Mancano medici di base in Val Brembana: “Oltre 100 chiamate al giorno, c’è chi pensa di lasciare”

"In Valle Brembana non ci sono abbastanza medici di famiglia e i turni di lavoro sono massacranti: chiediamo aiuto"
18 Gennaio 2022

La mancanza di medici di base si fa sentire in tutta la bergamasca e con effetti gravissimi, tanto sui professionisti quanto sui pazienti. È questo l’allarme di Tullia Mastropietro, medico di base in sei ambulatori della Valle Brembana.

“Ci sono due problemi in Valle Brembana: la carenza di medici e la prospettiva di un’ulteriore carenza futura”. Sì, perché, come spiega Mastropietro, i medici vivono una situazione così stressante da portare alcuni all’abbandono: un circolo vizioso che aumenta il problema.

“In valle la situazione critica è soprattutto a Zogno, Serina e Sedrina. È stato anche attivato il Servizio di continuità diurna, ma non è abbastanza. Per questo, l’ambito Vallare e i sindaci di Serina e Sedrina hanno concordato, con Ats, la presenza di un’infermiera volontaria che possa aiutare i medici della Cas e i medici di medicina generale, garantendo la ricezione delle telefonate e un primo triage”.

Ai normali compiti del medico, infatti, si aggiunge una trafila burocratica legata alla pandemia che rende ancora più difficile seguire ogni paziente.Lavoriamo in media 12 ore al giorno e alcuni colleghi della valle considerano di lasciare, anche se a malincuore, il proprio incarico. E in quel caso la situazione peggiorerebbe ancora, diventando insostenibile” racconta Mastropietro.

Di fronte a più di 100 telefonate al giorno per singolo medico di famiglia, l’allarme è inevitabile. “Noi, come Cdrt-19 (Centro di riferimento territoriale) inizieremo degli incontri per aiutarci a vicenda ad affrontare quello che stiamo vivendo. Vorremmo anche farci sostenere da uno studio legale, oltre che da un supporto psicologico: siamo infatti l’unica categoria a cui non è stato fornito dopo due anni pandemia e di lavoro forsennato, ne avviamo bisogno perché non ce la facciamo più”.

È evidente come il momento storico non possa prescindere dalla forza del sistema sanitario e dei suoi medici, soprattutto quelli più a contatto con il territorio. Esattamente l’opposto della situazione denunciata da Mastropietro. “Siamo stanchi, amareggiati e si sentiamo smarriti. Speriamo che le istituzioni regionali e nazionali colgano il nostro grido disperato e facciano qualcosa. Se perdessimo altri medici, sarebbe devastante”.

Fonte: L'Eco di Bergamo

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