocinanti complessivo di tutta la regione, che passa da 136 a ben 388, grazie a nuovi indirizzi organizzativi volti alla progettazione dei corsi triennali 2019 – 2022.