Posizione dura quella del Comune di San Pellegrino Terme, nella persona del vicesindaco Vittorio Milesi, nei confronti del servizio di continuità assistenziale, sul territorio della Valle Brembana, in seguito alle recenti notizie relative ai numeri della Centrale Uni.Ca di Dalmine, che parlano di 85.770 prestazioni con un tempo medio di presa in carico di 12 minuti.
“La stampa riporta in questi giorni, con grande risalto, i risultati dei primi sei mesi di sperimentazione del nuovo modello di gestione della continuità assistenziale in Provincia di Bergamo – scrive Milesi in una nota stampa -. Al solito, si sprecano i commenti e le dichiarazioni entusiaste sui risultati del nuovo modello gestionale capace di dare risposte concrete ed efficaci ai bisogni del cittadino e così pire le interpretazioni positive e a senso unico dei dati della sperimentazione attuata.
Vivendo la realtà di un’area montana come la Valle Brembana – prosegue la missiva – e conoscendo le difficoltà e le criticità che caratterizzano le zone più periferiche del territorio, mi permetto di osservare e far rilevare che le cose non stanno purtroppo assolutamente così“.
“Per la Valle Brembana in particolare – conclude Milesi -, la chiusura di tre delle quattro sedi di continuità assistenziale (Piazza Brembana, San Giovanni Bianco e Serina) e l’apertura non sempre garantita della sede di Zogno, hanno peggiorato la già nota situazione di emergenza”.
Il sette gennaio scorso, lo stesso vicesindaco ha inviato una comunicazione al Direttore del Distretto Valle Brembana, Valle Imagna e Villa d’Almè, dottoressa Monica Casati, “i disservizi e le lamentele pervenute nel periodo natalizio riguardo al funzionamento del servizio di continuità assistenziale in Valle Brembana. Ad oggi priva di riscontro”.
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