Fontane e mulini da recuperare, orchidario e Baby Pit Stop: le prossime iniziative di Santa Croce

Dopo alcuni importanti interventi di carattere turistico, l'Associazione Santa Croce sta portando avanti una serie di interessanti iniziative.
17 Novembre 2021

Santa Croce è una piccola frazione di San Pellegrino Terme, ridente e sempre al lavoro, come una ronzante ape operaia. Dopo alcuni importanti interventi di carattere turistico – la Panchina Gigante, il Sentiero CAI 561, il Giardino del migrante e i lavori (già iniziati) per la via ferrata – l’omonima Associazione sta portando avanti una serie di interessanti iniziative, volte sempre a favorire il turismo di questi luoghi da favola.

La prima riguarda il recupero dell’antica fontana di Salvarizza, patrimonio culturale dimenticato che un tempo rivestiva il più alto ruolo sociale: la fontana, infatti, non era solo un semplice abbeveratoio per animali o di recupero dell’acqua, ma anche e soprattutto luogo attorno a cui si sviluppava la socialità di un’intera comunità. “Fino agli anni ’60 le fontane erano abbastanza comuni nel nostro paese – spiega Adriano Avogadro, presidente dell’Associazione Santa Croce – Per diversi motivi non ne è rimasta che una sola, quella di Salvarizza. Ci stiamo dando da fare per recuperare la strada che conduce alla fontana, prima in un bel prato e ora circondata da bosco, e il nostro obiettivo è quello di renderla gradevole in modo che diventi un punto d’interesse in più da visitare a Santa Croce”.

Sempre in merito alle fontane, l’idea è anche quella di realizzarne una ex novo in centro paese, che rappresenti un memento di quante una volta ne popolavano le vie e al tempo stesso diventi un punto di rinfresco per i tanti visitatori che raggiungono Santa Croce ogni anno. “La mulattiera che collega la frazione con San Pellegrino è particolarmente percorsa da visitatori che, una volta arrivati, hanno l’esigenza di un luogo in cui riposare e rinfrescarsi – precisa Avogadro – Pensiamo di realizzarla entro la prossima primavera”.

Un altro intervento di recupero interessa i ruderi di un antico mulino, che porta incisa la data 1741. Abitato fino al 1800 e poi abbandonato e inghiottito dal bosco, del suo antico splendore non restano altro che poche macerie in rovina. “Anche queste poche mura possono testimoniare la storia del nostro paese – spiega il presidente –. Del recupero se ne stanno occupando i nostri Giovani Rapaci: abbiamo disboscato l’area e ripristinato il sentiero di accesso che conduce al mulino. Toglieremo le edere e le erbe infestanti che lo stanno ricoprendo e vorremo metterlo in bella vista, in modo tale che chiunque passi di lì sappia che lì c’era un mulino. Una volta i terrazzamenti di Santa Croce erano coltivati a gran turco, che veniva macinato proprio qui. È un pezzo di storia da non dimenticare”. La zona si trova in prossimità di una caratteristica cascata e ben si presta come meta per pic-nic e relax durante il periodo estivo.

Santa Croce Mulino recupero - La Voce delle Valli

Altre piccole iniziative che l’Associazione sta portando avanti riguardano la realizzazione di un orchidario per le Scuole Elementari della frazione, di un Baby Pit Stop per le neo mamme ed il recupero di una casa, un tempo abitazione delle suore e ora abbandonata. Dopo l’orto dei bambini, i piccoli di Santa Croce riceveranno (grazie alla collaborazione con Alao, Associazione Lombarda Amatori Orchidee) un orchidario, ovvero una piccola serra dove verranno coltivate le orchidee. Il Baby Pit Stop (in collaborazione con UNICEF), invece, metterà a disposizione un fasciatoio e uno spazio tutto dedicato alle neo-mamme, dove poter cambiare il proprio bambino oppure allattarlo rispettando la loro privacy.

Infine ci sarà il recupero della ex residenza delle suore, abitata prima del loro trasferimento in un appartamento sopra la Scuola Materna. Nel tempo si è prestata a diversi usi, da aula temporanea per i piccoli alunni delle Elementari, ad ambulatorio medico fino a sede del Gruppo Missionario, ma da alcuni anni era diventata una sorta di deposito senza uso. La destinazione d’uso futura è ancora incerta, ma l’obiettivo sicuro è quello di restituire questi ampi spazi alla comunità e alla parrocchia. “Sono piccole iniziative – conclude Adriano Avogadro – che, però, servono ad unire ancora di più il paese e a creare un ulteriore interesse”.

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