La morsa della siccità non si allenta: l’allarme degli allevatori di capre in Val Brembana

Le precipitazioni delle scorse settimane hanno portato solo un leggero sollievo alle campagne assetate e lo spettro della siccità continua ad aleggiare sulle colture in campo, sui pascoli e sulle semine in corso. Arriva anche il grido d'allarme degli allevatori di capre della Valle Brembana.
14 Aprile 2022

Le precipitazioni delle scorse settimane hanno portato solo un leggero sollievo alle campagne assetate e lo spettro della siccità continua ad aleggiare sulle colture in campo, sui pascoli e sulle semine in corso. Arriva anche il grido d’allarme degli allevatori di capre della Valle Brembana.

Dopo un inverno meteorologico (da dicembre a febbraio) – evidenzia Coldiretti Bergamo – che ha fatto registrare in Lombardia solo 65 millimetri di pioggia caduti, l’82% in meno rispetto all’anno precedente, è necessaria più acqua per arrivare a una situazione di normalità.

“La pioggia delle scorse settimane è scesa nel modo giusto, lentamente e non tutta insieme – dice Andrea Moretti, allevatore di capre a San Giovanni Bianco (lo abbiamo recentemente intervistato qua) –, però purtroppo la quantità non è stata sufficiente a scongiurare la siccità. Anche la leggera coltre di neve che ha ricoperto i prati ha portato sicuramente qualche beneficio, ma la terra e le colture hanno ancora sete”.

Anche per Andrea Oberti, allevatore di capre di Bracca, la siccità si sta ancora facendo sentire: “I pascoli sono verdi, ma l’erba è scarsa e siamo già in ritardo di 15 giorni con le prime uscite degli animali. Anche la fienagione è a rischio, complice la pendenza degli appezzamenti. Quando il terreno è troppo secco non riesce ad assorbire l’acqua che così scende a valle “.

La mancanza di acqua – prosegue Coldiretti Bergamo – va a pesare sull’approvvigionamento dei foraggi necessari per l’alimentazione del bestiame, in una situazione in cui il costo delle materie prime è alle stelle ed è fondamentale garantire l’approvvigionamento alimentare del Paese, visto il quadro internazionale segnato dal conflitto in Ucraina e da accaparramenti e speculazioni.

Anche sul nostro territorio stiamo assistendo a una tendenza alla tropicalizzazione del clima, che ha cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni. – spiega Coldiretti Bergamo -. Di fronte ai cambiamenti climatici in atto è importante passare dalla logica dell’emergenza a quella di prevenzione e programmazione.

Nella nostra provincia – conclude Coldiretti Bergamo – possiamo contare sulla positiva esperienza della cava Moschetta di Pontirolo Nuovo, un bacino che si estende su una superficie di 380.000 mq, per un volume totale di circa 5,5 milioni di metri cubi di acqua, che consente di andare in soccorso alle rogge di Treviglio quando è necessario. Si tratta di un esempio concreto del progetto sostenuto da Coldiretti nazionale e ANBI che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti.

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