L'emergenza sanitaria non sta di certo facendo bene al rilancio del Grand Hotel di San Pellegrino, ancora in attesa di un privato che voglia investire per portare a termine il progetto di recupero del gioiello liberty, inaugurato nel lontano 1904 e definitivamente chiuso nel 1979.
Per il recupero completo dell'edificio, infatti, servono ancora circa 26 milioni di euro (meno se utilizzato per altri scopi al di fuori del settore alberghiero) L'ultimo bando comunale è scaduto nei giorni scorsi e, sebbene nei mesi ben quattro società si fossero fatte avanti per completamento e gestione, per ora è ancora un nulla di fatto.
Fra gli interessati vi era anche QC Terme, di Quadrio Curzio, lo stesso gestore della Spa di San Pellegrino, che ha però scelto di non ripresentarsi per diversi motivi, primo fra tutti la delicata situazione di crisi dovuta all'emergenza sanitaria. “Un anno fa avevamo quasi la certezza che qualcuno avrebbe preso in mano il completamento dell'edificio – ha affermato il primo cittadino – Oggi, invece, causa soprattutto questa pandemia, siamo fermi”. Il prossimo bando sarà aperto quindi anche agli enti pubblici.
“Tra le soluzioni potrebbe esserci anche quella di un centro di ricerca sanitario, ipotesi a cui si è detto interessato Massimo Galli, direttore dell'ospedale Sacco di Milano – ha concluso il sindaco – Nelle settimane scorse abbiamo avuto anche la visita di due società di gestione Rsa per anziani.
Le potenzialità e le ipotesi per far rinascere la struttura ci sono – conclude Milesi -. Dall'estate, il piano più prestigioso sarà utilizzabile; poi, l'eventuale gestore, in lotti successivi, potrà procedere nel recupero degli altri piani. Peraltro potendo già contare su altri tre milioni di euro messi a disposizione dalla Regione”.
Fonte: L'Eco di Bergamo