Grandine a San Giovanni Bianco, fienagione compromessa e alpeggio Cancervo ”imbiancato”

La grandine è caduta anche nella zona di San Giovanni Bianco, compromettendo il terzo taglio del fieno. Imbiancato dai chicchi di ghiaccio anche l’alpeggio Cancervo, tra Taleggio e S.Giovanni.
24 Luglio 2020

La campagna bergamasca è stata nuovamente colpita dal maltempo. Vento forte, grandine e piogge intense in queste ore si stanno abbattendo su diverse zone della provincia causando danni alle colture in campo, in particolare al mais già pronto per la raccolta. È quanto afferma  Coldiretti Bergamo  nel sottolineare che i propri tecnici sono al lavoro sul territorio per raccogliere le segnalazioni di danni.

Secondo il primo report di Coldiretti Bergamo la grandine ha colpito a macchia di leopardo il mais soprattutto nella zona di Azzano San Paolo e Zanica, triturando le foglie e rovinando le pannocchie. La grandine è caduta anche nella zona di San Giovanni Bianco, in valle Brembana, compromettendo il terzo taglio del fieno.

E’ stato ancora imbiancato dai chicchi di ghiaccio anche l’alpeggio Cancervo, situato a circa 1600 metri in Valle Brembana,  a  cavallo tra i comuni di Taleggio e San Giovanni Bianco, già messo a dura prova da una grandinata agli inizi di luglio.

A Urgano la furia del vento ha divelto il tetto si una stalla.Un po’ ovunque sono caduti alberi e ci sono campi sommersi dall’acqua che i terreni non riescono più a trattenere perché caduta in modo abbondante nel giro di pochi minuti. Ad Arzago D’Adda in una notte sono caduti 70 mm di acqua.

Dall’inizio dell’anno ad oggi – spiega la Coldiretti nazionale in base a un’elaborazione su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD)  – lungo tutta la Penisola si sono verificati 71 nubifragi con precipitazioni violente e bombe d’acqua, con un aumento del 31% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a conferma dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con il moltiplicarsi degli eventi estremi. 

Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Un fenomeno aggravato dal consumo di suolo con l’abbandono delle campagne e la cementificazione che – denuncia Coldiretti – negli ultimi 25 anni ha fatto sparire il 28% delle campagne italiane. L’erosione di territorio agricolo a beneficio di asfalto, edifici e capannoni causa il fenomeno dell’impermeabilizzazione del terreno che non riesce ad assorbire l’acqua aumentando il rischio di alluvioni anche nei centri urbani.

Nella nostra provincia – conclude Coldiretti Bergamo – dal 2018 al 2019 sono stati consumati altri 85 ettari di suolo, inoltre, secondo l’Ispra, i comuni bergamaschi con potenziale rischio idrogeologico medio alto sono il 91,3% del totale.

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