Il busto di Papa Giovanni XXIII: ritrovato in magazzino e restaurato, veglierà sull’ospedale da campo

Un fortunato ritrovamento, forse – chissà – un segno del destino. Il busto di Papa Giovanni XXIII, ritrovato in un magazzino alla Fiera di Bergamo, è stato restaurato e posizionato all'ingresso del nuovo ospedale da campo.
2 Aprile 2020

Un fortunato ritrovamento, forse – chissà – un segno del destino. Era sabato 28 marzo quando i due imbianchini Fabiano ed Ernesto Zanchi, impegnati volontariamente e a titolo gratuito nella realizzazione del nuovo ospedale da campo alla Fiera di Bergamo (completato ieri), ritrovano in un magazzino della struttura un busto di Papa Giovanni XXIII. Dai tratti molto realistici, la statua è un po' ammaccata e con qualche parte mancante, ma ai responsabili del cantiere piace: la vogliono sistemare e dipingere, per poi posizionarla simbolicamente all'ingresso del presidio.

Fabiano ed Ernesto si danno da fare, rifiniscono di bianco il busto e cedono il passo a Giampaolo Zanchi, padre di Fabiano e zio di Ernesto, l'artista di casa. 66 anni, nativo di Stezzano ma residente a Martinengo, quella di Giampaolo è una passione nata fin dall'asilo. Una strada, quella dell'arte, che però non ha mai deciso di intraprendere a pieno regime seppur mai abbandonata, nemmeno quando lavorava nel reparto ricevimento merci della Sace.

Grazie a vari corsi di pittura e agli insegnamenti impartiti da diversi maestri, Giampaolo si forma artisticamente e ora che è in pensione, dedica all'arte più tempo – quando ovviamente l'ispirazione non si fa attendere. “Appena ricevuta la chiamata da mio figlio e nipote ero pronto – ha confessato in un'intervista a Prima BergamoHo sempre avuto una particolare devozione per Papa Giovanni, nel 2000 ho dipinto per il Pime un ritratto che è custodito a Sotto il Monte, nella casa natale del Papa Buono”.

Tra il 30 e il 31 marzo – ha proseguito Giampaolo – ho completato la decorazione del busto, nel primo giorno l’ho dipinto interamente, nel secondo ho realizzato delle velature per rendere il manufatto più bello e realistico. Durante la lavorazione molte delle persone qui impegnate sono passate per un saluto, uno sguardo, una foto o un video. Anche i militari russi. Sono felice di aver fatto parte di questa impresa. Il busto, collocato simbolicamente all'ingresso, darà il benvenuto a chiunque varcherà la soglia del nuovo ospedale. In mattinata, il vescovo Francesco Beschi è giunto sul posto per benedire la scultura e gli spazi del presidio.

Nel frattempo, un'iniziativa social vorrebbe intitolare l'ospedale da campo a don Fausto Resmini, colonna del Patronato San Vincenzo e scomparso dieci giorni fa a causa del coronavirus. La proposta, partita da un gruppo Facebook, ha incontrato l'approvazione di migliaia di bergamaschi che si sono iscritti in gran numero al gruppo, chiedendo che il presidio, visto come un simbolo della forza e voglia di combattere bergamasca, possa portare il nome di un parroco che a sua volta è stato un esempio di vita per la sua comunità.

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