L’Alta Val Brembana, da oltre un secolo il notiziario parrocchiale custode di una comunità

Il primo gennaio 1912, oltre un secolo fa, prendeva corpo il sogno di un territorio intero: nasceva L’Alta Valle Brembana, il bollettino delle genti delle tre Vicarie.
25 Giugno 2025

La nascita di un giornale, ieri come oggi, suscita curiosità e interesse, innescando movimenti di opinione, dibattiti, favorendo la conoscenza di fatti ed eventi, offrendo, soprattutto, un prezioso servizio a vantaggio della collettività, cioè quello di penetrare la realtà interpretandola con metodo e rigore.

L’informazione, tuttavia, non potrà mai risultare del tutto immune da orientamenti specifici, da letture e finalità proprie, pena la produzione di fogli stampati, del tutto identici, privi di passione e di anima. La voce della storia non può essere silenziata, una voce che avoca con forza spazi e tempi, rivendicando, come una musa ispiratrice, il dominio della penna, aratro leggiadro intento a vergare d’inchiostro terre incontaminate.

Il primo gennaio 1912, oltre un secolo fa, prendeva corpo il sogno di un territorio intero: nasceva L’Alta Valle Brembana, il bollettino delle genti delle tre Vicarie. L’iniziativa, fortemente voluta dai parroci della zona, raccoglieva (e raccoglie ancora) le istanze, i bisogni e il desiderio di una Valle abituata al lavoro, alla fatica, all’abnegazione: esperienze quotidiane vissute con dignità e senza clamori, nel silenzio e nel segno del dovere.  Il notiziario, “in formato Tabloid […] con due fogli contenenti quattro facciate scritte fitte” (Il bollettino e la sua valle. 80 di vita, in “L’ALTA VALLE BREMBANA”, a cura delle Comunità Parrocchiali del Vicariato, gennaio 1992), “[dall’]impostazione tipografica semplice e chiara con articoletti brevi e contraddistinti da titoli in neretto e sintetici”, per un totale complessivo di circa 27000 battute, riempiva un vuoto comunicativo, indicava un percorso pastorale, esibiva una sensibilità sociale, rivendicando una qualità deontologica differente, in mezzo a “una colluvie di giornali quotidiani e settimanali” protesi instancabilmente verso la corruzione e l’inganno del lettore, cercando di estirparne quel genuino “sentimento cattolico che fu sempre il vanto de[gli] […] antenati”.

Già nei primissimi numeri del coraggioso e militante opuscoletto emersero quei tratti e quei temi che l’avrebbero accompagnato, pur con stili e formati variegatissimi, nei decenni a seguire, ovvero “la preoccupazione per i pericoli morali esistenti”, denunciando instancabilmente “gli errori contro la fede ed il comportamento cristiano”, l’attenzione per “gli emigranti”, la cura e la custodia di quel legame profondo e autentico tra “le famiglie […] e la loro parrocchia”. L’Alta Valle Brembana, distribuito quindicinalmente, cominciò a essere avvertito e sentito dalle comunità come “L’Amico”, il confidente da ascoltare, da accogliere e da ospitare presso le proprie case, una presenza informata sempre in grado di “fornire una notizia fresca ed immediata, ancora ricca di passione e di quotidianità”.

Un’avventura che prosegue, proiettata verso il futuro (ancora oggi viene pubblicato, sotto la direzione di Eleonora Arizzi), ma nel contempo profondamente debitrice di “un passato ricco e significativo”, di “una storia anche di debolezze, di paure, di sbagli, di omissioni, di scarsità di unione e di collaborazione, insieme a testimonianze lucide di lungimiranza, di iniziativa, di rinnovamento e di coraggio”, “perché in definitiva vivere è incontrarsi, crescere insieme… è comunicare”.

bollettino alta valle brembana - La Voce delle Valli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime Notizie

X
X
linkcross