Oltre un anno di siccità, in Val Brembana e Valle Imagna precipitazioni dimezzate

Un po’ di neve è caduta sulle nostre montagne, ma sicuramente la riserva di acqua dolce che avremo nei mesi caldi sarà insufficiente. L’ultima speranza è riposta alla prossima primavera.
10 Febbraio 2023

Dopo la torrida estate del 2022 (anno più caldo dal 1800) e un autunno anch’esso mite e non particolarmente piovoso, anche l’inverno si sta (e aggiungerei ahimè) rilevando avaro di precipitazioni, in particolar modo sul Nord Italia, Bergamasca compresa.

Le perturbazione transitate negli ultimi mesi purtroppo non sono bastate a risollevare la condizione di siccità che continua ad interessare il Nord Italia. Specie sulle regioni di Nord-Ovest, la siccità insiste da oltre 1 anno, più precisamente dall’autunno dello scorso anno, con un picco appunto nella stagione estiva 2022 (lo scorso anno sono caduti circa 50 miliardi di metri cubi in meno d’acqua rispetto alla media a livello nazionale).

Un po’ di neve è caduta sulle nostre montagne, ma sicuramente la riserva di acqua dolce che avremo nei mesi caldi sarà insufficiente. A lanciare l’allarme anche l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche che precisa come la coltre nevosa raramente supera i 70 centimetri e bisogna salire fino ai 2.000 metri per avere oltre 1 metro.

A testimonianza della mancanza d’acqua ci sono i freddi dati sui livelli dei Grandi Laghi del Nord, ancora tutti sotto media, con percentuali di riempimento dal 22% per il lago d’Idro, 16% per quello di Iseo, 20.6% per quello di Como sino ad arrivare al 35/37% circa per quello Maggiore e Garda. Non solo i laghi, anche i fiumi restano ben sotto i livelli normali. La portata del fiume Po a Torino ha toccato il –78%.

Calano ulteriormente i flussi dei fiumi Imagna, Adda e Brembo, la cui portata (6,5 metri cubi al secondo) è inferiore a quella di Gennaio 2022 (mc/sec 9,16). Permanendo da queste condizioni meteo, spiega Anbi, è impossibile riequilibrare l’enorme deficit nelle riserve idriche, attualmente pari al 42,5% sulla media storica ed ulteriormente inferiore al 2022 (-0,42%).

Anche per le nostre valli il deficit idrico continua a restare moderato o a tratti marcato. La stazione di Rota d’Imagna da inizio anno ha registrato un accumulo pluviometrico di circa 40 mm, leggermente meglio rispetto il 2022, ma ben inferiore al 2021 (229mm), al 2019 (75mm) e al 2018 ( 95). La stazione di San Pellegrino Terme allo stesso modo ha registrato da inizio anno 35 mm mentre quelle di Olmo al Brembo e Branzi rispettivamente 55 e 40 mm.

Nel 2021 avevano registrato 224 mm e 158mm, nel 2019 91 mm e 80mm, nel 2018 137mm e 86 mm. Allargando l’analisi al 2022, lo scorso anno tra Valle Imagna e Val Brembana sono caduti mediamente dagli 850 mm ai 1100mm ( sino a 1200 circa sulle Orobie) che confrontati con gli anni passati non lasciano nessun dubbio di interpretazione: nel 2021 si spaziava dai 1250 mm ai 1650mm, nel 2020 dai 1450 mm ai 2050mm, nel 2019 dai 1450 ai 2350mm, nel 2018 dai 1500 ai 2050 mm, nel 2017 dai 1250 ai 2200m, nel 2016 dai 1430 ai 2200 mm sino ad arrivare al fatidico 2014 quando caddero addirittura dai 2200mm ai 2700 mm.

L’ultima speranza è riposta alla prossima primavera che dovrà inevitabilmente essere decisamente più piovosa e umida del normale per riuscire ad appianare o almeno alleviare il deficit degli ultimi 12/14 mesi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime Notizie

X
X
linkcross