Ottobre, mese per la prevenzione del tumore al seno: l’importanza della mammografia (gratuita)

Dal 2005 al 2018 adesione al programma quasi raddoppiata in provincia di Bergamo. Ogni 1.000 donne che si sottopongono a mammografia di screening solo cinque hanno una diagnosi di cancro
5 Ottobre 2019

Torna ad ottobre il mese per la prevenzione del tumore al seno. L’Agenzia di Tutela della Salute è in prima linea nella lotta a quella che è la più diffusa patologia neoplastica e la prima causa di morte per tumore per le donne.

“Lo screening mammografico gratuito, che si realizza attraverso chiamata diretta a cadenza biennale per le donne d’età fra 50 e 69 anni (esteso ai 74 anni dal 2018), rappresenta uno strumento primario per contrastare questo fenomeno – spiega la dottoressa Laura Tessandri, responsabile UOS Centro Screening ATS di Bergamo – La nostra Agenzia di Tutela della Salute gestisce in modo centralizzato, oltre alle agende dei centri erogativi di 1° livello, la chiamata individuale (in sostituzione delle chiamate periodiche in base al comune di domicilio/residenza) per la mammografia di screening con invio degli inviti, dei solleciti e degli esiti negativi del test. Dal 2019 la chiamata attiva per la mammografia di screening è stata estesa anche alle donne tra i 45 e i 49 anni”.

Nel 2018 sono state invitate a partecipare allo screening 91.149 donne residenti di età compresa tra i 50 ed i 74 anni d’età e si sono sottoposte a mammografia di screening 59.315 donne. 

“In provincia di Bergamo dal 2005 al 2018 l’adesione al programma di screening è quasi raddoppiata (da 35.487 a 59.315). Resta costante nel tempo il numero di donne (il 5% di quelle che eseguono la mammografia) che necessita di altri esami (ecografia, biopsia) dopo la mammografia di screening. Ogni 1.000 donne che si sottopongono a mammografia di screening solo cinque hanno una diagnosi di cancro e in otto casi su dieci la malattia è diagnostica in fase precoce, con migliori possibilità di cure e guarigione”, evidenzia la dottoressa Tessandri.

“Dai dati emerge il grande lavoro svolto in questi anni dal centro screening di ATS con il costante e fattivo aiuto dei centri pubblici e privati accreditati nell’eseguire gli esami e nel prendersi carico dei casi dubbi o positivi. È una battaglia che bisogna continuare, attraverso una sempre più consapevole e responsabile partecipazione da parte delle donne allo screening, strumento fondamentale per essere seguite nel tempo con professionalità e attenzione”, evidenzia il direttore sanitario di ATS Bergamo Carlo Alberto Tersalvi.

“Mediamente in provincia di Bergamo si registrano 880 nuovi casi di tumore della mammella femminile (161 nuovi casi ogni 100.000 residenti donne ogni anno). Si tratta della patologia oncologica più frequente nella popolazione femminile. In termini di incidenza rappresenta il 29,1% di tutte le patologie tumorali – aggiunge Alberto Zucchi, direttore del Servizio di Epidemiologia Aziendale di ATS Bergamo – E’ una patologia con trend positivo in termini di incidenza, perché lo screening e la maggiore attenzione diagnostica favoriscono la scoperta di nuovi casi ogni anno. Nel confronto con le altre aree del nord Italia l’incidenza nel nostro territorio è leggermente più bassa”.

Quanto ai decessi, mediamente in provincia di Bergamo “si registrano 223 decessi annui per tumore della mammella femminile (40 decessi ogni 100.000 residenti femmine ogni anno): è la patologia oncologica più frequente nella popolazione femminile in termini di mortalità (rappresenta il 15,3% di tutte le patologie tumorali). Il trend in termini di mortalità è negativo grazie allo screening che anticipa la diagnosi per il miglioramento della terapie. Rispetto al resto della Lombardia la mortalità è leggermente più bassa, così come l’incidenza”, conclude Zucchi.

Donne: il tumore alla mammella e gli altri tumori

Nelle donne il cancro della mammella rappresenta la neoplasia più frequente in tutte le classi di età, sebbene con percentuali diverse (40% nelle giovani vs 22% nelle anziane). Il tumore della mammella è la prima causa di morte oncologica per le donne in tutte le fasce di età rappresentando il 28% dei decessi tra le giovani (0-49 anni), il 20% tra le adulte (50-69 anni) e il 14% tra le donne in età superiore a 70 anni.

Nelle donne giovani invece (0-49 anni) è più elevata la probabilità di sviluppare un tumore in una delle seguenti sedi: mammella, tiroide, melanoma, colon-retto e cervice uterina. Nella fascia 50-69 anni rimane sempre elevata la probabilità di sviluppare un tumore della mammella, ma al secondo posto sale drammaticamente il colon-retto; a seguire polmone, vescica e vie aero-digestive superiori. Nelle donne più anziane le sedi tumorali più probabili sono mammella, colon-retto, polmone, pancreas e stomaco.

L’andamento dell’incidenza e della mortalità

Una riduzione dell’incidenza è un indicatore positivo, segno della minor esposizione a fattori cancerogeni o dell’effetto dell’introduzione di programmi diagnostici in grado di identificare lesioni precoci. Una riduzione della mortalità è un fenomeno anch’esso sempre positivo, perché dovuto sia a un calo del numero dei soggetti che si ammalano (come per il tumore del polmone negli uomini) sia alla disponibilità di cure sempre più efficaci (come per il tumore della mammella metastatico e il melanoma).

(Fonte Immagine: Istituto Auxologico italiano)

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