Wyfy – With you For you – è il progetto promosso da un ampio partenariato che raccoglie e promuove gratuitamente tutti i servizi dedicati agli over 65 in oltre 37 Comuni nei territori degli ambiti di Dalmine e della Valle Imagna – Villa d’Almè. Le Acli di Bergamo insieme a Consorzio Sol.co Città Aperta, Consorzio Ribes, Fondazione San Giuliano, Enaip Lombardia, l’Azienda territoriale per i servizi alla persona di Villa D’Almè-Valle Imagna e grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo vorrebbero in questo progetto dare nuova struttura alle attività territoriali per la terza età, fronteggiando le diverse fragilità individuali, collettive cercando di aumentare il benessere psicofisico di tutti gli over 65. La sintesi del progetto è visibile online sul sito www.wyfy.it.
Un lavoro delicato e capillare, che intende promuovere approcci comunitari in grado di favorire la longevità, facilitare l’intercettazione precoce e presa in carico di situazioni di fragilità e allo stesso tempo creare una rete di sostegno efficace, secondo un modello di assistenza fondato su due pilastri fondamentali: domiciliarità e impegno attivo della comunità. «Nell’ultimo rapporto ISTAT nel semestre gennaio-luglio le nascite ammontano a 4600 e confermano la tendenza fortemente in calo degli anni scorsi – afferma Roberto Cesa, presidente delle Acli di Bergamo -. Nel 2023 per ogni mille residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini. Di fronte a questi dati si pone un interrogativo potente: chi si prenderà cura degli anziani sempre più a rischio isolamento? Cosa significa parlare realmente di una presa in carico preventiva oggi? Siamo sicuri che la risposta sia solo la privatizzazione del servizio di cura? Di fronte a queste domande estremamente serie, la risposta di questo progetto è innanzitutto la ricomposizione dei servizi alla persona, fatto possibile solo lavorando in rete con altri soggetti. Non possiamo dimenticare infine l’emergenza degli anziani soli: è un fenomeno che ci spiazza e di fronte al quale non possiamo rimanere impotenti».
«Una delle sfide più importanti del nuovo welfare riguarda l’integrazione dei servizi – dichiara Shaquille Bocchi, project manager di Wy-Fy -. Regione Lombardia, nelle sue linee di programmazione, sottolinea un approccio multidimensionale alla persona, unendo i servizi sociali a quelli sanitari. Ma non basta. Oggi, il mondo sociale ha bisogno di una forte ricomposizione interna: è essenziale sentirsi parte di un sistema più grande e apportare valore aggiunto in base alla propria identità. Dall’associazionismo alla cooperazione sociale, dagli enti pubblici ai privati, fino ai singoli cittadini e a tutte le realtà locali che si prendono cura dei bisogni della persona. È con questo spirito che nasce Wy-Fy, la rete di servizi per gli over 65, un progetto di welfare in ageing finanziato da Fondazione Cariplo per il triennio 2023-2026. Il nome stesso racchiude la modalità di azione. Da un lato, l’acronimo With You For You: essere e sentirsi vicini alle persone, nelle comunità, a stretto contatto con chi abita i territori. Dall’altro, il tema della connessione. Oggi, il Wi-Fi ci connette a un sistema che ci permette di avere il mondo sempre a portata di mano. Allo stesso modo, il progetto si propone di connettere i servizi e le opportunità dedicate agli over 65 in 37 comuni della provincia di Bergamo. Le tre azioni cardine del progetto sono:
A. Servizio di prossimità allo scopo di far emergere le risorse già esistenti a livello locale e integrarle nella rete. Ad oggi, sul nostro sito sono attivi 181 servizi e proposte dedicate.
B. Custodia sociale. Si tratta di un servizio che stiamo affinando e che presenteremo nei prossimi mesi, per incontrare a domicilio gli anziani a rischio isolamento.
C. Numero di telefono 035231122. È un punto di riferimento operativo 50 ore a settimana, che sarà il vero collante del progetto, degli stakeholders ai beneficiari.
Completano l’obiettivo del progetto un’attenzione particolare alla formazione, ai volontari, all’analisi dei dati attraverso un piano di monitoraggio e alla comunicazione».
Il Consorzio Solco Città Aperta partecipa al progetto Wy-Fy con diverse azioni. Tra le altre una delle fondamentali è quella del Numero Unico. «Insieme ad ACLI, la nostra realtà ha condiviso il know how maturato attraverso servizi territoriali che hanno provato a rispondere alla fragilità anche in modalità “a distanza” e non diretta: modalità in parte nuova a cui ci ha fortemente costretto la recente fase di isolamento pandemico e che si è trasformata in risorsa e strumento per essere vicini ai più fragili anche attraverso un contatto telefonico da cui è passato molto altro – afferma Patrizia Tironi, dirigente area welfare per il Consorzio Solco Città Aperta -. Proprio per questo “altro” da maneggiare con estrema cura, il contatto oggi viene agito da figure professionali di profilo educativo che portano competenze e capacità relazionali, di lettura dei bisogni e al tempo stesso empatia, visione di rete e collegamento rapido al territorio e a chi è deputato a dare risposte ai bisogni letti. Il Numero Unico aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18.00 a servizio dell’Ambito della Valle Imagna – Villa d’Almè e Ambito di Dalmine, è pertanto in primis un numero di prossimità e non di emergenza, con l’obiettivo di diventare punto di riferimento saldo a cui potersi rivolgere svolgendo 4 principali funzioni: accoglienza e ascolto, orientamento, valorizzazione del “capitale” del volontariato a supporto dei cittadini fragili, e infine punto di snodo e di ricomposizione per il territorio e per la rete».
Una sperimentazione locale di grande rilievo è stata quella attuata dal lavoro in team delle Assistenti sociali dell’Ambito Valle Imagna-Villa d’Almè. «È stato un processo attivato durante il buio del Covid e ha permesso agli utenti di sentirsi accolti e sostenuti da un gruppo preparato di assistenti sociali – dichiara Gianantonio Farinotti, direttore dell’azienda territoriale per i servizi alla persona di Villa D’Almè-Valle Imagna -. Wy-Fy è stata un’occasione per riprendere quanto già fatto durante quei giorni terribili, dando una maggiore consistenza al progetto e soprattutto lavorando in rete. La sperimentazione in Valle Imagna è attiva da metà settembre dopo aver radunato un gruppo di lavoro che ha coinvolto parte del progetto Wy-Fy e parte degli assistenti sociali. L’intuizione è stata quella di mettere a servizio il numero di telefono a tutte quelle persone che non sono propriamente beneficiarie di un servizio specifico ma che possono essere in una situazione a rischio per quanto riguarda la fragilità. Si è lavorato sulla modalità di coinvolgimento di queste persone, sull’individuazione e soprattutto sul progetto personalizzato. Grazie all’aiuto delle assistenti sociali dei vari comuni abbiamo individuato una decina di persone che settimanalmente vengono chiamate attraverso il numero unico con lo scopo della compagnia. Di fatto, proviamo a instaurare un dialogo in uno spazio sicuro e protetto in cui provare a verificare lo stato di benessere dell’utente. Il numero unico ci permette di monitorare nel tempo la persona e rimane in stretto raccordo con gli assistenti sociali a cui rimane la presa in carico. Credo che siano proprio le azioni di orientamento e prossimità il valore aggiunto di questa sperimentazione, un ulteriore passo verso l’innovamento del welfare».
Servizi che lavorano a stretto contatto con i medici di base dei Comuni. «Come referente dei medici di medicina generale dell’ambito territoriale Valle Imagna-Villa d’Almè seguo con attenzione, e tengo informati i Colleghi, sulla realizzazione del progetto WY-FY – afferma Carlo Gavardi, medico di base presso Villa D’Almè -. I medici del territorio, in funzione del proprio ruolo di prossimità con le fasce più fragili della popolazione, vengono spesso interpellati per bisogni sanitari che hanno risvolti di carattere assistenziale e sociale. Per tentare di dare una risposta, oltre alle risorse dell’ASST, è fondamentale la presenza delle associazioni di volontariato. Ben vengano quindi una rete e un numero unico che permettano di far conoscere le risorse disponibili e di semplificarne l’accesso, quasi sempre infatti le persone più bisognose di aiuto sono le meno attrezzate per accedere ai servizi esistenti. Un unico riferimento è una grande opportunità, non solo per chi vorrà usufruire dei servizi ma anche per coloro che vorranno dare la propria disponibilità come volontari».
Interessanti i feedback e i bisogni emersi dalle persone che spesso si rivolgono al servizio di numero unico. «Al momento chiamano coloro che tendenzialmente sono venuti a conoscenza del servizio dal volantino o dal medico di base/farmacia – afferma Mitu Riva, operatrice del numero unico -. Chiedono per sé o per i propri familiari in quanto caregiver. Allo stesso modo però, chiamano anche diversi operatori sociali, tra cui assistenti sociali, che cercano maggiori informazioni sul progetto ed un eventuale collaborazione. Dall’attivazione sono diverse le chiamate che ho ricevuto; ma se dovessi pensare ad una significativa emotivamente ho in mente la chiamata di un signore che è caregiver sia della madre che del padre, gravemente ammalati e lavora dieci ore al giorno. La chiamata inizialmente verteva sull’orientamento: mi ha chiamato per ricevere maggiori informazioni sull’infermiere di comunità. Dopo avergli fornito le informazioni necessarie, ci siamo sentiti settimanalmente per aggiornarci e sentire come si sentisse in quei momenti di difficoltà. Lui stesso mi ha confessato che il servizio gli ha fatto sentire quella connessione umana di cui aveva bisogno in quel momento di fatica».
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Iniziativa molto positiva
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Congratulazioni…..ben vengano queste iniziative a favore dei + o -” fragili”……