Oltre 11 mila Infortuni su lavoro in bergamasca, sindacati: ”per prevenzione risorse insufficienti”

Nell’accordo firmato con Regione Lombardia alla provincia di Bergamo 1 tecnico della prevenzione e 1 medico. CGIL CISL UIL: ''un segnale positivo, ma non sufficiente''.
3 Dicembre 2019

Bergamo, ancora una volta, fa la parte della Cenerentola, nella distribuzione di risorse umane dedicate alla prevenzione e alla sicurezza sul lavoro. Nell’accordo firmato con Regione Lombardia, infatti, alla nostra provincia vengono destinati 1 tecnico della prevenzione e 1 medico, su un totale di 46 contratti a tempo indeterminato. È un segnale positivo, ma non sufficiente, dal momento che il fabbisogno per rendere oggettivamente funzionante il servizio PSAL è di almeno una decina di tempi indeterminati

Angelo Chiari, Danilo Mazzola e Saverio Capuzziello responsabili di CGIL, CISL e UIL di Bergamo non hanno accolto con entusiasmo il programma d’azione seguente al protocollo firmato dalla Giunta Regionale con le confederazioni sindacali lombarde. Nei giorni scorsi, infatti, CGIL CISL UIL della Lombardia hanno stretto con la giunta regionale un’intesa per la realizzazione di interventi urgenti a contrasto del fenomeno infortunistico e per la tutela della Salute e Sicurezza negli ambienti di lavoro. Un accordo importante, soprattutto nel corso di uno degli anni più neri in tema di infortuni e di morti sul lavoro: Bergamo, a fine ottobre ha già contato 15 infortuni mortali e più di 11.500 infortuni (dato Inail che tiene conto di infortuni in itinere e su strada), dato in sostanziale tenuta rispetto al già tragico 2018.

In Lombardia (ancora dato Inail), l’aumento di infortuni mortali misurato sul periodo gennaio/ottobre è stato del 3% in più rispetto al 2018 (da 133 a 137), mentre gli infortuni superano i 99.000.

Dal Sindacato da tempo si alza la richiesta di monitorare sistematicamente, attraverso l’istituzione di uno specifico Tavolo di lavoro comune, gli interventi finalizzati a rafforzare organizzativamente e funzionalmente i Servizi PSAL, ovvero i servizi di Prevenzione e sicurezza dell’ATS, da tempo sotto organico, anche per conseguire un incremento delle attività ispettive nel territorio, anche perché, per il monitoraggio dell’attività di controllo effettuata dalle ATS, è previsto uno specifico obiettivo LEA (livello Essenziale di Assistenza) che prevede una copertura delle imprese attive sul territorio almeno del 5%, livello assolutamente insufficiente – secondo i sindacati bergamaschi – a garantire sicurezza”.

Ben venga l’accordo, dicono i tre sindacalisti, “anche perché finalmente si iniziano a utilizzare anche le risorse generate dalle sanzioni comminate a aziende che nel 2018 hanno operato non correttamente, e che per la nostra provincia ammontano a 870.000,00 € . Resta ora da capire di quanto sarà effettivamente colmato il divario tra l’attuale pianta organica dei servizi ATS di prevenzione e sicurezza e quella che effettivamente sarebbe indispensabile perché il lavoro sia svolto compiutamente. Sappiamo che negli ultimi 3 anni (2016- 2019)il numero di operatori presenti nella struttura del PSAL è calato di 13 unità rispetto agli anni 2010 -2016; che la carenza di coordinatori, di medici e di responsabili di alcuni territori è stata ampiamente segnalata dagli uffici competenti e non basteranno, oltre alle 2 assunzione a tempo indeterminato, gli ulteriori 5 tempi determinati (possibili proprio grazie all’importo delle sanzioni) previsti dal programma d’azione regionale a cancellare il gap.

Sette unità che andranno a coprire il turn over previsto nel 2019/2020 senza la sostituzione di risorse perse negli anni scorsi. Il mantenimento a livelli accettabili della struttura della prevenzione dell’ATS Bergamasca è indispensabile, soprattutto alla luce di un dato che negli ultimi anni costantemente supera i 14.000 infortuni annui (39 al giorno)”.

Per il resto, Regione e CGIL CISL UIL Lombardia hanno sancito la necessità di costituire un comune Tavolo di lavoro con la presenza delle ATS per monitorare gli effetti delle azioni avviate e valutare congiuntamente ulteriori ambiti di lavoro comune per rafforzare, si legge nel verbale di intesa, “la prevenzione nei luoghi di lavoro affrontando tematiche quali: le competenze tecnico-scientifiche dei futuri Tecnici della prevenzione, attraverso raccordo con le Università; l’inserimento delle competenze in salute e sicurezza sul lavoro nei curricula scolastici, attraverso la collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale e INAIL; il monitoraggio dell’attività di controllo, in particolare quelle esplicate attraverso i Piani Mirati di Prevenzione, prevedendo la redazione di un report annuale a consuntivo”.

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