Il vino buono è (anche) valdimagnino con la Cantina Val San Martino. E ora pure la grappa

Cantina Val San Martino, la prima (correva l'anno 1959), storica cantina della Provincia, nonché la prima a produrre spumante in Bergamasca, ha sempre bisogno di soluzioni nuove, come racconta Marco Crippa, direttore della struttura.
18 Maggio 2023

Un primato, in qualsiasi ambito, porta inevitabilmente con sé l’onere di essere l’apripista: i primi a fare qualcosa devono sempre trovare una nuova strada. È il caso della Cantina Val San Martino: la prima (correva l’anno 1959), storica cantina della Provincia, nonché la prima a produrre spumante in Bergamasca, ha sempre bisogno di soluzioni nuove, come racconta Marco Crippa, direttore della struttura.

“Riceviamo uva da Almenno e dai paesi limitrofi della bassa Valle Imagna, ma eventuali nuovi soci conferitori sono sempre ben accetti. Collaboriamo annualmente con esercizi, attività ed enti dello stesso territorio. Da due anni, una volta al mese, ospitiamo il Mercatino dell’agricoltore, dove molti produttori vengono anche dall’alta Valle Imagna. Nel corso dell’anno organizziamo serate culturali legate al tema enogastronomico: ad esempio, con il Centro Studi Valle Imagna”.

Un luogo che vive a 360 gradi, dunque: Domenica 28 Maggio saremo ospiti della Casera Monaci di Almenno San Salvatore per un pranzo-degustazione con abbinamento dei loro formaggi con nostri vini”. Sono evidentemente loro i protagonisti, tutti nel segno del territorio.

“Quest’anno arricchiremo la nostra gamma di prodotti con l’inserimento di alcune etichette veramente interessanti, come un vino bianco prodotto con Incrocio Manzoni “6.0.13” che rappresenterà la riserva dei nostri bianchi fermi, il grande ritorno del moscato giallo, “Pràdel”, vinificato interamente in Cantina. Inoltre, a completamento della gamma inizieremo a vendere la nostra grappa spiega Crippa, – normale o invecchiata. Siamo molto contenti che in continuità con il progetto di aggiornamento della linea queste nuove etichette sono state disegnate dalla preziosa mano dell’architetto Cesare Rota Nodari.”

L’amore per il territorio è un elemento fondamentale per dare sempre più rilievo e credibilità alla Bergamasca. “Intorno a noi si sta generando la consapevolezza nei consumatori che i vini bergamaschi non hanno nulla da invidiare a vini prodotti altrove e già molto quotati. Serve continuare su questa strada, prodigarsi tutti insieme nella stessa direzione, lasciando da parte particolarismi, per far conoscere sempre di più i vini prodotti nella nostra terra”. Uno sforzo che, spiega Crippa, deve coinvolgere tutti, anche i ristoranti e i supermercati, per promuovere i vini bergamaschi inserendoli in carta o negli scaffali. “La qualità paga sempre, anche i ristoratori, i locali ed i supermercati hanno una funzione molto importanti per promuovere i vini bergamaschi ed inserirli in carta o sugli scaffali”.

È un lavoro complesso, come racconta il presidente della Cantina, Pietro Rota: “Per questo, voglio ringraziare moltissimo il nostro direttore, il nostro enologo Angelo Divittini, la nostra commerciale Frida Tironi, i nostri cantinieri Roberto Perico e Gianluca Baldi per il grande sforzo che stanno facendo in questi anni”. I risultati non mancano, ma Rota guarda già avanti. “Abbiamo alcuni progetti, oltre a continuare a perseguire la strada intrapresa di produrre vini di grande qualità da uve del territorio e quindi di continui investimenti per la parte industriale. Abbiamo in serbo di rinnovare completamente il nostro punto vendita arricchendo la nostra proposta ricettiva legata all’enoturismo”. Non bisogna però mai perdere di vista le proprie radici e Rota lo sa bene. “Vorremmo dedicare ancora maggior attenzione ai viticoltori e produttori del territorio, fornendo un servizio più completo e che parta dalla gestione della vigna di modo da facilitare il mantenimento delle viti nei passaggi generazionali. Questo avverrà in collaborazione con i nostri soci della Cooperativa Sociale Oikos, che già si occupa della gestione dei vigneti”.

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